Le cipolline in agrodolce sono un contorno gustosissimo realizzato con le cipolline borrettane, una varietà di cipolline nota per la dimensione ridotta, per la forma un po’ schiacciata e per la dolcezza del sapore.
Le cipolline borrettane si prestano benissimo per essere cucinate in agrodolce mescolando l’aceto (di vino, di mele oppure balsamico) con un ingrediente dolce (zucchero bianco, di canna oppure miele).
Le cipolline in agrodolce che vi propongo oggi richiedono lo zucchero di canna; le ho servite assieme al pollo ripieno che ho cucinato qualche giorno fa…un abbinamento a dir poco azzeccato.
- DifficoltàMolto facile
- CostoMolto economico
- Porzioni
- Metodo di cotturaFornello
- CucinaItaliana
Ingredienti
- 350 gCipolline borettane
- 50 gAceto di mele
- 20 gAceto balsamico
- 20 gZucchero di canna
- 50 gAcqua
- Sale
Preparazione
Pulite le cipolline eliminando le piccole radici e le eventuali parti appassite; sciacquatele sotto l’acqua fredda e tamponatele per eliminare l’eccesso di acqua.
In una padella versate l’olio, fatelo scaldare e mettete le cipolline. Fatele dorare per un paio di minuti a fiamma vivace quindi distribuite lo zucchero di canna.
Sfumate con l’aceto di mele quindi aggiungete anche quello balsamico, salate e attendere che riprenda il bollore.
Unite l’acqua quando le cipolline tornano a sobbollire abbassate la fiamma, coprite con un coperchio e lasciate cuocere per 30 minuti mescolando di tanto in tanto.
Il tempo di cottura delle cipolline dipende dalla loro dimensione; devono risultare morbide, ma non sfaldarsi
Terminata la cottura fate evaporare l’eventuale liquido in eccesso alzando la fiamma finchè le cipolline in agrodolce avranno assunto un aspetto dorato.
Regolare di sale e servitele assieme al fondo di cottura..
Cibo per la mente
Guarda come precaria e misera è la condizione dell’uomo: ieri embrione, domani mummia o cenere. E dunque questa briciola di tempo che ti è concessa vivila secondo natura e separati dalla vita serenamente, come l’oliva matura che cade benedicendo la terra che l’ha portata su di sé, e rendendo grazie all’albero che l’ha fatta maturare.
Marco Aurelio
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