Per chi non lo sapesse, sono anche “Expo Contributor” nel sito “Expo Worldrecipes” 😉
Vi confesso che la mia personale esperienza non è stata delle migliori: troppo caos, troppe file, spesso secondo me ingiustificate ed ingiustificabili. Basti pensare che, per il solo padiglione del Giappone (a cui infatti ho rinunciato), c’erano ben 2h30 di fila: ora, ciò che vorrei consigliare agli organizzatori, se mai leggeranno questo post, è questo: considerando che nel padiglione si entra a gruppi di 50, e che la visita dura 50 minuti, non sarebbe meglio fare una lista di prenotazioni con i turni, così la gente sa a che ora deve venire e non passa tutta la giornata a fare la fila?!?
Tanti i padiglioni promozionali di grandi aziende…troppo alti i costi di snack bar e ristoranti…insomma, in effetti il motto “Nutrire il pianeta” non mi è sembrato implementato al meglio.
Per non parlare del fatto che, in molti stand, non era possibile acquistare ingredienti tipici, ma solo un po’ di cianfrusaglie dei vari artigianati locali, a prezzi ovviamente super maggiorati.
Ciononostante, ho cercato di orientare la mia visita al meglio scegliendo i posti che più mi ispiravano, e dove la fila era tutto sommato ragionevole.
Il primo cluster in cui siamo entrati è stato quello del Vietnam: molto deludente, sembrava un semplice bazar.
Ma, dato che ho un debole per la cucina orientale…una tappa allo snack bar l’ho fatta 😉
Bello, e non troppo affollato, il padiglione della Russia.
Alla fine del giro, abbiamo gustato dell’ottimo caviale accompagnato da uno shottino di vodka!
Dato il mio passato da cooperante, mi sono soffermata un bel po’ nei cluster dei paesi africani, primo fra tutti quello del mio amato Benin, dove ho vissuto a lungo 🙂
Molto divertente è stato scoprire posti nuovi, mai sentiti né incontrati nemmeno giocando a risiko, come il Turkmenistan! 😀
Bello anche il padiglione della Corea, dove tutto era incentrato sul concetto di “fermentazione” ed “equilibrio”.
Molto carino e ben fatto, con idee architettoniche innovative a tema food, come il soffitto di bottiglie o le pareti di piatti, il padiglione Spagna.
Come vi dicevo, non sono entrata nel padiglione del Giappone, ma ho fatto un salto nella zona ristorante, dove dei simpatici signori permettevano di fare delle foto con i costumi tradizionali giapponesi: potevo perdermi quest’occasione? 😀
Nel padiglione del Marocco (a cui dò il merito di aver trovato prodotti alimentari tradizionali in vendita, forse l’unico di quelli che ho visto!) ho trovato persino…l’albero dei tablet!!! 😀
Data la mia personale filosofia legata all’alimentazione, non potevo non andare nello spazio di Slow Food dove, oltre a poter degustare ottimi vini e formaggi DOP a prezzi tutto sommato contenuti, c’era la possibilità di “giocare” con il cibo ed i propri sensi, come il tatto e l’olfatto 🙂
Ho anche visitato il “supermercato del futuro”: bello, per carità, ma più un’immensa sponsorizzazione della COOP che altro…
Concludo con un’immagine dell’Albero della Vita, che con i suoi colori la sera è davvero affascinante…