Cucinare senza sale, il mio percorso

Per chi non avesse notato l’annotazione in testata, o non avesse letto la mia presentazione, sappiate che le mie ricette sono senza sale aggiunto. Infatti, negli ingredienti non compare mai il sale.
Non è un errore o una dimenticanza. E di seguito ne spiego il motivo.

Non è breve… ma sono certa che avrete la pazienza di leggere fino in fondo, se cucinare senza sale fa al caso vostro, o se vi desta anche solo un po’ di curiosità.

Cucinare senza sale, il mio percorso

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Non uso il sale (né grosso né fino) da oltre vent’anni. Da quando il medico ci consigliò di eliminarlo, in un periodo in cui mio marito ebbe dei problemi di salute, anomali a quell’età.
Quando, dopo un paio d’anni, il problema si risolse, eravamo entrambi abituati a questo modo di cucinare, e di mangiare, e abbiamo ritenuto di comune accordo di proseguire così. Tornare ad usare il sale non ci interessava più.
Quando è nata Flavia ho appreso, prima non lo sapevo, che nel primo anno di vita dei bambini non si deve aggiungere il sale nelle pappe e quando l’anno è passato mi sono detta: “perché cominciare? in fin dei conti la bambina non ha l’abitudine al sale quindi non può sentirne la necessità”. E così ho fatto anche dopo la nascita di Fabrizio e ho proseguito fino ad oggi.

Naturalmente mi sono documentata, parlandone con il medico e leggendo in proposito, e so che l’apporto di sale dagli alimenti soddisfa il fabbisogno giornaliero, per cui l’evitare di salare l’insalata o l’acqua della pasta può essere considerata una buona prassi, più che una rinuncia.

All’inizio mi sono aiutata con libri dedicati alla cucina senza sale, che consigliavano l’uso delle spezie per insaporire ed esaltare il sapore degli alimenti. E’ vero, le spezie aiutano molto e con l’esperienza si aggiungono in modo istintivo, indipendentemente dal fatto che si segua una ricetta o meno.
Le spezie che uso di più sono il peperoncino, il pepe, la noce moscata e il curry, uso i semi tostati come pinoli e sesamo e tante erbe aromatiche, soprattutto l’origano oppure un misto di origano, basilico, timo, salvia e maggiorana, che è veramente ottimo, uso tantissimo il limone, soprattutto la scorza, e quell’insaporitore imbattibile che è l’aglio.
Poi, sì, a volte non posso fare a meno di olive e capperi o altri prodotti in salamoia; si tratta di usi saltuari che comunque e fortunatamente possiamo concederci, poiché ora non stiamo seguendo una dieta imposta da ragioni mediche. Semplicemente abbiamo fatto una scelta. Dettata all’inizio da cause precise e dal consiglio del medico, ma poi tramutatasi in scelta nel momento in cui ci siamo resi conto che quando il palato perde l’abitudine al gusto “saporito”, gli alimenti riacquistano il “proprio” sapore.

Il fatto di mangiare senza sale in casa non ci impedisce d’andare al ristorante o di mangiare a casa della nonna o degli amici, e non ha mai dato problemi ai bambini (intendo a livello di gusto) mangiando nelle mense scolastiche fin dai tempi del nido. Le cose cucinate da me non ci sembrano insipide, è solo questione di abitudine, né quelle cucinate da altri ci sembrano salate (forse la pizza di alcune pizzerie, sì).
Le uniche volte in cui aggiungo il sale, in modeste quantità e sporadicamente, è nei minestroni e nelle minestre in brodo, sono gli unici piatti in cui la differenza un po’ si sente, in quanto il metodo di cottura in acqua disperde i sapori mentre, al contrario, esistono altri metodi di cottura che aiutano a preservare il sapore degli alimenti, ad esempio alla piastra, al cartoccio, al vapore. Inoltre, ho trovato un valido alleato in un condimento a bassissimo contenuto di sale, il gomasio (update: e le sue varianti al sedano e al carciofo), che mi sento di consigliare a tutti, e non solo a chi si sta avvicinando alla cucina iposodica.

A volte parlo con persone che ancora non conoscono questa nostra abitudine. Vedo le loro facce stupite e le loro espressioni incuriosite quando dico “noi non usiamo il sale”. La frase più spesso pronunciata è “ma come fate?” e subito dopo “io non ci riuscirei”.
Da queste reazioni ho capito che l’uso del sale è talmente radicato, e considerato fin dall’infanzia così normale, che ci si obbliga a ridurlo o toglierlo solo se imposto dal medico. Spesso, l’ho constatato, senza riuscirci.

