Marmellata di susine selvatiche

Siamo arrivati all’ultimo appuntamento della stagione con Light and Tasty e ho deciso di salutare la rubrica con la ricetta della marmellata di susine selvatiche che ho preparato in questi giorni. Quest’ultima ricetta della stagione (riprenderemo a settembre) è a tema libero, cioè a tema liberamente dedicato all’estate, perciò una marmellata fatta in casa mi sembra perfetta, non dite?
È così bello in estate accumulare barattoli colorati, ripieni dei frutti che l’estate ci regala a piene mani!
E se poi questi frutti nascono da soli, riempiendo, ma proprio riempiendo, i rami di due alberi che stanno lì in attesa d’essere alleggeriti… ma cosa c’è di più bello da fare se non raccoglierli?

Questa marmellata di susine selvatiche fantasticamente buona ha letteralmente assorbito un paio delle mie giornate, e non perché sia impegnativa da realizzare eh, tutt’altro! Ma perché la scoperta di questo frutto ha acceso così tanto la mia curiosità, che il cercar notizie e informazioni sulle susine selvatiche, o prugne selvatiche, o prugnette selvatiche, o prugnole, o… ma quanti nomi ha questo frutto fantastico???, è stata una delle cose che ho fatto con molto interesse in questi giorni. Ed è stato argomento di conversazione con varie persone, sia dal vivo (mamma, figli, marito, amiche) che online, in particolar modo sulla pagina fb e nel gruppo.
Insomma credo proprio d’aver raccolto abbastanza informazioni da potervi passare. 😊

Innanzi tutto, eccole qua le susine selvatiche che abbiamo raccolto:

susine selvatiche

Questa per la verità è solo una parte delle susine, che abbiamo raccolto dai due susini che si trovano nel terreno di mio fratello, due alberi che sembrano uguali a vedersi, i cui frutti sembrano uguali a vedersi (salvo qualche diversa sfumatura di colore) ma che all’assaggio non sono uguali per niente. 😀 Uno dei due alberi produce susine dolci, l’altro produce susine asprigne. Entrambe le varietà sono piccole e tonde, quelle asprigne sono in prevalenza rosse (e alcune gialle e rosate), quelle dolci sono in prevalenza rosate e gialle (ma alcune anche rosse). Ecco perché abbiamo capito che non erano due alberi uguali solo dopo l’assaggio.

Il primo dubbio che ho avuto è stato: sono susine selvatiche oppure sono susine che necessitavano di cure o di trattamenti che non hanno avuto (tipo potature, diradamenti o cose del genere)?
Da questo dubbio si evince la mia – anzi la nostra di tutta la famiglia – scarsa conoscenza dell’argomento susine e gestione degli alberi da frutto in genere, ma se tra voi che state leggendo c’è qualche esperto accetto molto volentieri delucidazioni ulteriori a quelle che ho reperito affidandomi a San Google, dove ho trovato immagini di varie susine selvatiche che assomigliano senza ombra di dubbio a queste nostre. Inoltre mi hanno soccorso alcune amiche del gruppo, come ad esempio Francesca che mi ha detto che in Francia queste susine si chiamano Mirabelle, e le foto che ho trovato mi hanno ulteriormente confermato che le nostre susine sono di questa varietà (o perlomeno dovrebbe esserlo uno dei due alberi).

La marmellata che si ottiene da queste susine selvatiche è fantasticamente buona, e diversa. Cioè i due alberi hanno prodotto marmellate diverse, di diverso colore e di diversa dolcezza.
L’albero dai frutti rossi aciduli ci ha dato una marmellata rossa rossa rossa, sembra quasi marmellata di ciliegie! Mentre l’albero dai frutti più gialli produce una marmellata dolce, tanto che si potrebbe fare anche senza zucchero. Infatti mi è riuscita dolce pur avendo usato solo 100 grammi di zucchero su un chilo di frutta.
Invece, le susine rosse rimangono acidule. Ho provato con 100 g di zucchero, poi con 200, poi 300. A 300 grammi mi sono fermata perché non è mia abitudine usare molto zucchero nelle mie marmellate, ma altri 100 avrei anche potuto usarli (per accontentare quella golosona di mia figlia!, mentre a noi piace tanto anche se un po’ acidula).

Perciò cari amici, decidete voi quanto zucchero usare nella vostra marmellata di susine selvatiche! 😀 Il mio consiglio è di assaggiare i frutti! Poi se sono molto aciduli usate non meno di 300 grammi di zucchero per chilo di susine, ma se sono dolci provate con soli 100 grammi e sentirete che bontà di marmellata otterrete!

Ah dimenticavo! Ho realizzato questa marmellata di susine selvatiche cuocendola nel microonde, come oramai sono abituata a fare per tutte le mie marmellate. Voi avete mai provato? È un modo furbissimo, che consente di non morire di caldo in cucina! 😉 Provate! 😀

👇 Qui trovate altre mie marmellate, tutte cotte nel microonde 👇

marmellata di susine selvatiche
  • DifficoltàFacile
  • CostoMolto economico
  • Tempo di preparazione5 Minuti
  • Tempo di riposo1 Ora
  • Tempo di cottura30 Minuti
  • Porzioni2 barattoli
  • Metodo di cotturaMicroonde
  • CucinaSalutare
  • StagionalitàEstate

Ingredienti

1 kg susine selvatiche
100 g zucchero (oppure 300 g se le susine sono asprigne)
1 mela (piccola, 100 g)

Preparazione

Lavare le susine e porle in un contenitore di vetro capiente (senza coperchio).

Considerare che il contenitore sia pieno a metà.

Sbucciare e tagliare la mela a pezzetti e aggiungerla alle susine (compreso torsolo e semi).

