Risotto con lenticchie di Castelluccio, salsiccia umbra e burro al tartufo nero

Da qualche anno sto rivalutando lenticchie e cotechino a Capodanno, perché di solito vengono trascurati nei veglioni, serviti solo a mezzanotte, tanto per rispettare la tradizione. E quasi tutti usano il cotechino industriale. Invece io cerco di nobilitarli. Per quanto riguarda le lenticchie, sono super sostenibili, in quanto richiedono poca acqua. Quelle di Castelluccio vengono coltivate in montagna, quindi non necessitano di antiparassitari. E vogliamo parlare del gusto? Le lenticchie le ho cotte a parte e sono venute squisite, anche perché ho usato l’acqua di cottura del cotechino artigianale che ho usato per il secondo. Non si spreca niente nella mia cucina. Ma se volete usare del brodo viene buono lo stesso. La salsiccia umbra invece è più saporita delle altre. Per imitarla si condisce la pasta di salsiccia con pepe nero, aglio secco in polvere e un goccio di vino bianco.

Ingredienti per 6 persone:

Per il risotto:

400 gr di riso carnaroli

200 gr di salsiccia umbra

100 gr di porro

2 cucchiai di olio evo

6 cucchiaini di burro al tartufo nero (ottimo quello di marca Ocelli)

Sale e pepe

Per le lenticchie di Castelluccio risottate:

250 gr di lenticchie di Castelluccio di Norcia IGP

500 ml di acqua di cottura del cotechino

70 gr di porro

1 carota

1 gambo di sedano

1 rametto di rosmarino

2 foglie di salvia

2 foglie di alloro

2 cucchiai di olio evo

1 bicchiere di vino bianco

Preparazione:

Mondate e lavate le verdure e le erbe. Tritate con il mixer Porro, carota e sedano. In una pentola scaldate l’olio e fate soffriggere a fuoco dolcissimo le verdure, per qualche minuto. Sciacquate le lenticchie (non necessitano ammollo), scolatele e aggiungetele al soffritto, facendole tostare brevemente, poi sfumate col vino. A questo punto portate a cottura, aggiungendo man mano delle mestolate di acqua di cottura del cotechino o brodo. Regolate di sale e unite le erbe aromatiche. Occorreranno 35 minuti. A me piacciono al dente.

Intanto preparate il risotto. Tritate al mixer il porro, scaldate l’olio in una pentola e imbiondire il porro per qualche minuto, poi aggiungete il riso e tostatelo brevemente. Portate a cottura aggiungendo man mano mestolate di acqua bollente o brodo. Spellate e sbriciolate la salsiccia e rosolatela in un padellino antiaderente, poi unitela al riso. Regolate di sale. Quando mancano 5 minuti aggiungete 4 mestoli di lenticchie (ne avanzeranno, ma serviranno per accompagnare il secondo). Impiattate e adagiate sopra il riso un cucchiaino di burro al tartufo per ogni piatto.

https://www.ideericette.it/risotto-lenticchie-e-cotechino-di-san-silvestro/

Risotto al melone

Ultimi giorni d’estate. Ne approfitto per gustare gli ultimi prodotti estivi dell’orto. Ovviamente non sono più riuscita a pubblicare da un po’ perché ho ricominciato con mia immensa “gioia” a lavorare. Finalmente ho trovato il modo di mangiare prodotti locali. Abbiamo preso l’abitudine di servirci nei piccoli negozi di alimentari e al mercato, dove ho trovato la bancarella di un coltivatore che ha il suo campo a pochi chilometri da casa mia. E non usa molti pesticidi, perché i suoi prodotti sono un po’ bacati qua e là e bruttarelli a vedersi, ma buonissimi e di certo freschi. Al mercato prendiamo anche prodotti tipici siciliani e calabresi e salumi prodotti artigianalmente qui in zona. Per la carne ci serviamo da un macellaio che usa carne di piccoli allevamenti locali, il pane lo prendiamo in panetteria e il vino sfuso. Io voglio lasciare un bel mondo alla mia bellissima nipotina ❤️. Questa ricetta potrebbe essere originaria di Mantova, che fornisce il 30% della produzione nazionale di questo frutto. Sul sito Mincio e dintorni si legge: “Il melone al tempo dei Gonzaga si consumava fresco o trasformato, come testimoniano alcuni documenti del tempo, in cui si parla di meloni confiti in cucharo: dal frutto sappiamo che si possono ottenere confetture, minestre come risulta nel libro di cucina L’arte di ben cucinare del cuoco ducale Bartolomeo Stefani, nel quale viene descritta la minestra di poponi (meloni), a cui vengono anche aggiunti i semi pestati del frutto.” Famoso quello di Sermide, IGP, cui si dedica anche una festa.