Perciò, se si deve “mangiare insipido”  perché prescritto, in genere lo si fa in modo drastico, forse improvviso, e un tale cambiamento può essere vissuto con atteggiamento negativo.
Oppure, si può “mangiare senza aggiungere sale in più”  perché si è deciso di farlo. Perché si ritiene superfluo aggiungere sale se quello presente negli alimenti è sufficiente al fabbisogno giornaliero. E perché si vuole recuperare il gusto del cibo.

Non è difficile recuperare il gusto del cibo. Contrariamente a quanto si può pensare, tutti i cibi, cotti o crudi che siano, hanno un loro sapore. Questo sapore può essere esaltato da semplici ingredienti come l’olio, una spezia o un’erba aromatica, anziché essere appiattito, a volte addirittura “bruciato” dal sapore salato del sale.

Con quanto esposto finora non intendo fare opera di convincimento, non ne ho i titoli né la volontà, e neppure ho conoscenze tali per cui potermi permettere di dare consigli mirati. Semplicemente racconto qual è stato il mio percorso, fatto di informazioni, abitudini personali ed esperimenti culinari, e basato sulla certezza che la salute della mia famiglia può beneficiarne, adesso sicuramente, e anche in prospettiva: come prevenzione, pensando d’aver fatto la cosa giusta per la salute futura dei miei figli.

Se qualcuno vorrà avvicinarsi a questo modo di cucinare, il mio consiglio è di diminuire il sale gradualmente, per chi ha l’abitudine ai gusti saporiti sarebbe davvero controproducente toglierlo dall’oggi al domani. Garantisco però, per esperienza personale e familiare, che si può fare senza particolari sacrifici, se fatto in modo graduale, con pazienza, con curiosità e con un pizzico di fantasia in cucina.
Se volete provare datevi dei tempi lunghi, non abbiate fretta, ogni piccola riduzione di sale fatela divenire un’abitudine consolidata prima di passare alla riduzione successiva.

Nel frattempo, se le mie ricette vi incuriosiscono, consultatele, provatele, anche adattandole alle vostre esigenze.
Chi non se la sente di fare questo tentativo, o ritiene di non condividere le mie esperienze e le mie opinioni, può comunque provare le mie ricette in versione con sale aggiunto, usando il sale secondo il proprio gusto o abitudine (non mi offenderò! 😀 ). Fortunatamente le ricette possono sempre essere personalizzate ed è proprio questo il lato divertente della cucina.

Attendo la vostra opinione, con o senza sale.

🤗

15 ottobre 2014
Oggi, scrivendo un articolo per una mia ricetta (per la precisione quella dei biscotti ripieni alla mela) ho fatto una ricerca in rete. Ne ho fatte tante di ricerche in rete negli anni, e di articoli riguardanti l’argomento “senza sale” se ne trovano tanti e di tutti i tipi. Alcuni sono attendibili altri meno, alcuni convincono altri meno, come accade, credo, per ogni argomento si voglia cercare nel web. Oggi però ho trovato un articolo che mi era sfuggito, e sì che risale a pochi giorni prima della pubblicazione di questo mio Cucinare senza sale, che avevo scritto e preparato con molta cura. Si tratta di un articolo di d.repubblica.it che mi avrebbe fatto molto piacere leggere in quel momento, quando avevo aperto il blog da poco ed ero piuttosto timorosa circa l’accoglienza che avrebbe potuto avere l’articolo che stavo preparando e che intendevo rendere pubblico.

Tante volte mi sono chiesta se proporre ricette senza sale fosse davvero una buona idea, se potesse davvero essere accolta favorevolmente da chi si interessa di ricette di cucina. Ora ho la conferma che quei timori erano infondati e che la mia scelta di aprire questo blog e rendere pubblica la nostra scelta senza sale è stata la scelta giusta.

Ecco, questo articolo [NdA: purtroppo il link non è più disponibile] dice praticamente le stesse cose che avete letto in questo mio, parla di «sapori semplici e naturali, ma non per questo “piatti”», parla di «sapore autentico del cibo», parla di «prodotti confezionati, resi più appetibili perché addizionati con sale» e dice una vera verità di cui io e i miei familiari siamo testimoni, e cioè che «il gusto si abitua».
Sono orgogliosa della mia scelta, che ho fatto diciamo così “in tempi non sospetti”, quando tutti, davvero tutti, si stupivano e, ne sono certa anche se nessuno me l’ha mai detto apertamente, mi consideravano un po’ stramba! Ma come si farà mai! a mangiare senza sale!
Ecco, evidentemente la coscienza comune sta cambiando e se anche le istituzioni intervengono, come è dimostrato dalla scelta della Regione Lombardia di far diminuire il sale nel pane, allora forse nessuno più si stupirà quando saprà che io cucino senza sale.
Forse verrà considerata una normalità, una scelta come un’altra. Nessuno si stupisce nel sentir dire “io cucino senza grassi” e “io compro solo prodotti biologici”, anzi, sono affermazioni condivise e considerate più che positive, perché quando si parla di sana alimentazione e di salute siamo tutti d’accordo, no?
Ecco. Aggiungiamo le frasi “io cucino senza sale” e “io compro prodotti iposodici” e consideriamole alla stessa stregua, perché… quando si parla di sana alimentazione e di salute siamo tutti d’accordo, no?

