Pampapato ferrarese

Primo post del 2024! Buon anno! Per la cena della vigilia di Natale, come dessert ho preparato un dolce natalizio antico, tradizionale di Ferrara, che ho conosciuto perché il mio compagno è originario del ferrarese. È un pane speziato, a quanto pare inventato dalla monache clarisse del monastero del Corpus Domini, tra il ‘500 e il ‘600. Prima si chiamava Pan del duca, poi la zona è entrata a far parte dello Stato della chiesa, e cambiò nome in pampapato, assumendo la forma di uno zuccotto papale. Nel ‘900 un pasticcere ebbe l’ idea di ricoprirlo di cioccolato fondente. Può essere considerato un dolce sostenibile perché è vegano, privo di latte, uova, grassi. Ci sono altre ricette simili nel centro-sud. In Umbria per esempio abbiamo il panpepato, che mi piace di più. Però per far contento il mio compagno almeno una volta all’anno lo preparo. Devo ancora perfezionare la ricetta, comunque è gradevole. La foto non rispetta la tradizione: va tagliato a fettine sottili, non a spicchi.

Ingredienti per 2 pampapati medi:

Farina di grano tenero: 200 gr.

Mandorle dolci spellate: 100 gr.

Zucchero semolato: 50 gr.

Miele: 50 gr.

Cacao in polvere: 100 gr.

Frutta Candita (scorze candite di arancia, limone e cedro): 100 gr

Cannella in polvere: 2 gr.

Noce moscata/chiodi di garofano/cannella tritati: 2 gr.

Cioccolato fondente per la copertura: 100 gr.

Marsala q.b.

Preparazione:

Dopo averle tostate qualche minuto in una padella o nella friggitrice ad aria, tritate le mandorle grossolanamente. Tagliate a cubetti la frutta candita, e aggiungete la cannella, la noce moscata, i chiodi di garofano (si può usare il mix di spezie Suk). Mescolate tutto insieme.

Predisponete a fontana la farina su un piano di lavoro. Aggiungete zucchero e miele, cacao in polvere, mandorle e, infine, il composto di spezie e canditi.Impastate il composto, aggiungendo Marsala in base alla necessità, per farlo bene amalgamare. Ottenuto un composto abbastanza solido, suddividetelo in 2 parti e modellatelo fino ad ottenere la classica forma a calotta. Cuocete in forno preriscaldato a 160° per circa 40 minuti. Indispensabile la prova dello stecchino.

A fine cottura, fate raffreddare i pampapati, quindi ricopriteli con cioccolato fondente sciolto a bagnomaria o al microonde.

https://www.travelemiliaromagna.it/pampapato-ferrara-ricetta-tradizione/

Satay di pollo con crema di arachidi (ricetta thai)

Io amo molto la cucina etnica, specialmente asiatica. Certe volte mi ritrovo nel congelatore degli ingredienti esotici che compro quando li trovo in offerta al supermercato, e non so nemmeno di preciso cosa sono. Ad esempio avevo queste spezie per marinata satay, che in Thailandia si usa soprattutto con il pollo, e avevo guarda caso anche un petto di pollo. Riguardo alla sostenibilità, da un po’ noi cerchiamo di evitare la carne del supermercato, che spesso proviene da allevamenti intensivi, e ci serviamo in una macelleria che acquista la carne in piccoli allevamenti locali in Piemonte e la lavora in proprio. I loro prodotti sono squisiti, e lo dice il nome Beccari: i beccari sono i macellai fin dal Medioevo, e i migliori sono i norcini umbri. Infatti il nostro macellaio è di origine umbra. Visto il cognome che portano, questi sono macellai fin dal Medioevo! Quindi questo pollo è buono e sostenibile.

