Ieri sera siamo stati invitati a cena da Lucia ed Ezio, due nostri grandi amici di Cuneo, i quali ci hanno proposto un menù vario e insolito: dall’antipasto al dolce si è sempre cambiata regione (o nazionalità) di provenienza del piatto!
Abbiamo cominciato con un antipasto toscano, visto che Lucia conosce bene la Toscana e Pisa in particolare poiché ha frequentato lì l’università. Ci ha proposto quindi dei crostini toscani farciti con una crema di salsiccia e stracchino e cotti nel forno a legna. Davvero ottimi! Abbiamo continuato con un bel piatto fumante di Ola al forn (a seguire la ricetta e la descrizione) accompagnata da pane carasau passato al forno e condito con olio extra vergine di oliva e sale (fatto in questo modo prende il nome di pane guttiau, ovviamente sardo come sarde sono le origini di Lucia) e abbiamo concluso con un britannico crumble di mele e pere leggermente riscaldato sulla stufa a legna di casa. Siamo stati davvero bene in vostra compagnia, Lucia ed Ezio, e soprattutto grazie dell’ottima cena!
Ora passiamo alla descrizione del piatto forte della cena di Lucia ed Ezio, ovvero l’Ola al forn (in piemontese si pronuncia Ula al furn), una ricca minestra di legumi, verdure e carne che ha la particolarità di essere cotta in un grosso tegame di coccio per tutta la notte (circa 12-13 ore) all’interno del forno a legna, ormai spento dopo la cottura del pane, il quale mantiene comunque alte temperature (circa 100°C) per oltre due giorni. Infatti un tempo i contadini, una volta acceso il forno per il pane, sfruttavano le alte temperature iniziali per cuocere il pane per tutta la settimana e poi continuavano ad utilizzare il forno anche se spento, ma in effetti ancora caldo, per cuocere minestre, patate e altre pietanze che non avessero bisogno di altissime temperature.
La minestra viene preparata a crudo, coperta con acqua e salata e poi è posta col coperchio direttamente all’interno del forno a legna a cuocere molto lentamente, fino a che gli ingredienti si sfaldino e la minestra risulti cremosa e densa.
Si può provare a cuocere anche nel forno di casa o direttamente sul fornello per circa 6-7 ore, ma il risultato non sarà mai uguale all’originale cotta nel forno a legna.
Come scrivono Elma Schena e Adriano Ravera nel loro libro “Ricette di osterie di Cuneo e delle sue Valli” edito dalla Slow Food Editore, “l’ola (ula) al forno è uno dei piatti più noti della montagna, un piatto che da solo soddisfa tutti i sensi. E’ festa grande il lungo rito della preparazione e della cottura, è festa vederla uscire fumante dal forno, respirarne i profumi e gli umori, godere l’allegria della tavolata rustica e genuina. Non può mancare alla vigilia dell’Epifania per la sua valenza beneaugurante e scaramantica: “Faseui ‘n l’ola, marenghin ‘n bola” (fagioli nella pignatta, soldi nel portafoglio) sentenzia un antico detto popolare …”.
E quindi, grazie a Lucia ed Ezio, non solo abbiamo goduto di un piatto storico e tradizionale oltre che buonissimo, ma abbiamo anche rispettato la tradizione di mangiare questa gustosa minestra la sera prima dell’Epifania, con l’augurio che porti a noi tutti fortuna e prosperità.
Accensione del forno a legna per l’Ola.
Pentola in coccio per l’Ola.
Pane guttiau
Ciao cara,
complimenti per l’ottima descrizione della cena. Ovviamente la cena non sarebbe venuta così bene senza la vostra compagnia. Grazie e alla prossima.
Un bacio, Lucia
ciao buon anno! che bella descrizione di questa zuppa! certo dev’essere saporita! cotta x 2 giorni lentamente acquisterà un sapore incredibile! buono il guttiau 😀 ciaoo!
p.s. ovviamente a casa bisogna adattarsi! 🙂
[…] Ricetta Ula al Furn: secondo me Tiziana e Giorgio la fanno buonissima!!!!! […]
Sono sicura… ma chi sono? 😀