Il cinghiale stufato è un piatto di carne classificata come selvaggina o cacciagione. Può essere utilizzato anche come un’ottimo condimento per la pasta, magari delle pappardelle fatte in casa.
Però già solo scrivendolo sospiro perché non è proprio nelle mie corde dedicarmi a preparare le ricette con questo tipo di carne.
Non sono per principio contraria alla caccia, anche se da ragazza lo sono stata, quando, stanca di dover mangiare la cacciagione che portava a casa mio padre cacciatore, con le mie sorelle e mia madre lo abbiamo convinto a smettere.
Era fattore dell’azienda agricola dove sono nata e dove ho vissuto felicemente fino ai 18 anni di età. Babbo Aldo amava stare all’aria aperta, e la caccia era una passione che gli permetteva il contatto diretto con la natura. Una volta o due aveva portato anche me in un capanno dove si stava in silenzio e si osservava ed ascoltava ciò che succedeva intorno.
Qui un mio racconto che riguarda Villa Favorita di Ancona e l’azienda agricola.
Premesso ciò sono anche una persona a cui non piace sprecare nulla (il cinghiale ci viene regalato).
Per di più ho l’hobby di raccogliere le ricette che fanno parte delle tradizioni di famiglia, perciò, dopo aver tergiversato a lungo, e dopo un modesto tentativo mal riuscito di cucinare il cinghiale, con una ricetta trovata chissà dove, mi sono armata di carta, penna e pazienza per cercare di carpire da mia mamma tutti i segreti per cucinarlo, così come lo cucina lei da sempre.
Cinghiale stufato – la ricetta con i consigli di mia mamma
E’ un piatto molto saporito e sostanzioso che nella mia famiglia si mangerà al massimo due volte l’anno ed è molto apprezzato da chi lo assaggia.
Io ci ho aggiunto le bacche di ginepro e il mirto… però adesso, sarà l’orario, ma mi sta venendo proprio un’acquolina…
Ingredienti:
- 800 g circa di spezzatino di cinghiale,
- 4 cucchiai di olio,
- 50 g di burro,
- 50 g di lardo (io grasso del prosciutto),
- una cipolla,
- una costa di sedano (io levistico),
- 2 foglie di alloro,
- uno spicchio d’aglio,
- un rametto di rosmarino,
- mezzo bicchiere di vino bianco secco,
- mezzo bicchiere di aceto di mele,
- circa mezzo litro di brodo vegetale,
- due cucchiai di pomodoro concentrato
- sale q.b.
Ingredienti per la marinatura:
- 1 cipolla,
- 2 carote,
- un ciuffo di prezzemolo,
- alcune foglie di salvia,
- un rametto di rosmarino,
- un rametto di mirto,
- 2 spicchi d’aglio,
- 2 foglie di alloro,
- alcune bacche di ginepro,
- sale,
- pepe nero in grani.
Preparazione del Cinghiale stufato:
lasciare a marinare la carne per un giorno o due nel trito di cipolla, carota, salvia, aglio, alloro, rosmarino con le bacche di ginepro schiacciate, le foglie di mirto, il sale e il pepe in grani.
Coprire con pellicola e riporre in frigo avendo cura di girare i pezzi due volte al giorno.
Mettere sul fuoco una casseruola con l’olio, il burro e il lardo tagliato a pezzetti. Farci rosolare un trito di cipolla, sedano, aglio, due foglie di alloro, un rametto di rosmarino.
Quando la cipolla imbiondisce, aggiungere la carne che avrete sgocciolato dalla marinatura con tutti gli ingredienti e fatela rosolare.
Bagnare con vino e aceto e lasciare evaporare facendo andare il tegame a fiamma media. Coprire la casseruola e far cuocere adagio a fuoco dolce.
Aggiungere di tanto in tanto del brodo caldo e dopo circa un’ora unire due cucchiai di pomodoro concentrato diluito nel brodo, controllare se occorre aggiungere sale e finire di cuocere.
A cottura ultimata togliere la carne e passare il sugo.
Se occorre far restringere cucinandolo ancora un po’ fino a raggiungere la giusta densità.
Sistemare la carne in un piatto da portata e coprire con la salsa.
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Che buono, mi piace tanto la selvaggina
Allora non sono l’unica… se lo cucinerò di nuovo potrei invitarti 😉
piatto davvero invitante! peccato che da me non si trovi il cinghiale tanto facilmente 🙁
devo dire che la salsa in particolare spinge a intingere il pane per la classica “scarpetta”. Se vuoi posso invitarti la prossima volta che lo preparerò per un’assaggio… 🙂
mi che buono che deve essere.
Non conosco la carne di cinghiale, ma a vederlo ispira parecchio.
Ti ringrazio Cinzia, sai che avevo paura spaventasse! Ho cercato di fare del mio meglio e sono contenta dell’impressione positiva. 🙂
Cara Raffaella, grazie per la ottima ricetta. A proposito della caccia, io non sono cacciatore, ma penso che sia una antichissima e nobilissima pratica che fa parte della storia dell’uomo. Dove vivo da un po’ di anni ora c’é il parco nazionale. E’ pieno di cinghiali che devastano tutto. Ma non si possono toccare. Un po’ di caccia sarebbe però un bene.
Grazie a te Stefano per aver lasciato il tuo pensiero e l’apprezzamento per la mia ricetta… sembra proprio che non si riescano a trovare le mezze misure!
Quante ore va fatto marinare?
Scusa il ritardo nella risposta… Purtroppo non mi era arrivata la notifica. Ti consiglio di farlo marinare almeno 12 ore. Qui avevo scritto un giorno o due. Ti consiglio di consultare la ricetta del Ragù di cinghiale marinato: https://blog.giallozafferano.it/ricettecampagna/ragu-di-cinghiale-marinato/
Squisito e con il sugo ho condito le pappardelle fatte in casa da me.
Grazie Giampaolo, sono proprio contenta che ti sia piaciuto e complimenti per le pappardelle fatte da te, saranno state speciali di sicuro.