Passando a questa ricetta, quali le origini del piatto? Nell’antica Mesopotamia era comune arrostire la carne posta intorno a degli spiedini di legno. I conquistatori afgani portarono il piatto sino in India intorno al X secolo. Poco dopo i mongoli raggiunsero il Medio Oriente, intorno al 1250, e introdussero in Cina il piatto tra il XIII e il XIV secolo. Gli antenati dei satay arrivarono quindi nel sud est asiatico da rotte parallele, partendo dagli arabi, dall’India e dalla Cina. Un ruolo fondamentale nella diffusione della ricetta dei satay venne dall’Indonesia, che al tempo rappresentava crocevia di culture. In Indonesia e Malesia sono utilizzate prevalentemente le carni di manzo e montone, le stesse preferite dagli arabi, che nel XIX secolo furono protagonisti di una massiccia immigrazione nella zona. Invece nei satay thailandesi sono predilette le carni di pollo e maiale, esattamente come avviene in Cina. Il legame della cucina thailandese con la Cina è in effetti molto radicato e riscontrabile in diversi piatti tradizionali. E’ quindi probabile che i satay siano stati ufficialmente introdotti e commercializzati in tutta la regione dai venditori ambulanti javanesi (indonesiani) e malesi, ma in Thailandia questo street food venne declinato secondo i gusti locali, ispirati alle abitudini cinesi. Infatti secondo una teoria, la parola satay deriverebbe dal nome cinese della salsa di arachidi 沙爹 che suona come “sah ti aye”. Per questa lunga storia ringrazio il sito Il babbuino ghiotto (link in calce). 

Ingredienti per 4 persone:

per la marinata:

750 gr di petto di pollo

1 confezione di spezie satay da 35 gr (marca Lobo: zucchero, curcuma, cumino, polvere di curry, coriandolo, senape, sale, amido di tapioca)

60 ml di latte di cocco

per la crema di arachidi:

45 gr di crema 100% arachidi

75 ml di latte di cocco

2 cucchiaini da caffè di salsa di soia

1 cucchiaino da caffè di olio di sesamo

1 spruzzata di succo di lime

1 spicchio d’aglio o aglio in polvere

pepe sichuan

paprika dolce o piccante

Preparazione:

Preparate la marinata: tagliate il petto di pollo a cubotti. In una ciotola mettete il mix di spezie (se non lo avete usate i link sotto per fare da soli la marinata). Aggiungete 60 ml di latte di cocco, mischiate e unite il pollo. Mescolate bene e ponete in frigorifero a marinare per 6 ore.

Preparate la crema di arachidi: mescolate in una ciotola tutti gli ingredienti. Fatto!

Preparate gli spiedini: terminata la marinatura, bagnate 8 spiedini di legno e infilzatevi i cubotti di pollo. Scaldate la griglia elettrica oppure una piastra di ghisa, e ponetevi gli spiedini a rosolare per 10 minuti, girandoli una sola volta e spennellandoli durante la cottura, con la marinata avanzata sul fondo della ciotola. Serviteli ben caldi con la crema di arachidi a parte.

https://athaipianist.com/2015/01/thai-satay.html?cn-reloaded=1

https://blog.giallozafferano.it/ssosoe/sate-di-pollo/

https://www.ilbabbuinoghiotto.com/satay-di-pollo/ 

Lasagne al ragù con la zucca

Oggi è la festa della donna ed è il mio compleanno. Così ho dedicato la giornata a me stessa. I festeggiamenti sono iniziati ieri: siamo andati a Milano, alla mostra di Bosch con gli amici e poi abbiamo mangiato un’ottima pizza insieme alla pizzeria Positano, che consiglio vivamente. Oggi ho messo in secondo piano il lavoro, mi sono rilassata con il mio compagno, ho cucinato un buon piatto per pranzo, ho scartato i regali (adoro il mio nuovo bollitore e il mio maneki neko) e poi siamo andati a cena insieme in un ristorante toscano a mangiarci una bella fiorentina. I festeggiamenti continueranno sabato, con una cena con degustazione. Il compleanno ideale direi. E anche pubblicare una ricetta sul mio blog fa parte del dedicarmi a me stessa, alla mia passione per la cucina. Inauguro un menù ultimi giorni d’inverno con la zucca, che tanto amo, a cominciare da queste ottime lasagne preparate dal mio compagno. Auguro a tutte le donne buone e generose di avere le mie fortune. E alla mia futura nipotina una vita piena e felice 🙂

