Latte di soia fatto in casa

Eccomi qua, il mio latte di soia è pronto! 🙂
Mi ha dato del filo da torcere, devo dirlo, ma non mi sono arresa! Eh no!

Prima di scrivere questo articolo ho fatto mille esperimenti e, soprattutto, ho sperimentato il mio latte di soia in alcune ricette. Perché, devo dirlo in tutta onestà, questo latte di soia casalingo non è una di quelle preparazioni belle furbe che riescono alla perfezione al primo colpo, perlomeno non a me proprio no! Ci vuole il giusto feeling per capire come trattarlo, ma soprattutto… ci vogliono i giusti suggerimenti!! 😀

Infatti è una bevanda dal gusto un po’ particolare, tanto particolare che all’inizio non sembrava avere grandi speranze di riuscirmi bene, né di piacermi.
Però, eh, alla fine l’ho avuta vinta! Proseguite a leggere che vi svelo tutto!

latte di soia fatto in casa

Come avevo già accennato parlando del latte d’avena, ho intenzione di provarle tutte le bevande alternative al latte vaccino, e con un po’ di tempo e di pazienza so che ci riuscirò.
Poi tirerò le somme e stilerò una classifica! 😀 Per ora posso dire che fra latte d’avena e latte di soia quest’ultimo è il primo in classifica in quanto a… …non vorrei dire “in quanto a difficoltà” perché non sarebbe del tutto esatto, infatti una volta scoperto il trucco è facilissimo fare il latte soia. Ma arrivare a questa considerazione è stata dura, il mio latte di soia fatto in casa mi ha fatto sudare sette camicie prima di arrendersi!
Dopo varie produzioni con risultati per me insoddisfacenti, che mi avevano fatto pensare che il latte di soia homemade non facesse per me, finalmente qualche giorno fa ho fatto una scoperta risolutiva. Tanto risolutiva che ora son qui che sto modificando alcune parti di questo articolo, già scritto, nel quale vi dicevo con sincerità quanto poco ma veramente poco mi piacesse, il latte di soia fatto in casa. 🙄

Il latte di soia che avevo prodotto fino a quel momento aveva sempre un odore e un sapore di fagiolo per me troppo marcato, e anche zuccherandolo non riuscivo proprio a farmelo piacere. Lo tolleravo mescolato al caffè o al caffè d’orzo, l’avevo usato in alcune ricette, alcune riuscite bene – questo va detto – altre riuscite così così. Insomma, non mi piaceva e non ne ero pienamente soddisfatta.
Faticavo a capire perché mai quello prodotto in casa fosse così diverso, e peggiore, rispetto a quello confezionato. Il latte di soia confezionato lo compro da anni, mi è sempre piaciuto sia nella versione zuccherata sia nella versione non zuccherata mista soia-riso di cui vi ho già parlato (usato ad esempio nella crema di caffè e nella maionese).
Come altre bevande vegetali confezionate, il latte di soia confezionato contiene, oltre allo zucchero, anche olio, sale e aromi, che io non ho mai volontariamente aggiunto, come non li ho mai aggiunti neanche nel latte d’avena. Eeeeehhh lo so già cosa state pensando… ma tranquilli, non era la mancanza di olio o di sale il problema!
E io me lo sentivo che non era quello il problema. 😉

latte di soia fatto in casa

Ad un certo punto delle mie sperimentazioni mi sono trovata a questo stadio:
– il mio latte di soia non mi piaceva come bevanda
– ma lo usavo in cucina, in alcuni casi con successo
– nel frattempo scrivevo un articolo in cui raccontavo tutte le mie perplessità
– affiancate a impressioni positive sul suo uso in alcune ricette, ad esempio i pancakes (ottimi!).

Perciò non sapevo che fare: lo rendo pubblico o no l’articolo? come lo scrivo? come si può scrivere un articolo sul latte di soia e dire: “Guardate, vi avverto, sa di fagiolo! perciò non bevetelo perché non è mica una gran bontà. Però usatelo nei vostri pancakes.”

Era una cosa assurda da raccontare in un articolo, lasciatemelo dire.

Poi, di punto in bianco, alcuni giorni fa mi capita di leggere il blog di Bressanini. Un articolo che era lì che aspettava solo di farsi leggere da me. La lettura di questo articolo nel quale viene data un’informazione utilissima, ha risolto tutti i miei problemi. Ho subito provato, ovviamente 🙂 e vi assicuro che è davvero efficace.

E la mia opinione sulla bontà del latte di soia fatto in casa è cambiata da così a così, nel giro di una sola produzione! 😀

Latte di soia fatto in casa

Ingredienti
100 g di soia gialla (dopo l’ammollo diventeranno 240-250 g)
1 litro d’acqua
1 cucchiaio di zucchero di canna

Procedimento
Mettere in ammollo la soia per 24 ore, cambiando l’acqua (io per due volte). (L’ammollo, e l’eliminazione della acqua d’ammollo, sono necessari per l’eliminazione dei fitati e altri antinutrienti presenti nella soia.)