Ingredienti per 4 persone:

320 gr di riso vialone nano

1/2 melone grande di media maturazione (o uno piccolo)

1/2 cipolla grande (o 1 piccola)

1 bicchiere di prosecco o vino bianco

20 gr di burro senza lattosio

40 gr di parmigiano (o grana padano)

2 cucchiai Olio extravergine d’oliva

Sale e pepe

1 l  di brodo vegetale

Preparazione:

Lavate e mondate il melone, eliminando i semi. Svuotatelo della polpa mantenendo intatta la scorza. Frullate la polpa.

Tritate la cipolla e fatela soffriggere in una pentola con l’olio. Dopo qualche minuto aggiungete il riso e fatelo tostare, poi sfumate con il vino. Salate e portate a cottura aggiungendo man mano mestoli di brodo bollente. Io per non sprecare brodo aggiungo acqua bollente e condisco direttamente il riso con il dado. A metà cottura aggiungete il melone. 

A cottura completata spegnete il fuoco, mantecate con burro e parmigiano, guarnite con pepe, pezzetti di melone, menta fresca, e servite. Se volete, una delle persone al tavolo potrà avere la sua porzione servita direttamente nella scorza del melone.

https://mincioedintorni.com/enogastronomia/risotto-al-melone-di-sermide/ 

https://blog.giallozafferano.it/cucinaplus/risotto-al-melone/

Paella mista

Bentrovati. No, non ho chiuso il blog, semplicemente sono stata così assorbita dal lavoro, che non ho avuto né tempo, né lo spirito giusto per occuparmi delle mie passioni personali. Ne vale la pena per un lavoro in cui la mia categoria è tra le più sottopagate d’Europa? No. Ma io mi sono impegnata molto per trovare una soluzione che mi alleggerirà per tre anni, dopodiché metterò in atto un altro piano di alleggerimento. Perché non si può vivere solo di lavoro. Sono stati mesi difficili anche perché ho dovuto resistere contro gli assalti di alcuni nemici, diciamo 6/7 persone che mi hanno dato filo da torcere. Ma da un mese ho cominciato a vedere la luce, perché è arrivato un regalo inaspettato: una casa al mare in Calabria comprata da mio papà. E il 21 luglio è nata la mia nipotina Cloe, un regalo ancora più gradito, amore della zia! Dedico a lei questa importante ricetta, in onore delle nostre comuni origini spagnole. Ho una enorme paellera originale da 6 e avevo già pubblicato la paella di mare, ma questa mista secondo me è più saporita, anche se è una versione per turisti, a quanto ne so, infatti la vera paella valenciana ha altri ingredienti. Ma il bello è che possiamo metterci ciò che abbiamo in casa (fagiolini, fagioli Spagna, coniglio, piattoni…) o ciò che troviamo in offerta in pescheria, come ho fatto io (cozze, code di gambero, gamberoni, anelli di totano). Ci andrebbe la salsiccia tipica spagnola, il chorizo, ma la sasizza calabrese piccante va bene lo stesso. Comunque, c’era da festeggiare l’arrivo di Cloe e un compleanno in famiglia, e abbiamo optato per questo piatto. E la Spagna c’entra eccome con la mia fuga e il mio riscatto. Da oggi, per cercare di pubblicare in maniera più costante, non proporrò più dei menù a tema, ma singole ricette senza alcun legame tra di loro. Hasta la victoria siempre!