Ingredienti per una teglia media:

250 gr di lasagne fresche pronte

Metà zucca butternut

400 gr di trita mista

1 carota

1 cipolla

1 gambo di sedano

1 bottiglia piccola di salsa di ciliegini

1 barattolo piccolo di polpa Mutti

2 cucchiai di olio extravergine

1 bicchiere di vino bianco

spezie suk

50 gr di parmigiano grattugiato

500 ml di besciamella light pronta

Noce moscata, sale

La zucca cotta in forno e frullata. 30 minuti in forno a 220 gradi.

Preparazione:

Pulite la zucca: lavatela e tagliatela a fette. Vi serviranno 500 g di zucca pulita. Posizionate le fette di zucca su una placca rivestita con carta forno e cuocete in forno statico preriscaldato a 180°C per 35 minuti. Una volta pronta, svuotatela dei semi interni, eliminate la buccia e schiacciatela con lo schiacciapatate per ottenere una purea, oppure frullatela.

Mentre cuoce la zucca tritate carota, cipolla e sedano al mixer, scaldate in una casseruola l’olio e gettateci il trito ad ammorbidirsi a fuoco dolce per 5 minuti; poi unite la trita e fatela rosolare per qualche minuto, fino a che non è più rosa, poi sfumate col vino. Aggiungete il pomodoro, le spezie, sale e cuocete per circa mezz’ora.

Imburrate una teglia rettangolare media, che contenga agevolmente le sfoglie senza sovrapporle troppo. Iniziate con 2 sfoglie sul fondo, stendetevi uno strato di ragù, uno di zucca, uno di besciamella e una spolverata di noce moscata e parmigiano. Continuate fino a terminare gli ingredienti, non necessariamente inserendoli tutti in ogni strato. Per ultimi stendete due sfoglie, la besciamella e il parmigiano.

Infornate in forno già caldo a 220° per 30 minuti, eventualmente attivando il grill gli ultimi 5 minuti per rosolare la superficie. Aspettate che non siano più bollenti per porzionarle e servire.

 

Stufato di freekeh con verdure

Purtroppo sono così presa a lavorare che non riesco a pubblicare regolarmente. Qualcuno mi ha detto che non riesco a staccarmi dal lavoro. Sarà pure vero. Tuttavia faccio un mansione che è estremamente pervasiva nella vita privata, ed è veramente difficile non portarsi il lavoro a casa come fanno nelle altre professioni… Per fortuna riesco a cucinare regolarmente, anche perché bisogna mangiare tutti i giorni. Adesso poi che convivo col mio compagno, quasi tutte le sere mi ingegno a cucinare un manicaretto. Ma veniamo a questa ricetta tunisina. Un giorno al supermercato (mi pare Auchan) ho trovato in offerta un prodotto che non conoscevo, il freekeh (marca Luxor), ovvero del grano verde che viene essiccato al sole e affumicato con rami di un arbusto, il balan, il che gli dà un gusto particolare, di noce. Ha molte sostanze nutritive salutari, tante fibre e un basso indice glicemico. E’ originario del Libano, ma si è diffuso in tutto il medio Oriente, anche nella cucina egiziana e tunisina. Per altro è comodissimo da cucinare, perché si mette in pentola con la quantità d’acqua indicata nella confezione (500 ml per 100 gr) e si lascia sul fuoco finché non l’ha assorbita tutta, magari con le verdure a pezzetti, che si cuociono insieme a lui, come ho fatto io in questa versione di uno stufato tunisino da me un po’ rivisitata, ma simile all’originale.