Ed ecco cosa ho imparato da Bressanini: non lasciare la ciotola (contenente la soia in ammollo nell’acqua) a temperatura ambiente ma metterla in frigo. Il motivo sta nel fatto che – e ve lo dico con le sue parole: “l’ammollo in frigorifero riduce la formazione di odori e sapori non desiderati”.

Perciò… si possono lasciare anche a temperatura ambiente, sì, ma dopo la mia esperienza io sinceramente non lo faccio più. Quando si toglie la ciotola dal frigo la soia non emana alcun odore, mentre prima quando la lasciavo in cucina a temperatura ambiente l’odore dei fagioli di soia ammollati era evidente.

Se leggerete l’articolo di Bressanini noterete che io ho utilizzato metodi e tempi lievemente diversi. Date le varie mie sperimentazioni precedenti, ho stabilito un mio procedimento, e sono certa che ognuno di voi potrà adattare le proprie esperienze a queste mie istruzioni o a quelle dei tanti articoli diffusi in rete. Seppur ferme restando alcune informazioni di base.

Bene, torniamo al procedimento.

Dopo 24 ore (anzi, io per motivi di tempo ho prolungato di qualche ora) e due cambi d’acqua, togliere la ciotola dal frigo, scolare i fagioli e sciacquarli con acqua corrente.

Versarli in una pentola e aggiungere un litro d’acqua.
Utilizzare una pentola capiente perché poi durante l’ebollizione si formerà della schiuma.

Frullare il tutto usando un frullatore ad immersione. La prima schiuma io l’ho tolta già in questa fase, subito dopo la frullatura. Per toglierla utilizzare una schiumarola o una ramina.

Portare a ebollizione e lasciar bollire a fuoco basso e con il coperchio messo a metà per 15-20 minuti.
Attenzione alla schiuma, eventualmente di tanto in tanto togliere il coperchio, e comunque eliminarla. Se la schiuma tende a fuoriuscire nonostante il fuoco basso probabilmente la pentola è troppo piccola.

Trascorsi i 15-20 minuti, spegnere il fuoco e lasciar intiepidire, dopodiché filtrare usando un telo oppure, eventualmente, un colino a maglie fitte (vedi “come filtrare” nelle note in fondo).

Dopo il filtraggio zuccherare a piacere, io ho usato un cucchiaio colmo di zucchero di canna.

Il latte di soia può essere conservato in frigo per 3-4 giorni, chiuso in un contenitore o una bottiglia, ma se lo userete per le vostre ricette (ricette in cui possa sostituire il latte vaccino) vedrete che lo finirete subito! 😉

Da bere da solo, come bevanda, secondo me è buono freddo di frigo. E a voi come piace di più?

Considerazioni e consigli

okara

Come filtrare: Ho provato a filtrare il latte sia con un semplice colino a maglie fitte (come faccio per il latte d’avena) sia con un telo. Non c’è grande differenza nella riuscita del latte, se non nella presenza di più deposito nel primo caso, deposito quasi inesistente usando il telo. Ho riscontrato che usando il colino una certa quantità di latte viene trattenuta dalla soia frullata (l’okara), e anche schiacciando il composto con un cucchiaio non si riesce ad estrarre bene tutto il liquido, come invece avviene strizzando l’okara con il telo (si ottiene circa mezzo bicchiere di latte in più). Alla fine ho deciso che il metodo per me migliore è il telo, in quanto l’okara, il composto di soia che resta nel telo, risulta più asciutto e si presta molto bene ad essere riutilizzato.

Utilizzo dell’okara: Mi raccomando, non buttatela! se non potete usarla subito si può conservare per alcuni giorni in frigo (chiusa in un contenitore). Può essere aggiunta all’impasto di pane e focacce oppure può essere usata per fare delle ottime polpette (ne parleremo) (QUI trovate le crocchette).

Sterilizzazione del telo: può essere usato un comune tovagliolo, l’importante è che non contenga tracce di detersivo o ammorbidente, io sono terrorizzata all’idea che possano trasferirsi tracce e odori di detersivo nel latte e faccio sempre bollire il telo prima di usarlo. A dire il vero ho destinato un paio di tovaglioli a questo tipo di utilizzi (il telo serve anche quando si fa il formaggio spalmabile) ed evito di lavarli in lavatrice insieme all’altra biancheria.

Ora tocca voi! Provatelo!
Attendo le foto del vostro latte di soia e, soprattutto, le vostre opinioni!

Vi aspetto qui nei commenti sottostanti, oppure sulla pagina Facebook o nel mio gruppo (iscrivetevi!) 😊

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4 Risposte a “Latte di soia fatto in casa”

  1. Un consiglio per l’okara: la si può stendere in uno strato sottile su una teglia e poi infornarla a temperatura dolce, 120 gradi, finché non è secca e anche un po’ dorata. Prende un sapore molto più ricco e la si può usare nelle zuppe, negli impasti, nei biscotti… io la mangio anche così com’è!

    1. Grazie! io finora l’ho sempre usata per fare polpette e crocchette, mi attira molto questa idea, soprattutto per fare i biscotti. Grazie, i consigli sono sempre ben graditi! 🙂

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