Ingredienti per 6/7 persone:

400 gr di riso vialone nano o bomba

6 coscette di pollo

1 fetta di coppa di maiale

200 gr di code di gambero

300 gr di anelli di totano gigante

6 gamberoni

24 cozze già pulite esternamente in pescheria

2 peperoni (giallo e rosso)

1 cipolla di Tropea

2 pomodori perini spagnoli

2 spicchi d’aglio

200 gr di piselli surgelati

2 foglie d’alloro

2 bustine di zafferano

6 cucchiai di olio evo

1 litro e mezzo di acqua

1 cuore di brodo vegetale (o di pollo o pesce)

mezzo bicchiere di vino bianco

sale, pepe, peperoncino

1 limone

prezzemolo

Preparazione:

Pulite le cozze esternamente con una pagliuzza di metallo ed eliminate la barbetta. Riscaldate in una padella un filo d’olio d’oliva con uno spicchio d’aglio, un pezzetto di peperoncino, del prezzemolo tritato e aggiungete i molluschi, lasciateli schiudere a fuoco moderato, con il coperchio, mescolando ogni tanto, fin quando non si saranno aperti tutti. Filtrate il liquido di cottura e tenetelo da parte. In alternativa potete aggiungere le cozze crude quando mancano 10 minuti al termine della cottura.

Pulite i gamberi eliminando il carapace, incidendo la parte superiore con un coltellino ed estraendo il budello. Tagliate il carapace dei gamberoni sulla parte superiore ed estraete il budello.

Mettete un cucchiaio d’olio nella paellera, accendendo due fuochi, e sopra questi rosolate da ogni lato le cosce di pollo. Dopo 5 minuti aggiungete un cucchiaio d’olio e i gamberoni; girateli per farli cuocere, basteranno 4-5 minuti. Teneteli da parte in caldo.

Pulite i peperoni, tagliateli a metà, poi togliete il picciolo, i semi ed i filamenti interni. Tagliateli a strisce piuttosto sottili. Mondate e tagliate ad anelli la cipolla. Spostando le cosce di pollo lontano dalle fiamme, aggiungete nella parte più calda un filo d’olio con uno spicchio d’aglio, poi inserite i peperoni con la cipolla e fateli cuocere finché non saranno rosolati.

Tagliate il maiale in bocconcini, fate insaporire un filo d’olio nella paellera, aggiungete i bocconcini di carne e fateli rosolare a fiamma vivace per qualche minuto. Dovranno dorare e formare una croccante crosticina all’esterno. Mettete da parte.

Infine rosolate per 5 minuti gli anelli di totano gigante con i pomodori a dadini, sempre con un cucchiaio d’olio in più e sulle fiamme, sposando gli altri ingredienti.

Fate insaporire 3-4 minuti.

Portate a bollore un litro e mezzo d’acqua.

Allargate gli ingredienti lasciando uno spazio centrale a croce e aggiungete un cucchiaio d’olio, l’alloro e il riso, che lascerete tostare un paio di minuti. Sfumate con il vino (io ho usato del brandy).

Sciogliete lo zafferano in poca acqua calda. Unite il liquido di cottura filtrato dei molluschi, ed un mestolo di acqua bollente in cui avrete sciolto il cuore di brodo. Unite lo zafferano e l’acqua a copertura. Io l’ho aggiunta mezzo litro alla volta per evitare che il riso scuocesse, ma mescolando solo in superficie, perché dovrebbe formarsi una crosticina sul fondo. Aggiungete le spezie scelte e fate cuocere a fuoco medio basso per circa 30-40 minuti; il tempo di cottura effettivo dipende molto dalla tipologia di riso utilizzato; il riso bomba richiede una cottura molto lunga, ma altre tipologie potrebbero richiederne meno. Per essere certi dei tempi vi consiglio di assaggiare. Assicuratevi che il riso sia sempre coperto dal liquido. Ruotate ogni tanto la paellera, perché il riso che si trova sopra i fuochi cuoce più in fretta.