Ingredienti per 2 persone:

150 gr di Freekeh

750 ml di acqua

1 zucchina (se in stagione, altrimenti zucca o coste)

1 carota

1 costa di sedano

½ finocchio

½ cipolla

2 spicchi d’aglio

1 pizzico di spezie tunisine (tabil) o ras el hanout

una scatola di ceci (o 1 salsiccia di tacchino)

sale, peperoncino

2 cucchiai di olio evo

Preparazione:

Lavate, mondate e tagliate a pezzetti le verdure. Mettete tutto insieme nell’acqua fredda (750 ml) in pentola con il freekeh, accendete il fuoco, salate, ed è pronto quando l’acqua si è assorbita (15-18 minuti).

Intanto spellate la salsiccia di tacchino, sbriciolatela e rosolatela in un padellino antiaderente con le spezie. Se preferite usare i ceci (ricetta originale), scolateli, stendeteli su una teglia con carta forno, oliateli, salateli e tostateli in forno per 15-20 minuti a 180° con le spezie.

Quando il freekeh è pronto, aggiungete la salsiccia o i ceci, l’olio e il peperoncino, se occorre più spezie. Per servire: un cucchiaio di yogurt greco per guarnire e una pita araba.

https://www.hellofresh.com/recipes/tunisian-freekeh-stew-58580c0fa28e1a36247c2902

Insalata di carote tunisina (slata omek houriya)

Ultimamente, quasi per caso, ho cucinato un paio di piatti che si avvicinano alla cucina tunisina, uno stufato di grano verde e un dolce di datteri. Allora ho pensato di aggiungere una ricetta tipica tunisina per pubblicare un menù in stile tunisino. In passato ho pubblicato anche la ricetta dei brik tunisini, di cui lascio il link in coda per chi volesse aggiungere un piatto a tema. Per questo menù ho scelto un semplice contorno che ho gradito sia per il gusto, sia per l’originalità, perché con le carote cotte di rado preparo delle ricette. Anche bello da vedere. Dedicato ad un mio alunno di origine tunisina, Youssef, un po’ pestifero ma simpatico, che è proprio di Tunisi. Si avvicina Halloween, ma quest’anno non pubblicherò un menù a tema perché per il ponte farò un bel viaggetto in Emilia col mio compagno, che è originario del ferrarese, però l’anno prossimo lo farò, perché adoro questa ricorrenza (di origine scozzese o irlandese). Infatti stiamo vedendo tutte le sere un film horror in questi giorni; in particolare ho apprezzato il film recente di It (ho appena letto il romanzo). Inoltre ho organizzato la festa di Halloween con i miei alunni e parteciperò a quella di Pomposa, vestita da strega. Ma chi sono le vere streghe? Certe donne attempate, arroganti e arcigne, ovviamente! 😉

Ingredienti per 2/4 persone:

500 gr di carote

1 uovo

Una manciata di olive nere al forno

2 spicchi d’aglio

2 cucchiai di olio evo

Spezie ras el hanout

Harissa

Preparazione:

Lavate e tagliate a rondelle 500 g di carote e lessatele in acqua salata.

Scolate, fate raffreddare e poi passatele nel passaverdure o schiacciatele con una forchetta (come ho fatto io). Scaldatele in una padella 2 cucchiai di olio evo con l’aglio.

Aggiungete la purea di carote e cuocete per 5 minuti (non deve essere acquosa, ma avere una consistenza soda). Mettete sale, 1/2 cucchiaino di spezie tabel kerouia, ovvero coriandolo e carvi o cumino (in mancanza usate spezie ras el hanout), 1/2 cucchiaino di harissa; mescolate bene il tutto tenendo sul fuoco ancora per pochi minuti.