Aggiungere lo zucchero (300 grammi per le susine rosse a buccia aspra e 100 grammi per le susine dolci).

Avviare il microonde alla massima potenza.

Controllare di tanto in tanto la cottura per evitare che la schiuma prodotta fuoriesca dal contenitore. In questi casi stoppare il micro e mescolare.

Cuocere per il tempo desiderato.

In questa fase sono sufficienti 20 minuti di cottura, considerando che dopo il tempo di riposo e il passaggio al setaccio sono utili altri 10 minuti di cottura (lo racconto in dettaglio più avanti).

Dopo i 20 minuti di cottura lasciare a riposo dentro al micro per almeno un’ora.

Subito dopo la cottura la marmellata non è ancora pronta: le susine risultano ancora separate tra loro, il liquido è abbondante, le bucce sono ben visibili, ma dopo il risposo il composto si addensa, sia perché con il risposo viene completata la cottura sia per l’effetto addensante dato dalla mela.

marmellata di susine selvatiche

A questo punto arriva il lavoro più noioso: togliere i noccioli.

La cosa migliore è possedere uno scolapasta a buchi grossi: si versa tutto lì dentro e si mescola con un cucchiaio fino a quando polpa e bucce non siano passate dai fori mentre i semi rimangono nello scolapasta.

Per chi, come me, possiede solo degli scolapasta a buchi piccoli, occorre armarsi di un minimo di pazienza in più e usare quel che si ha in casa di adatto, ad esempio una paletta, o una ramina come questa che vi mostro in foto:

marmellata di susine selvatiche

Dopo aver completato l’operazione setaccio, frullare brevemente il composto con il frullatore ad immersione. Non è un passaggio indispensabile se preferite ottenere una confettura con i pezzetti, ma io lo faccio sempre perché per me si addensa meglio. E perché preferisco che le bucce non siano troppo percepibili (col frullatore ad immersione le fibre delle bucce rimangono comunque, per il bene della nostra pancia).

A questo punto – a seconda del liquido rilasciato dalla frutta, che non è tutta uguale ovviamente – valutare la consistenza della marmellata e decidere se occorre farla restringere un po’. Nel mio caso poteva essere utile perciò l’ho rimessa nel micro per una decina di minuti, poi dopo altrettanti 10 minuti di tempo di riposo l’ho invasata da calda nei vasetti di vetro.

Vi ricordo che vasetti e tappi devono essere sterilizzati e asciugati prima dell’uso. Si possono sterilizzare facendoli bollire in una pentola d’acqua per circa 15 minuti, oppure nel microonde mettendo nei vasetti due dita d’acqua e facendo andare il micro per 2-3 minuti dopo l’inizio della bollitura dell’acqua. In questo secondo caso i tappi vanno bolliti comunque separatamente in una piccola casseruola sul fornello. (Non ho mai provato a metterli nel micro, essendo metallici non ho mai azzardato. Qualcuno di voi l’ha fatto?).

Per la conservazione della marmellata, i vasetti riempiti (fino circa 1 cm dal bordo) devono essere chiusi bene col tappo e bolliti per circa 20 minuti in una pentola piena d’acqua (protetti da un canovaccio inserito tra un vasetto e l’altro). Dopo la bollitura lasciarli raffreddare dentro all’acqua, infine conservarli in luogo buio e riparato, ideale la cantina per chi ce l’ha.

Con un chilo di susine selvatiche io ho ottenuto due barattoli di media grandezza (più una ciotolina) perciò, se si pensa di consumare la marmellata in tempi brevi, per un quantitativo così esiguo la sterilizzazione può essere non indispensabile. Si possono conservare i vasetti in frigorifero per parecchi giorni, cioè per il tempo necessario a finire un barattolo mangiando la marmellata a colazione e usando poi il secondo barattolo per fare una crostata. 😉

marmellata di susine selvatiche

La rubrica Light and Tasty vi dà appuntamento a settembre. Nell’augurarvi buona estate, non vi resta che deliziarvi con le ricette delle mie colleghe! Eccole qui!

Carla: Totani al limone

Daniela: Granita con i lamponi e il basilico

Elena: Galette di pesche all’erba cedrina

Flavia: Insalata di riso basmati, con salmone fresco e avocado

Franca: Gelato alle mandorle

Mary: Torta leggera con yogurt e pesche

Milena: Crema di frutta estiva

Serena: Pasta al pesce

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12 Risposte a “Marmellata di susine selvatiche”

  1. Bellissima la tua marmellata vellutata e dai diversi colori, la vedrei bene su di una fetta biscottate per merenda o colazione! Buone vacanze cara Catia e speriamo di poterci incontrare per un caffè in spiaggia pure quest’ estate! Un abbraccio!

  2. Queste due confetture sono spettacolari e anche i consigli per realizzarle con la cottura al microonde che non ho mai provato per questo tipo di preparazione.
    Un abbraccio e buone vacanze!

    1. Oramai da diversi anni faccio le marmellate nel micro Milena! è un ottimo modo per non morire di caldo davanti ai fornelli 😀 devi provare!!
      Buone vacanze anche a te!

  3. A casa mia si fanno marmellate con tutta la frutta estiva, anche più gusti :))
    Devo dire che non si conservano mai a lungo tra la colazione e le crostate, più il pacco Oltremanica, va che è un piacere, per cui ogni anno sono qua a cuocere frutta e invasare come se non ci fosse un domani 🙂
    Se trovo qualcuno che ha queste selvatiche, provo anch’io.
    Un bacione

    1. Devi trovarle Daniela perché sono buonissime! sia da mangiare che da trasformare in marmellata! Sono certa che a tuo figlio piacerebbe!

    1. Io le ho scoperte da poco, cosa mi sono persa finora!! 😁
      Buona estate (sull’Adriatico 😍) anche a te!

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