Quando mancano 10 minuti al termine della cottura aggiungete i piselli scongelati.

Quando mancano pochi minuti al termine della cottura aggiungete i gamberi, i molluschi, il maiale, una generosa spolverizzata di paprika (e a piacere pepe). Fate insaporire tutto insieme e solo alla fine unite anche i gamberoni. La vostra paella mista è pronta, aggiungete il prezzemolo tritato, gli spicchi di limone e servite.

https://www.ricettedalmondo.it/paella-valenciana.html

Lasagne al ragù con la zucca

Oggi è la festa della donna ed è il mio compleanno. Così ho dedicato la giornata a me stessa. I festeggiamenti sono iniziati ieri: siamo andati a Milano, alla mostra di Bosch con gli amici e poi abbiamo mangiato un’ottima pizza insieme alla pizzeria Positano, che consiglio vivamente. Oggi ho messo in secondo piano il lavoro, mi sono rilassata con il mio compagno, ho cucinato un buon piatto per pranzo, ho scartato i regali (adoro il mio nuovo bollitore e il mio maneki neko) e poi siamo andati a cena insieme in un ristorante toscano a mangiarci una bella fiorentina. I festeggiamenti continueranno sabato, con una cena con degustazione. Il compleanno ideale direi. E anche pubblicare una ricetta sul mio blog fa parte del dedicarmi a me stessa, alla mia passione per la cucina. Inauguro un menù ultimi giorni d’inverno con la zucca, che tanto amo, a cominciare da queste ottime lasagne preparate dal mio compagno. Auguro a tutte le donne buone e generose di avere le mie fortune. E alla mia futura nipotina una vita piena e felice 🙂

Ingredienti per una teglia media:

250 gr di lasagne fresche pronte

Metà zucca butternut

400 gr di trita mista

1 carota

1 cipolla

1 gambo di sedano

1 bottiglia piccola di salsa di ciliegini

1 barattolo piccolo di polpa Mutti

2 cucchiai di olio extravergine

1 bicchiere di vino bianco

spezie suk

50 gr di parmigiano grattugiato

500 ml di besciamella light pronta

Noce moscata, sale

La zucca cotta in forno e frullata. 30 minuti in forno a 220 gradi.

Preparazione:

Pulite la zucca: lavatela e tagliatela a fette. Vi serviranno 500 g di zucca pulita. Posizionate le fette di zucca su una placca rivestita con carta forno e cuocete in forno statico preriscaldato a 180°C per 35 minuti. Una volta pronta, svuotatela dei semi interni, eliminate la buccia e schiacciatela con lo schiacciapatate per ottenere una purea, oppure frullatela.

Mentre cuoce la zucca tritate carota, cipolla e sedano al mixer, scaldate in una casseruola l’olio e gettateci il trito ad ammorbidirsi a fuoco dolce per 5 minuti; poi unite la trita e fatela rosolare per qualche minuto, fino a che non è più rosa, poi sfumate col vino. Aggiungete il pomodoro, le spezie, sale e cuocete per circa mezz’ora.

Imburrate una teglia rettangolare media, che contenga agevolmente le sfoglie senza sovrapporle troppo. Iniziate con 2 sfoglie sul fondo, stendetevi uno strato di ragù, uno di zucca, uno di besciamella e una spolverata di noce moscata e parmigiano. Continuate fino a terminare gli ingredienti, non necessariamente inserendoli tutti in ogni strato. Per ultimi stendete due sfoglie, la besciamella e il parmigiano.

Infornate in forno già caldo a 220° per 30 minuti, eventualmente attivando il grill gli ultimi 5 minuti per rosolare la superficie. Aspettate che non siano più bollenti per porzionarle e servire.