Fate raffreddare le carote e impiattate decorando con uovo sodo tagliato in 4 spicchi, olive nere e prezzemolo tritato (ricetta della chef Marianna Maffia Mbarek).

https://www.lemillericette.it/insalata-di-carote-tunisina-slata-omek-houriya/

Per la ricetta dei brik tunisini:

https://blog.giallozafferano.it/umbricella/1525-2/

Tacos alla carne con pico de gallo

I tacos tradizionali messicani sono tortillas di mais o frumento morbide, servite ripiegate con il ripieno, di solito manzo, insalata, formaggio, lime; si accompagnano con guacamole e pico de gallo. Quelli fritti e croccanti (reperibili già pronti al supermercato) sono una variante Tex Mex, e si servono generalmente con carne tritata e altri ingredienti, ripiegati a mezzaluna. La mia è una versione mista, comunque posso dire che l’ho gradita moltissimo. La ricetta del guacamole l’ho già pubblicata qualche giorno fa. Il pico de gallo è un condimento molto semplice a base di cipolla e pomodoro fresco, che si abbina splendidamente, perché dà al piatto la componente fresca e acida di cui ha bisogno per essere equilibrato. Concludo così questo menù messicano, che mi ha entusiasmato per la sua golosità. Nella foto non noterete la presenza del formaggio, perché mi sono dimenticata di aggiungerlo. Da bere ho servito del vino rosso del Cile. Mi sembrava adeguato.

News su di me: impegni scolastici relativi alle prove scritte, archiviati. Mi restano solo 3 giorni di orali e poi fine! Più contenta che mai di spostarmi a lavorare in un’altra zona, perché questa è pessima. Altra news: abbiamo trovato un appartamento molto interessante e spero di concludere presto le trattative, così oltre a un nuovo posto di lavoro avrò anche una nuova casa! Si cambia vita ragazzi!

Ingredienti per 2 persone:

6 tacos fritti pronti

250 gr di trita mista di manzo e maiale

½ peperone

1 cucchiaio di concentrato di pomodoro

1 bustina di spezie messicane

1 cucchiaio di olio evo

Tabasco

1 cipolla dorata

½ cespo di lattuga iceberg

2 pomodori ramati piccoli

1 spicchio d’aglio

½ lime

1 peperoncino piccante fresco

Prezzemolo tritato

50 gr di emmental

Sale

Preparazione:

Lavate e mondate le verdure. Tagliate la lattuga. Affettate cipolla e peperone.

In una padella, scaldate l’olio e fate soffriggere questi ultimi con l’aglio per qualche minuto, poi aggiungete la trita. Fate insaporire bene. Aggiungete il concentrato, le spezie, il sale.

Fate cuocere per circa 20 minuti.

Intanto preparate il pico de gallo: tritate al mixer i pomodori con la cipolla e il peperoncino. Condite con succo di lime e prezzemolo.

Scaldate i tacos in forno per 3 minuti a 180°, poi farciteli con la lattuga, la carne, il formaggio grattugiato. Servite con guacamole, Pico de gallo e tabasco.

https://www.ricettedalmondo.it/tacos-di-carne.html

 

Chili con carne

Questo è forse il piatto Tex Mex più famoso del mondo, ma in realtà è una ricetta messicana diffusa verso il 1840, derivata da una preparazione degli indiani d’America, i quali realizzavano uno stufato di pomodori e peperoni, ai quali successivamente sono stati aggiunti fagioli e scarti di manzo. Si serviva gratis nei saloon, perché il peperoncino spingeva i commensali ad ordinare più bevande. Oggi di solito si usa la carne trita. La mia versione è semplificata, perché uso i fagioli rossi in scatola. L’Emmental è un’aggiunta Tex. Io l’ho servito con riso bianco, ma l’accompagnamento classico è con le tortillas.

Ingredienti per 2 persone:

1 scatola di fagioli rossi kidney cotti

250 gr di trita mista (manzo e maiale)

1 cipolla dorata

½ peperone rosso

1 peperoncino piccante fresco

1 scatoletta piccola di polpa di pomodoro

1 cucchiaino di zucchero di canna

1 bustina di spezie messicane

1 cucchiaio di olio evo

1 cucchiaio di concentrato di pomodoro

1 foglia di alloro

1 spicchio d’aglio tritato

1 bicchiere di birra scura

50 gr di emmental

160 gr di riso o due tortillas

Sale

Preparazione:

Lavate e mondate le verdure. Affettate cipolla e peperone.

