Cari amici amanti dei film romatichelli… ben ritrovati! Se vi siete divertiti leggendo le prime due puntate della nostra nuova rassegna cine-culinaria, mi auguro siate impazienti di sapere ora il titolo del terzo film. E che siate curiosi di scoprire quale ricetta ho deciso di replicare fra quelle presenti nel film. Ma sì! Lo so che mi avete già sgamata dal titolo! 🤭 È la Torta di pesche della Georgia, una torta tradizionale degli Stati Uniti, meglio conosciuta come Peach Cobbler (o anche come Peach Pie).
Avete già visto le prime due uscite della nostra rassegna di recensioni con ricetta? Eccovi un brevissimo riepilogo.
BREVE RIEPILOGO sui perché di questa rassegna cine-culinaria:
Come vi raccontavo nelle puntate precedenti (qui e qui), da qualche anno sono una fan (più o meno 😀) dei film per la tv di genere romance (amorevolmente detti romantichelli).
È vero che sono film di serie B a basso badget, e che spesso, direi sempre, hanno trame banali. Ma so per precisa esperienza provata che a volte possono essere un piacevole momento d’evasione, e che possono essere visti con piacere da chi ama i buoni sentimenti, e da chi sa apprezzare i colori e i sorrisi che questi film elargiscono a piene mani. E se il valore artistico dell’opera lascia un po’ a desiderare… be’, pazienza! Questi film hanno un loro valore, è celato nei dettagli e va trovato, ma c’è. 😉
Ci tengo sempre a precisare che si tratta di fiction dalla trama semplice che, per mia personale esperienza, possono avere una loro utilità nella gestione degli anziani affetti da Alzheimer. Per chi ha già letto i due precedenti articoli di questa rassegna può sembrare una ridondanza la ripetizione di questa informazione, ma ci tengo veramente a diffonderla, perché assistere questi malati non è cosa facile e ogni consiglio utile può essere importante, fosse anche per un solo caregiver: i ritmi lenti di questi film, le ambientazioni semplici ma ben illuminate, i colori, i primi piani di volti sorridenti, possono infondere serenità e strappare qualche sorriso, a chi vive un qui e ora fatto di pure sensazioni. E ogni loro sorriso è un sollievo per chi li assiste. Se avete avuto esperienze simili, scrivetemi, raccontatemi!
In questo viaggio un po’ particolare (e divertito, perché sdrammatizzare bisogna, sempre), mi accompagna Lucius Etruscus, esperto di questo genere cinematografico (come di altri generi, cinematografici e letterari), affiancandomi con la rubrica Ama, Bevi, Cucina nel suo blog Il Zinefilo.
Sono proprio curiosa di conoscere l’Etrusco-pensiero sul film di oggi! Chissà se ci regalerà come la settimana scorsa qualche fantasioso, sorprendente collegamento! Se vi siete persi il divertentissimo confronto tra il tè azzurro che appare nel film Amore a quattro mani e la mitica birra romulana… be’, è una chicca imperdibile che solo Lucius poteva scovare, e dovete leggerla!
IL FILM DI OGGI: La ricetta dell’amore (Love’s Sweet Recipe)
Come da tradizione (al terzo film si può considerare una tradizione!) inizio col dire due parole sul titolo italiano, dato che le traduzioni dei titoli ci lasciano sempre qualche interessante dettaglio su cui pignolare. Questa volta la traduzione è quasi alla lettera, hanno solo tralasciato sweet (cioè l’aggettivo dolce). Ma è una mancanza importante! È vero che La dolce ricetta dell’amore è solo una sfumatura di significato, ma quel dolce ha la sua importanza. Almeno per me, che dopo attenta visione del film ho deciso di scegliere come ricetta rappresentativa, appunto, un dolce. 😃
LA TRAMA:
Courtney Preston lavorava in un ristorante a New York, ma è dovuta tornare nella cittadina d’origine, in Idaho, per gestire il piccolo ristorante di famiglia che non sta funzionando molto bene. Il suo intento è quello di rimettere in carreggiata il ristorante per poi tornare a New York. Un giorno Jake Turner di punto in bianco si presenta alla sua porta. Jake, quando erano adolescenti era stato di lei segretamente innamorato, da ragazzo aveva lavorato in quello stesso ristorante alle dipendenze del padre di lei (ma questo lei non lo ha mai saputo), per poi andarsene e diventare una stella del baseball, tanto da essere sempre sulle prime pagine dei giornali (e lei non sa nulla neppure di questo), ma finendo poi per abbandonare il baseball per un infortunio. Ora, di punto in bianco e creando in Courtney un certo sconcerto perché di lui non si ricorda per nulla (proprio smemorata!), si propone come pasticcere per il ristorante. Da stella del baseball a pasticcere, sì, è questo il nuovo mestiere che Jake vuole intraprendere, perché la sua passione per la pasticceria è più forte di quella che aveva per il baseball. Lei non è convinta. Lui le regala alcuni dolci da assaggiare. Dopodiché galeotto diventa un evento culinario dal titolo Only in Idaho a cui Courtney decide di partecipare per rilanciare il ristorante, così da poter poi, finalmente, tornare alla sua vita a New York. Naturalmente Jake la aiuterà e… chi indovina come andrà a finire?