 

Rocciata al vino cotto

In questo ultimo giorno di un 2022 che per me è stato un anno positivo, termino il menù umbro di..vino, con una specie di strudel della zona di Assisi e Foligno, la rocciata, un dolce che è di…vino perché il ripieno è insaporito con il vino cotto. Per la storia di questo dolce antico rimando al mio post precedente di questa ricetta, una versione senza vino cotto né pinoli, ma come vuole la tradizione, con uvetta (che qui ho omesso perché non piace al mio compagno). Qui vedrete anche come appare la rocciata intera. Il vino cotto (da non confondersi con il vincotto meridionale) è mosto cotto fino a farlo ridurre e poi fermentato, tipico delle Marche, dell’Abruzzo e dell’Umbria (Valnerina), le cui origini risalgono all’antichità romana, quando veniva consumato come bevanda, come condimento o come correttivo per vini. In questo caso ho usato la pasta pronta, ma so fare la pasta matta, la sottile sfoglia ben elastica che si usa per queste preparazioni, incluso lo strudel. Per dosi e procedimento clicca qui. Bisogna però sostituire l’acqua con vino bianco e l’olio di riso con olio evo. E con questo auguro un buon San Silvestro a tutti! A presto con il nostro menù del veglione 🙂

Ingredienti per 8/10 persone

40 gr di noci

30 gr di pinoli

100 grammi di mandorle

300 gr di mele (2 mele piccole)

75 gr di zucchero

65 gr di prugne secche denocciolate

65 gr di albicocche secche

65 gr di fichi secchi

la scorza grattugiata e il succo di mezzo limone

una spolverata di cacao amaro in polvere

un bicchierino di vino cotto

un bicchierino di alchermes

una spolverata di cannella in polvere

olio evo umbro

Una confezione di pasta brisee (o sfoglia) tonda

Oppure fate voi la pasta matta come indicato in questa pagina.

Preparazione:

Tritate grossolanamente noci e mandorle.

Sbucciate le mele, eliminate il torsolo e tagliatele piccoli pezzi. Irroratele di succo di limone per non farle annerire.

Alle mele a pezzettini aggiungete le noci e le mandorle tritate, i pinoli, prugne, fichi e albicocche tagliate a dadini, la scorza grattugiata del limone, il cacao, lo zucchero, il vino cotto, la cannella.

Spennellate con un po’ d’olio la pasta stesa, spolverate di zucchero, stendete il ripieno in modo omogeneo e poi iniziate ad arrotolare la sfoglia. Arrotolate su se stesso il cilindro ottenuto e infornatelo dopo averlo spennellato con un filo d’olio, in forno già caldo a 180°, per circa 40 min. Poco prima di ultimare la cottura spennellate con acqua e zucchero (facoltativo).

Una volta cotto spennellate con alchermes per guarnire, poi spolverate di zucchero.

https://www.ostellodifoligno.it/rocciata/

www.umbriatourism.it/it/amp/-/amp/la-rocciata-it

https://it.wikipedia.org/wiki/Vino_cotto

Rocciata umbra

Strangozzi al Sagrantino e salsiccia umbra

Dopo una deviazione sul tema della birra, quest’anno sono riuscita a riproporre un menù natalizio a base di vino, ovvero Natale di… vino. La cosa si è complicata in due modi: primo, abbiamo avuto ospiti i parenti del mio compagno, secondo, suo padre ha espresso il desiderio di mangiare piatti umbri. Sono riuscita comunque a proporre un menù umbro a base di vino che è piaciuto a tutti. Ho cominciato con un antipasto a base di prodotti umbri: coppa di testa, ciauscolo (salame spalmabile), bruschette tartufate, caciotta di Norcia, formaggella al tartufo; i formaggi sono stati accompagnati da due confetture al vino: pere e vin santo; melone, Porto e pistacchi. Come primo, ho rivisitato una ricetta umbra al pregiato vino Sagrantino, ma ho sostituito gli gnocchi e la pancetta previsti, con strangozzi e salsiccia umbra, perché avevo una confezione dei primi e perché la salsiccia è davvero tipica umbra. E’ uscito fuori un piatto che è piaciuto molto. Gli strangozzi sono una pasta lunga tipica nostra, una specie di tagliolini, ma senza uova e secchi. Per i prodotti umbri ho ordinato on line alla norcineria di Norcia Ansuini. Tutto buonissimo, economico e arrivato puntuale.
Ingredienti per 6 persone:
500 gr di strangozzi
2 bicchieri di Sagrantino di Montefalco
4 salsicce umbre
400 ml di panna fresca
1 cipolla (io ho usato quella di Voghera)
2 cucchiai di olio extravergine umbro
Preparazione:
Mondate e tritate la cipolla. Scaldate in un’ampia padella l’olio, poi mettete la cipolla a imbiondire a fuoco dolce.
Spellate le salsicce e sgranatele con le dita, poi unitele alla cipolla e soffriggetele. Dopo qualche minuto sfumate con il vino e fatelo ridurre fino a che non sia quasi evaporato, poi unite la panna. Fate rapprendere la salsa mescolando spesso, in modo che risulti cremosa, ma non liquida.
Lessate gli strangozzi in acqua bollente salata e scolateli al dente tenendo da parte una tazzina di acqua di cottura.
Saltate la pasta nella padella con il condimento per qualche minuto, usando se occorre l’acqua di cottura, poi servite.