In una pentola (meglio se di coccio), scaldate l’olio e fate soffriggere le verdure con l’aglio per qualche minuto, poi aggiungete la trita. Fate insaporire bene, poi sfumate con la birra. Una volta evaporata aggiungete il pomodoro, il concentrato, le spezie, lo zucchero, l’alloro.

Fate cuocere per circa 20 minuti.

Intanto lessate al dente il riso in acqua bollente salata, poi scolatelo.

Aggiungete i fagioli al sugo e fate cuocere per altri 10 minuti.

Grattugiate l’Emmental e affettate il peperoncino.

Servite il chili con il riso, il peperoncino e L’Emmental sopra.

http://www.puertomexico.it/blog/ricette-cucina-messicana/chili-carne-ricetta

https://indianiamerica.it/alimentazione/ricette-chili-indiani-america

 

Fajitas

Facciamo un po’ di chiarezza su alcuni piatti tipici messicani. La base per molti di questi è la tortilla, una specie di piadina che può essere di farina di grano tenero o di mais. Quella di mais si frigge e si serve piegata in due e ripiena. È il taco. La tortilla di grano, cotta alla piastra, ripiena e arrotolata in maniera semplice, si chiama fajitas. Gli ingredienti si servono separatamente e ognuno se la prepara a suo gusto. Se invece, oltre ad arrotolarla, si piegano le estremità formando un fagotto chiuso, che si serve già farcito, si chiama burrito, così detto perché i primi a vendere questo street food si muovevano con l’asino, ovvero il burro, in messicano. Il ripieno più classico per la fajitas sono gli straccetti di manzo con le verdure. Infatti fajitas significa proprio strisce. Il piatto ha avuto origine dall’usanza di compensare i vaqueros, cioè i cowboy messicani, con i ritagli della carne di manzo. Io avevo in casa dei tacos, quindi ho inserito il ripieno in questi, anche se mi rendo conto che è un po’ eterodosso. Comunque devo dire che il risultato finale è stato davvero appetitoso. Li ho serviti inoltre con il guacamole, che li ha resi squisiti. Qualcosa su di me? Sono impegnata negli esami di terza media, e ogni giorno emergono nuovi problemi. Tutto mi porta a pensare che il luogo in cui vivo è ostile e misero. Per fortuna sto cercando casa altrove. Dovunque andrò, posso solo sperare di incontrare persone migliori. Ma so di certo che la cucina resterà la mia più grande passione.

Ingredienti per 2 persone: 

300 gr di fettine di manzo

½ peperone rosso

½ peperone giallo

½ cipolla

1 bustina di spezie per fajitas

2 cucchiai di olio evo

6 tacos pronti

1 lime

Tabasco

Sale

Preparazione:

Tagliate a striscioline le fettine di manzo e mettetele in una ciotola a insaporirsi con le spezie per fajitas, per mezz’ora.

Lavate e mondate le verdure, poi tagliatele a fettine. Rosolatele in padella con l’olio per 10 minuti. Aggiungete il manzo, e cuocetelo per un paio di minuti. Regolate di sale.

Scaldate i tacos in forno per 3 minuti a 180°, poi farciteli con le fajitas. Servite con guacamole. Se lo gradite, spruzzate la carne con del succo di lime e del tabasco. Se volete rispettare la tradizione, servite separatamente la carne e le verdure (che andranno cotte a parte), e accompagnatele con tortillas.

https://www.agrodolce.it/ricette/fajitas-di-manzo/ 

 

Cous cous con verdure e tacchino in stile Maghreb

In questi ultimi giorni di maggio, propongo un menù internazionale con verdure e frutta di stagione. Comincio con un piatto ispirato ai paesi del nord Africa, in particolare il Marocco.

Posso sfogarmi un po’? È un periodo difficile col lavoro. Per me, lavorare con gli adolescenti non ha più senso. Ho già fatto richiesta per cambiare lavoro, e intanto ho ottenuto almeno di spostarmi da questa zona che detesto. Bene, è già qualcosa. Perché credo che i ragazzi qui siano lo specchio degli adulti che non sopporto. Spero dunque di trovare gente più umana e leale, nel luogo in cui mi sposterò. Se poi il mio sogno si avvera, e cambierò lavoro, tanto meglio. Ma è già positivo cambiare zona. Il blog è il termometro del mio umore. Più mi distacco dal lavoro, più trovo tempo per cucinare e pubblicare ricette.