Concludo lasciandovi altri due articoli:

– un articolo di Benessere360 che approfondisce l’argomento “sale”,

– e un’indagine molto interessante fatta nell’ambito del progetto “Meno sale più salute”.

15 marzo 2018
Siamo nella settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale, un appuntamento annuale che merita di essere ricordato e divulgato. Vi lascio il link all’articolo della SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) dedicato al progetto Meno sale Più salute nel quale potrete trovare tanti approfondimenti, tutti molto interessanti che vi invito a leggere, e alcuni ad ascoltare.
In particolare vi invito a considerare quanto sia importante leggere le etichette dei prodotti confezionati per poter acquistare in modo consapevole.

Lo scopo è quello di considerare la riduzione del sale come cosa naturale ed istintiva, perché appartenga alla nostra quotidianità. Come ormai è diventato, facendo un parallelo, naturale e istintivo per tutti comprare l’olio buono, o preferire le farine poco raffinate, o chiedersi “ci sono additivi? troppi grassi? troppi zuccheri?”. Ecco, se lo facciamo per certi alimenti, perché non far diventare istintivo anche il pensiero “quanto sale c’è”? 🙂

19 maggio 2023
Quest’anno la settimana mondiale per la riduzione del sale (Salt Awareness Week) è dedicata al sollecitare i produttori di alimenti confezionati e il mondo della ristorazione alla riduzione dell’attuale contenuto di sale degli alimenti processati e confezionati e nei pasti cucinati in ristoranti e mense.
I tre quarti del sale che mangiamo è già contenuto negli alimenti che acquistiamo, e per il consumatore è impossibile eliminare il sale che è già stato aggiunto, perciò è di fondamentale importanza che le aziende alimentari (con l’intervento delle istituzioni) riducano la quantità di sale nei loro prodotti seguendo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Questo documento del Ministero della Salute ben riassume le finalità del WASSH (World Action on Salt, Sugar & Health) e vi consiglio di consultarlo. Il documento si conclude con un piccolo elenco di 5 azioni concrete per ridurre il consumo di sale. Elenco che vi riporto qui di seguito, perché tanto mi ricorda i “consigli senza sale” che abitualmente aggiungo in coda alle mie ricette:
– usare erbe, spezie, aglio, peperoncino, erbe aromatiche e agrumi al posto del sale per aggiungere sapore al tuo cibo
– scolare e risciacquare verdure e legumi in scatola e mangiare più frutta e verdura fresca
– controllare le etichette prima di acquistare per scegliere prodotti alimentari meno salati
– ridurre gradualmente il sale nelle ricette preferite – consentendo alle papille gustative di adattarsi
– non mettere a tavola sale e salse salate, in modo che anche i più giovani della famiglia si abituino a non aggiungere il sale.

Buona cucina iposodica a tutti 🙂

catia in cucina ricette senza sale aggiunto

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4 Risposte a “Cucinare senza sale, il mio percorso”

    1. Bella domanda! La risposta giusta è: dipende, dall’ospite 🙂 ma anche dal piatto. In alcuni casi sì, chi non è abituato non potrebbe farcela, la diminuzione graduale è fondamentale per abituare il palato.
      Ed è un classico…che anche volendo…nell’acqua della pasta me lo dimentico regolarmente! anche perchè il sale grosso proprio non ce l’ho in casa! Ma i miei ospiti sono tutti ben informati e consapevoli 😀 e comunque, di solito ritornano! 😉

  1. Ciao Catia sono Rossana del IL CLUB DI ROSSANA, grazie per i complimenti nei miei confronti (sul tuo commento ho lasciato la mia risposta) e volevo complimentarmi per il tuo blog e per la tua particolari
    tà nel preparare i piatti senza sale. Ottima scelta soprattutto per la salute.
    Grazie ancora per seguirmi e da adesso anch’io comincerò a seguirti.
    Ciao. Rossana.

    1. Ciao Rossana! ma che piacere, grazie per essere passata! 😀 Eheheh comincerò a copiarti le ricette e a “desalinizzarle” tutte! (scherzo eh) 🙂 Ciaoo!

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