LE MIE (come sempre semiserie) IMPRESSIONI SU QUESTO FILM:
Guardando il film ho avuto un mare di déjà-vu.
Cioè: ci sono in questo film così tanti argomenti ricorrenti, narrati seguendo lo stesso identico schema, che non mi stupirebbe scoprire la mano dello stesso sceneggiatore in tutti i romantichelli esistenti sul mercato! Ma su questo particolare saprà illuminarci sicuramente il nostro Lucius!
Nell’odierno La ricetta dell’amore gli argomenti ricorrenti sono:
▫ La vita precedente a New York.
Tutti gli chef o aspiranti tali devono passare di lì, è d’obbligo.
▫ Il ritorno in provincia.
Tutti sono originari della provincia, nessuno è nativo di New York!
▫ Motivi del ritorno in provincia: un fallimento lavorativo o un problema di famiglia.
Sempre e solo motivi tristi.
▫ Una prova a cui dover sottostare per migliorarsi: un concorso, una gara, un giudizio di un critico, cose così.
Per migliorarsi ci vuole uno sprone, ci vuole.
▫ Il ricordo perduto di vicende passate, spesso dei tempi di scuola.
E se, come Courtney, hai dimenticato tutto, devi rivangare ugualmente.
▫ Un parente, spesso un genitore, presente o defunto, che indica la giusta via.
Ci sta, onore ai genitori che si prodigano per i figli. Però in questi film sono sempre parecchio mielosetti, diciamolo. E devo confessare che in questo film la mamma di Courtney mi è amabilmente fastidiosa.
▫ Un taccuino o un diario o altri scritti lasciati, o ispirati, da un genitore, di solito quello defunto.
Sempre scritti e decorati in modalità adolescenziale.
▫ Alcuni dettagli assurdi, per me spassosi, ma comunque assurdi.
Ad esempio in questo film: Jake che confessa che durante le partite di baseball mentre era al lancio… aveva per la testa sempre e solo la glassa per gli éclair. Ma daiiiii! No non ci credooo!!
Dopo le ricette della mamma scritte su foglietti (nel film Il sapore dell’amore), e dopo il taccuino di ricette, sempre della mamma, scritte tra fiorellini e cornicette (nel film Amore a quattro mani), nel film di oggi l’ispirazione proviene dal diario del papà di Courtney. Un diario denominato «Il manuale dell’amore», che più che un diario è una raccolta di massime, di frasi numerate da 1 a 10, innalzate a dignità di vere e proprie, e fondamentali, regole di vita.
Ogni volta che Courtney legge una regola, in rigoroso ordine progressivo, ha un’illuminazione circa la decisione da prendere in quel momento. E prende sempre la decisione giusta. Perciò decide di utilizzare questo magico diario come suo spirito guida nella scelta del menu da proporre al concorso.
Ah oh… boh.
Concorso che ovviamente vincerà. Dopodiché deciderà di rimanere nella ridente cittadina di provincia in Idaho a fare la ristoratrice, rinunciando a New York.
Mentre il pasticcere, ex sportivo ma non ex innamorato, rinuncia ad una carriera da allenatore di una squadra di baseball per aprire la sua pasticceria di fianco al ristorante di lei.
E lei alla fine capitola – ahhhh l’amour! – suggellando il tutto con un ordinativo di torte di pesche. 😃
Ma anche con uno degli abbracci e baci più finti e in posa fra tutti quelli che ho incontrato nei romantichelli che ho visto nella mia pseudo-carriera di pseudo-esperta di romantichelli!