http://www.anticanorcineriaansuini.com/?gclid=CjwKCAiAkrWdBhBkEiwAZ9cdcB-EE2C6SWuCcHJNmYgQgwc-AZsgCMZ_8P2If9mahgs9ABuNtkkIGxoCklEQAvD_BwE

Stinchi con le castagne e i crauti

Le castagne sono di stagione in ottobre e novembre, e ormai non si trovano quasi più. Nel loro breve periodo io e il mio compagno le compriamo ogni volta che facciamo la spesa. Ai primi di ottobre ho preparato questo piatto che ha soddisfatto tanto il nostro palato. Perché le castagne sono super versatili, ci si può cucinare di tutto, e nei piatti salati si esaltano tantissimo. Se anche non trovate più quelle fresche, c’è la farina o le mosciarelle secche. Abbinate al maiale sono eccellenti. Così, invece dei soliti stinchi al forno con patate, li facciamo in pentola a pressione con le castagne arrosto: saranno tenerissimi e sorprendenti. Un aneddoto: per scrivere la mia tesi universitaria ho intervistato degli ex mezzadri che erano molto giovani negli anni ’60. Uno di loro mi ha raccontato che il padrone della terra li obbligava a dare le castagne ai maiali. Ma loro se ne tenevano un po’ di nascosto come nutrimento di famiglia. Da cibo per porci a prodotto ricercato…

Ingredienti per 2 persone:

2 stinchi di maiale piccoli

400 gr di marroni

1 carota

½ cipolla

1 gambo di sedano

1 bicchiere di sherry secco o marsala

1 rametto di rosmarino

3 foglie di salvia

2 foglie di alloro

2 cucchiaini di dado vegetale in polvere

2 cucchiai di burro

2 cucchiai d’olio evo

½ cavolo bianco

2 spicchi d’aglio

1 bicchiere di vino bianco

sale, semi di cumino

Preparazione:

Incidete le castagne con un coltello o l’apposito attrezzo, poi mettetele a bagno in acqua per due ore.

Lavate e mondate tutte le verdure e le erbe. Tritate nel mixer carota, cipolla e sedano. Scaldate l’olio in una pentola a pressione e rosolateci gli stinchi uniformemente. Aggiungete le verdure tritate e le erbe, fate rosolare per qualche minuto, sfumate con lo sherry, salate, coprite d’acqua (2 bicchieri). Chiudete il coperchio e cuocete a fuoco medio basso per 40 minuti dal sibilo. 

Arrostite le castagne in una padella forata e con lo spargifiamma, a fuoco basso.

Tagliate a listarelle il cavolo con la mandolina. Mettetelo a rosolare per qualche minuto in una padella antiaderente con il burro, l’aglio in camicia schiacciato, il dado, il cumino. Sfumate con il vino bianco e portate a cottura.

Spegnete il fuoco sotto la pentola a pressione e lasciate sfiatare.

Sbucciate le castagne.

Aprite la pentola, aggiungete le castagne e fate cuocere chiuso per 10 minuti, poi spegnete e fate sfiatare.