Io sono stata in nord Africa e quindi posso dire la mia sul cous cous, piatto che ho cucinato varie volte. Bene usare il cous cous precotto perché il tempo per cucinare oggigiorno è poco. Poi uno stufato di carne e verdure con spezie mediorientali, con cui condire la semola di grano a grana grossa. Le ali di tacchino costano poco, ma ci mettono tanto a cuocere, non so se le userò di nuovo. Sapori maghrebini…

Ingredienti per 2 persone:

Un’ala di tacchino (450 gr)

120 gr di cous cous precotto

4 pomodorini

2 cipollotti rossi

1 zucchina

½ finocchio

2 carote

10 asparagi

2 spicchi d’aglio

2 cucchiai di olio evo

2 cucchiai di burro

Menta, peperoncino, sale

Spezie ras El hanout

Preparazione:

Lavate e mondate le verdure, poi inseritele (ad eccezione di asparagi e aglio) in una pentola capace colma di acqua fredda con l’ala di tacchino, salate e fate lessare il tutto per circa un’ora.

Lessate gli asparagi a parte, al dente, in acqua bollente salata.

Scolate il tacchino e le verdure. Tagliate queste ultime a pezzi, compresi gli asparagi, e mettetele in una padella con un bicchiere del brodo ottenuto, le spezie e l’aglio tritato. Pulite il tacchino da cartilagini, ossa e pelle, tagliando a pezzetti la carne ottenuta.

Stufate le verdure e la carne per 5 minuti con due cucchiai d’olio e il pepemenroncino nel brodo, finché questo si sia ristretto formando una salsina.

Preparate il cous cous seguendo le istruzioni della scatola, usando il brodo invece dell’acqua. Condite con il burro.

Servite il cous cous con la menta, le verdure e la carne stufate. Usate il brodo per altre preparazioni.

Alicha (stufato etiope di verdure)

Tornando al menù internazionale del mio corso di cucina, ho inserito una ricetta africana, che ho trovato in internet per caso e mi è sembrata interessante. Così come in India, anche in Africa si fa ampio uso di spezie. Quelle che trovate indicate tra gli ingredienti, si chiamano berberé. Non è necessario metterle tutte, ma la curcuma, i chiodi di garofano, la cannella e il cumino danno al piatto un sapore e un aspetto particolare. Si possono usare varie verdure a seconda della stagione. Ho pensato che usare una pentola di coccio facesse assomigliare il risultato a quello che si avrebbe in una casa tradizionale etiope.

Ingredienti per 4 persone:

4 carote tagliate a rondelle

350 gr di patatine cotte confezionate tagliate a metà

1 cipolla tagliata a fettine

1 piccolo cavolfiore

1 cucchiaino di curcuma in polvere

1/2 cucchiaino scarso di cumino in polvere

1/2 cucchiaino di zenzero in polvere

qualche chiodo di garofano

1 stecca di cannella

qualche seme di coriandolo e di cardamomo (facoltativi)

1/2 cucchiaio di sale grosso

pepe, peperoncino

1 cucchiaio di burro

2 cucchiai di olio evo

Preparazione:

Fate appassire la cipolla con burro e olio per circa 10 minuti in una pentola o una padella. Io ho usato una pentola di coccio.

Aggiungete le carote, acqua calda e fate stufare per altri 10 minuti.

Unite al composto, il cavolfiore mondato e tagliato a cimette, tutte le spezie e regolate di sale, lasciando cuocere il tutto per circa 15-20 minuti a fiamma moderata.

Gli ultimi 7 minuti unite le patate.

http://incucinacondorita.blogspot.com/2014/02/alicha-allicha-alecha-stufato-di.html