Ops, scusate… temo d’avervi spoilerato il finale!! 😁
QUALCHE BREVE CONSIDERAZIONE SUL FILM:
Con questo La ricetta dell’amore non ho lo stesso legame sentimentale che ho avuto con il film precedente, anche perché pur svolgendosi in modo simile – ci sono le stesse passeggiate nella natura alla ricerca degli ingredienti, le stesse prove di realizzazione delle ricette nella cucina di casa, la stessa degustazione di prova con gli amici – tutto si svolge in un modo meno coinvolgente. Nell’insieme questo film è più scarso.
Forse anche a causa dei protagonisti, entrambi non eccelsi. Lei come cuoca e come ristoratrice convince pochissimo, seppur l’attrice dia l’idea d’avere qualche dote di recitazione in più rispetto all’attore che interpreta lui, non particolarmente espressivo. E poi, con quel giubbotto di pelle e il ciuffo anni ’50 che lo fanno sembrare l’emulo scarso della copia di un cantante rockabilly, non è granché credibile né come stella del baseball né come pasticcere.
Lucius definisce questo film «pencolante e insufficiente sotto ogni aspetto». Eh sì, ne convengo. Non fosse altro che per quell’«Osso Bucco», che addirittura ci mostrano in primo piano e che a me dà molto bene l’idea dell’insufficiente. 😂 Anche se poi ho appurato – consultando il Cambridge Dictionary – che non è un errore (Ah sì?? Mah!), ma fa ridere e/o piangere ugualmente!
Comunque, dai, non tutto è del tutto insufficiente, qualche input interessante emerge nelle parti prettamente culinarie. Sia nella parte iniziale, quando ci vengono mostrati i piatti serviti nel ristorante, ma soprattutto poi, nella parte dedicata al concorso, tra preparazione delle ricette e svolgimento dell’evento. Mi sono piaciuti gli impiattamenti delle ricette, tutte ben inquadrate mentre vengono preparate e servite.
Si può dirlo, che l’aspetto culinario è stato ben gestito a livello fotografico, e questo ai miei occhi ha fatto guadagnare un punticino al film.
Per non parlar della torta di pesche della Georgia, la ricetta che ho replicato, che a casa mia è stata la scoperta dell’anno e per la quale devo assolutamente ringraziare questo film! 🤩
LA RICETTA CHE HO SCELTO: Torta di pesche della Georgia (Peach Cobbler)
La torta di pesche della Georgia è una ricetta che passa come una meteora in mezzo alle altre, parecchie, ricette citate nel film, e ben mostrate nei loro impiattamenti. Per poi splendere di nuovo, per un attimo, nel finale, quando viene allusivamente citata dalla protagonista poco prima della happy end.
Ma rappresenta un momento importante nella narrazione: quando Courtney accantona l’atteggiamento di superiorità e insofferenza nei confronti di Jake (un sant’uomo, davvero) e capisce che… se lui è capace di preparare una Torta di pesche della Georgia così buona, in fondo in fondo forse in lui un lato buono c’è.
Mentre lui gioca la carta della ricetta tipica del territorio, usando la torta di pesche della Georgia solo per far colpo e prenderla per la gola, e provare ad addolcire la sua (non poca) antipatia (ahhhh l’amour, l’amour!!).
Comunque, dettagli romantichelli a parte, mi sono molto incuriosita guardando la sequenza in cui la torta viene sfornata. Inizialmente l’avevo scambiata per un clofoutis (o meglio una flaugnarde), ma poi ascoltando bene la conversazione, quel «qualcosa di tipico della Georgia» mi ha fatto drizzare le antenne. Accidenti, è davvero una ricetta americana tradizionale?
Eh sì. Lo è. La doverosa ricerca online mi ha fatto scoprire che la torta di pesche delle Georgia è proprio un dolce tradizionale americano nato all’epoca della conquista del West.
Ho scoperto in questo interessante articolo la storia della pioneristica coltivazione delle pesche e di come sia nata la Peach Cobbler, una storia che non conoscevo e che ho trovato affascinante. Quanto vorrei poter provare a cuocere questa torta in un dutch oven originale!
Di questo dolce ho trovato anche altre versioni, ma ho deciso di provare la ricetta di questo articolo perché è una ricetta semplice che ricorda molto le ricette delle nonne. E poi all’interno viene citata anche una versione ancor più semplificata, probabile versione originaria dei pionieri (che non mancherò di provare!).