Servite gli stinchi con il sugo che si sarà formato, le castagne e i crauti a parte.

Risotto con carciofi e pancetta

Un altro prodotto di stagione sono i carciofi. Non volevo ripetermi, ma ci sta bene un altro risotto. Frequento spesso la Lomellina, che ci volete fare? I carciofi sono piuttosto elaborati da pulire. Me lo ha insegnato la mia ex suocera, la signora Ermelinda. Certe volte li trovo già mondati in vaschette da 4. Bisogna solo eliminare le foglie più esterne e tagliarli in 4 spicchi. Allora li prendo ed escono fuori ricette interessanti. Vorrei che la vita fosse come una ricetta per un cuoco esperto. Segui le procedure o improvvisi, ma riesci a controllare il risultato. La vita non è così. Le persone e gli eventi ti sfuggono di mano e tu non puoi fare altro che accettarlo. Solo una cosa puoi cambiare: te stesso. Ci sono molte questioni che mi turbano in questo momento. Possiamo solo vivere alla giornata.

Ingredienti per 4 persone:

3 carciofi

160 g di riso

100 g di pancetta arrotolata

1 cipolla

1 spicchio d’aglio

q.b di brodo vegetale

50 ml di vino bianco

q.b di sale

2 cucchiai di olio extravergine d’oliva

3 cucchiai di burro

2 cucchiai di grana padano

Preparazione:

Pulite e tagliate a spicchi i carciofi. Teneteli a bagno nell‘acqua acidula con il succo di un limone, affinchè non anneriscano. In una padella capiente mettete uno spicchio d’aglio e e 2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva. Accendete il fuoco a fiamma moderata e quando l’aglio è dorato aggiungete i carciofi.

Fate saltare i carciofi per un paio di minuti, dopo di che bagnate con 1-2 mestoli di brodo vegetale bollente, coprite con un coperchio e lasciate cuocere a fiamma bassa fino a quando i carciofi diventano teneri (ci vorranno circa 20-25 minuti). Nel frattempo preparate il soffritto per il risotto.

In una pentola capiente mettete mezza cipolla tritata finemente insieme ad un mestolino d’acqua. Accendete il fuoco e lasciate stufare la cipolla. Quando l’acqua è evaporata del tutto, aggiungete 3 cucchiai di burro e fate soffriggere per un paio di minuti. Unite il riso e lasciatelo tostare a fiamma vivace per 1-2 minuti.

Aggiungete metà della pancetta tagliata a striscioline e mescolate con cura. Sfumate con il vino bianco. Quando il vino è evaporato, bagnate con 2-3 mestoli di brodo vegetale bollente, quindi mescolate e lasciate cuocere a fiamma moderata. A metà cottura aggiungete i carciofi ormai cotti e mescolate delicatamente.

Tostate il resto della pancetta in un padellino antiaderente.

Quando il risotto è pronto, togliete dal fuoco e mantecate con una noce di burro e 2 cucchiai di Grana Padano grattugiato. Decorate con le fette di pancetta croccante. Servite ben caldo.

https://cucina.fidelityhouse.eu/primi-piatti/risotto-con-carciofi-e-pancetta-186545.html

 

Piccatine di pollo

Buon primo maggio! La piccata di pollo è un secondo piatto veloce e gustoso. Il nome mi piace molto. Ricordo la scena del film Figli di un dio minore, quando i protagonisti, tra cui un eccezionale William Hurt (da poco scomparso, ahimé), vanno al ristorante e lui consiglia a lei la piccatina di vitello, ma non sa spiegarle “che diavolo è la piccatina”; è una scaloppina di vitello o pollo al limone. Il nome significherebbe “battuta” per renderla più tenera. Pare sia stata importata negli USA dagli immigrati italiani, e qui la conduttrice Martha Stewart la rese famosa inserendola nel suo libro di ricette. Il limone è uno dei frutti di stagione in aprile, quindi è un vero piacere usarlo quando arriva il caldo. Io, rispetto alla ricetta originale, non ho usato i capperi e il prezzemolo, ma ho aggiunto la buccia di limone. Al supermercato si possono trovare le scaloppine di pollo già pronte, un formato molto interessante, perché le fette sono spesse e all’interno rimangono morbide. Semplice ma squisito.

