Educazione familiare e alimentazione
Sono cresciuta con Francesco un padre alquanto salutista. Aveva la fortuna di possedere un metabolismo molto veloce e nei miei ricordi non ho l’ho mai visto con un filo di pancetta. Alto 1,85 magro magro, in gioventù grande sportivo . Praticava atletica leggera, pugilato, lotta greco romana e conquistava le signorine (compresa mia madre) ballando con loro foxtrot e altri balli da sala. Anche da Vigile del fuoco era istruttore di ginnastica.
Ricordo l’ attenzione a tavola per i cibi leggeri, poco burro, solo olio extravergine ma tanto latte perché a quel tempo i bimbi crescevano a bicchieri di latte e a fettine di carne.
Una sua frase che mi ha accompagnato negli anni era: Si mangia per vivere o si vive per mangiare? Si mangia per vivere!
Questa mia passione per il cibo sano probabilmente mi è stata instillata in famiglia, d’altro canto però la dolcissima Germana, mamma buongustaia e cicciottella, dava gusto e colore anche ai piatti più light. Ecco perché non avrei mai potuto amare il cibo sano fine a se stesso, ma sano e bello, leggero e gustoso, salutare e colorato.
Educazione familiare e alimentazione
Credo, come ripeto spesso di aver sempre avuto una grande simpatia per i cibi vegetali perchè non ricordo l’arrosto o il pollo di mamma ma bensì i fagiolini in padella (teghe in tecia) o la pasta e fasoi o el minestron….i radici in tecia…mi ci facevo anche i panini.
Così come ricordo i miei pianti davanti alle fettine di filetto cotto alla griglia, senza grassi…. che mi toccava mangiare sotto lo sguardo truce di mio padre…. e masticavo, masticavo, ruminavo e non riuscivo ad ingoiare …che pianti. Visto la mia magrezza e inappetenza presto trovarono la soluzione, ogni giorno un bel cucchiaio di olio di fegato di merluzzo. Ogni giorno mettevo in bocca e andavo a sputare immediatamente in bagno.
Poi si cresce e con l’adolescenza si rifiuta quel che la famiglia propone, è la ruota della vita, necessaria per creare la propria personalità. Non volevo più bere tutto quel latte che mi toglieva l’appetito, non volevo la fettina. La lotta è durata anni ma ce l’ho fatta.
Ho lasciato sempre liberi i miei figli di mangiare quanto volevano senza sforzarli mai. Non ho vietato nulla, la consapevolezza è arrivata con l’esempio e null’altro. Sicuramente non tutti i piatti che preparo li soddisfano, sono poco dolci, sempre meno dolci, sono poco salati, sono rustici, marroncini, semplici, senza creme, con tanta frutta, magari cotta…zuppe, minestroni ahhaha… come fanno a gradire poveri figlioli!
La consapevolezza però è instillata, si sanno regolare, bilanciare, possono decidere e scegliere quello che più li appaga nel cibo e vi assicuro che non sono patatine fritte e hamburger formaggiosi ma piuttosto un risotto, una torta salata, una caponata o una torta di mele.
Per me è una vittoria.
Se vi piacciono le mie ricette e il mio modo di fare cucina, è un cambiamento e una consapevolezza alimentare cresciuta nel’arco di dieci anni, per cui consiglio sempre la consapevolezza, la gradualità, il non seguire mode che poi possono portare a scompensi e malnutrizione.
Per questo se siete interessati vi lascio una lista di libri che mi hanno resa consapevole e cambiato la vita. Li trovate alla pagina Le mie letture
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