Dato che il film non ci svela la ricetta usata sul set, mi sono sentita libera di personalizzare (giusto un pochino) le quantità di alcuni ingredienti. Ed è riuscita buonissima. 😊
Così buona che l’ho ripetuta tre volte in una settimana, e poi l’ho preparata per una serata tra amici, e ho distribuito in giro la ricetta prima ancora di scriverla! Merita di essere diffusa, perché è buonissima!
Che è buonissima l’ho detto, vero?
😃
- DifficoltàFacile
- CostoEconomico
- Tempo di preparazione15 Minuti
- Tempo di cottura40 Minuti
- Porzioni6
- Metodo di cotturaForno
- CucinaAmericana
- StagionalitàTutte le stagioniEstate
Ingredienti
Ingredienti per la base di pesche:
Ingredienti per la pasta:
Ingredienti per la decorazione:
Strumenti
Passaggi
Per preparare la base di pesche:
Sbucciare le pesche e tagliarle a pezzetti oppure a fette piccole.
Versare i pezzi di pesca nella teglia in cui poi verrà completata la torta.
Versare sulle pesche lo zucchero, il succo di limone, l’amido di mais (in mancanza, va bene anche la fecola) e un cucchiaio di whisky (io ho usato il Jack Daniel’s).
Mescolare bene.
Infornare e cuocere le pesche per circa 15 minuti a 200°C.
👉 Ho fatto anche una versione con le pesche non sbucciate (in questo caso erano pesche bianche) e la torta è riuscita ugualmente benissimo.
Mentre le pesche cuociono preparare la pasta.
Preparare la pasta:
In una ciotola lavorare brevemente il burro ammorbidito e tagliato a pezzetti con lo zucchero.
Aggiungere la farina e il lievito.
Lavorare con le mani velocemente per ottenere un impasto sbriciolato.
Scaldare l’acqua e versarla (calda) sul composto di briciole.
👉 Si può usare anche un po’ di acqua in più (ma non oltre 50 g), adeguando con l’aggiunta di un cucchiaio di farina.
Mescolare con un cucchiaio per ottenere un composto morbido.
Trascorsi i 15 minuti di cottura delle pesche, toglierle dal forno.
Versare sulle pesche il composto a cucchiaiate (ancor meglio usando un cucchiaino invece del cucchiaio).
👉 Ho provato sia a lasciare il composto a cucchiaiate, come la ricetta suggeriva (il risultato post-cottura è visibile nella foto di copertina verticale), sia a stendere il composto con il dorso di un cucchiaio, per meglio ricoprire le pesche. La resa finale non cambia di molto. Il composto è morbido perciò in cottura un po’ si assesta, ma anche se lo si spalma ha ugualmente un’ottima riuscita.
Decorazione e Cottura:
Decorare con una spolverata di fiocchi d’avena e mandorle tagliate grossolanamente.
Infornare e cuocere per 20 minuti a 200°C, comunque fino a doratura.
La torta di pesche delle Georgia può essere servita sia tiepida che fredda (a mio gusto l’deale è lasciarla riposare per almeno un paio d’ore).
Negli Usa viene solitamente accompagnata da una pallina di gelato (una prova che noi non abbiamo ancora fatto, ma dovremo!).
Tiepida è molto buona, ma per me (per noi) fredda è ancor meglio. Per non parlar del giorno dopo, buonissima (se rimane).
In ogni caso, sconsiglio di servire la torta bollente appena sfornata, come invece sembra facciano nel film. 😀 Eh sì, nel film la sequenza è questa: subito dopo aver tolto la torta dal forno, Jake la porziona e la offre a Courtney in una coppetta.
(Perché in una coppa, a suo giudizio, è «più elegante». Ah sì?)
E lei assaggia subito… senza ustionarsi! 🤭😄
Ma, vi assicuro, appena sfornata è davvero bollente. Le pesche, ben chiuse sotto alla copertura di pasta, mantengono il calore per parecchio, perciò è meglio aspettare un po’.
Comunque, calda, tiepida o fredda che sia… vi ho ingolosito? Secondo me sì!
Non vi resta che provarla subito! E se vorrete servirla in modalità elegante come suggerito da Jake Turner, il pasticcere col ciuffo… procuratevi delle coppette! 😃💪🤩
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