Ingredienti per 4 persone:

Petto Di Pollo 700 Gr (scaloppine)

Farina 00 40 Gr

Burro 40 Gr

Capperi Dissalati 2 Cucchiai

Parmigiano Grattugiato

1 Cucchiaio Vino Bianco Secco o brandy o Marsala (io ho usato sherry spagnolo)

1/2 Bicchiere Succo Di Limone

Prezzemolo Fresco Q.B.

Sale Fino Q.B.

Pepe Nero Macinato Q.B.

Preparazione:

Se volete seguire la ricetta originale, mettete le fettine di petto di pollo tra due fogli di carta forno e assottigliatele con il batticarne. Io non l’ho fatto perché così rimangono più morbide. Mescolate in un piatto la farina, il parmigiano grattugiato, sale e pepe. Passate in questo mix le fettine di pollo facendo aderire bene la panatura. Riscaldate in una padella ampia il burro. Non appena sarà sciolto, aggiungete le fette di pollo con i capperi e la buccia di limone, e cuocetele su entrambe i lati a fuoco alto per circa 3 minuti, fino a quando la carne non sarà dorata. Sfumate con lo sherry e fiammeggiate. Ultimate con il prezzemolo.

https://www.cookist.it/piccata-di-pollo/

Risotto alle fragole

Aprile è il mese delle fragole! Ovviamente possiamo usarle anche per ricette salate e forse la più nota è la preparazione vintage del risotto. Adoro le fragole e questa versione non mi delude mai. I risotti, come ho già detto in passato, di solito li fa il mio sous chef, ovvero il mio compagno, che è nato in Lomellina ed è lui lo specialista. Lui spesso per le sue ricette si ispira ad un bravo chef, chef Barbato, che ringraziamo per questa ricetta.

Ingredienti per 4 persone:

250 gr. riso carnaroli

250 gr. fragole mature

3/4 foglie menta fresca

35 gr. parmigiano

1 cipolla piccola

65 gr di formaggio spalmabile o robiola

2 cucchiai di burro

½ bicchiere spumante Brut o prosecco

1 l. brodo vegetale

sale, pepe

Preparazione:

Lavate le fragole e dopo aver eliminato i ciuffetti, tagliatele con un coltello prima a metà e poi a dadini.

Quindi mettetele in una ciotola e aggiungete un pizzico di sale, mezzo bicchiere di spumante secco, le foglie di menta intere, dopodiché mescolate bene e lasciate macerare per 10 minuti circa.

Passato il tempo di macerazione, estraete le foglie di menta e tenetele da parte, quindi scolate le fragole con un colino per recuperare lo spumante che vi servirà per sfumare il risotto. Tritate la cipolla.

All’interno di una padella a bordi alti, inserite il burro, quindi mettete sul fuoco e aggiungete la cipolla, lasciate insaporire per qualche secondo, dopodiché aggiungete il riso.

Fate tostare il riso per circa 1 minuto e mezzo, mescolando con un cucchiaio di legno, quindi sfumate con lo spumante, mescolate bene e, una volta evaporato il vino, aggiungete ¾ di fragole (il resto delle fragole le aggiungerete negli ultimi 5 minuti di cottura del riso); continuate a mescolare.

Aggiungete quindi un mestolo di brodo bollente, mescolando bene. Continuate a cuocere il riso per altri 15 minuti, versando il brodo poco per volta, a mano a mano che verrà assorbito. Negli ultimi 5 minuti di cottura del riso, aggiungete l’altro quarto di fragole e mescolate fino alla fine.

Ultimata la cottura, spegnete il fuoco e aggiungete il parmigiano grattugiato, quindi iniziate a mantecare bene, aggiungete per ultimo la robiola e continuate a mantecare.

Dopodiché coprite con un coperchio e lasciate riposare 2 minuti prima di impiattare. Decorate con la menta e una spolverata di pepe.

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