MANGIARE FUORI CASA

mangiare fuori casa
mangiare fuori casa

Uno dei tasti dolenti per chi soffre di allergia è mangiare fuori casa.

Non così semplice perchè non tutti i ristoranti sono attrezzati ed informati per gestire le allergie, anche se qualcosa sta lentamente cambiando.

Non parliamo poi delle piccole trattorie che a buon ragione fanno ancora più fatica.

So benissimo che molti di voi mi vorrebbero far notare che siamo nel 2022 ma questo non vuol dire che sono tutti informati o possono gestire le allergie.

E non perchè gli allergeni e la loro gestione non viene trattata durante il corso di Somministrazione Alimenti e Bevande (corso obbligatorio per chi vuole aprire un’attività di somministarzione), ma perchè semmai, hanno impostato la loro attività in un determinato modo (trattoria con cucina tipica) e gli resta difficile far fronte a tutte le esigenze del consumatore.

La problematica già esiste sulle allergie riconosciute, immaginate sull’allergia al nichel che non è neanche riconosciuta.

Tante volte però il problema non è solo quando si va al ristorante, ma anche essere invitati a pranzo o a cena a casa di amici può rappresentare un problema.

Primo perchè ce lo creiamo noi nei confronti di chi cucina.

Secondo perchè magari deve comprare apposta determinati prodotti che poi non utilizzeranno mai.

Non parliamo poi di quando si va in vacanza…

Quindi come ci dobbiamo comportare?

Vi dico come mi comporto io.

Partiamo da quando si viene invitati a casa di amici, parenti o conoscenti.

Se sono amici o parenti sicuramente sono già a conoscenza della nostra allergia.

In questo caso le soluzioni sono molto più semplici.

Vi basterà chiedere cosa prepareranno e se non potete mangiare quello che preparano per tutti, magari chiedete se è possibile fare un piatto differente per voi oppure dite che lo portate voi da casa.

Anche se di solito, sono direttamente loro a chiedere: “E per te cosa preparo?”

E se decidete di portare voi qualcosa da casa, normalmente nessuno si offende perchè sanno della nostra allergia e che potreste stare male.

Quando invece sono invitata a casa di un conoscente, di solito informo della mia allergia la persona ed in base a quello che mi dice mi comporto di conseguenza.

Ad esempio, se mi chiede cosa può preparare per me dico direttamente io.

Qualcosa di semplice, come una fetta di petto di pollo cotto in padella con una patata.

Mentre se la vedo in difficoltà, chiedo se non è un problema che penso io a portare qualcosa per me.

Ma di solito, se si danno opzioni semplici di pasto, il problema è risolto.

Mangiare fuori casa al ristorante oppure in gita.

Se si decide di andare al ristorante, il mio consiglio è quello di telefonare prima e chiedere se possono gestire le allergie.

Se la risposta è affermativa, si spiega il tipo di allergia e tante volte ci si mette d’accordo, in anticipo, sulle portate.

Altrimenti provate a chiamare qualche altro ristorante.

Diversamente è quando si è in giro al mare o in gita turistica in qualche città.

In questo caso preferisco portare qualche cosa di pratico da casa, che può essere una pizza fatta in casa, o del riso freddo, o anche solo della frutta concessa.

Se non ho il tempo di preparare queste cose, mi reco ad un supermercato della zona e compro gallette e prosciutto crudo.

Si anche in inverno tendo a mangiare in strada! ma sono una da “zaino in spalla e cammina!”

Ma se non si esce da sole/i o con il proprio compagno/a ma con amici che preferiscono andare al ristorante a questo punto c’è da trovare un compromesso.

Il primo è trovare un ristorante dove sai che qualcosa la puoi mangiare anche tu.

Il secondo è chiedere al ristoratore se è attrezzato per gestire sul momento la tua allergia.

Altrimenti continuare a cercare.

Se non è possibile stare li a girare oppure il ristoratore non sa come fare, vi basterà chiedere una fetta di carne alla brace, cotta sopra a della carta da forno per evitare il contatto dell’alimento con la griglia in acciaio.

Idem se chiedete di accompagnare il secondo con delle verdure grigliate, cottura su carta da forno.

Questa è una di quelle richieste facili da soddisfare e normalmente non dicono di no.

Altra opzione è fare il terzo grado al cameriere su cosa c’è dentro ad ogni preparazione.

Ma questo non è simpatico, perciò vi consiglio di domandare.

Ma quando si va in ferie?

Per mangiare fuori casa quando si è in ferie, il concetto di base rimane sempre lo stesso,

Chiedere! Chiedere! Chiedere!

Vi assicuro che non c’è nulla di male e le persone che lavorano a contatto con il pubblico sono ben disposte a trovare una soluzione.

Anche se prenoti un albergo, domanda cosa servono a colazione, se è possibile farti trovare delle bevande vegetali, o dello yogurt.

Chiedi se possono farti trovare qualcosa di diverso.

Anche se fai pensione completa… il concetto rimane lo stesso.

Io l’ho fatto e continuo a farlo e non ho mai avuto grandi problemi, anzi si sono sempre messi a disposizione.

Conclusione

La possibilità di gestire l’allergia fuori casa c’è anche se non è facile.

Spiegare la problematica al ristoratore è il primo passo.

Il secondo è che di certo, a differenza di quando prepariamo noi, non è detto che chi sta in cucina abbia la possibilità di utilizzare padelle/utensili adatti a noi.

Questo sopratutto quando si è invitati a casa di qualcuno.

In questo caso, il giorno dopo faccio 2/3 giorni di detox per smaltire un eventuale accumulo.

Mentre al ristorante è più facile che riescano ad utilizzare le padelle adatte a noi e ad evitare contaminazioni, perchè conoscono bene i rischi che possono causare alle persone che soffrono di allergie.

Comprendo che non è facile ma alla fine è tutta una questione di organizzazione, bisogna giocare d’anticipo ma sopratutto bisogna chiedere e spiegare.

Perchè le persone, se avvisate per tempo, riescono ad organizzarsi e a trovare soluzione.

Ma se invece si pensa di andare al ristorante o peggio ancora in trattoria e pretendere che possano preparare sul momento qualcosa per te, di diverso, allora mi permetto di dire che questa cosa diventa una mancanza di rispetto nei confronti di chi lavora.

E ripeto, non perchè non vogliono ma spesso la cucina non è attrezzata a gestire determinate problematiche.

Sapete…

per gestire una allergia in cucina, ci vuole un banco da lavoro dedicato, se non l’hanno devono bloccare tutto, pulire, disinfettare, preparare per chi ha la problematica e poi tornare alle preparazioni classiche.

Devono avere la possibilità di evitare contaminazioni.

Se non hanno una zona e del personale da dedicare a chi soffre di allergia, vuol dire fermare, lavare, disinfettare e preparare, ma non solo il banco, gli utensili, le affettatrici, ecc.

Insomma ragazze/i non è facile per nulla, ne per noi ma tante volte neanche per loro.

Per questo vi dico, chiamate prima, chiedete perchè così date loro la possibilità di organizzarsi meglio.

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