Il panettone genovese, ormai lo faccio ogni anno a Natale da oltre trent’anni. Io calabrese innamorata del panettone genovese! Anni fa per un periodo, con la mia famiglia, abitavamo a Genova. In tutti i forni e pasticceria i banconi e le vetrine erano pieni di questo dolce, basso, friabile, ricco di burro e di uvetta dal colore ambrato dato dal marsala, buonissimo e così gustoso! Ne abbiamo mangiati così tanti piaceva a tutti. Quando siamo tornati a vivere in Calabria la cosa che mancava a tutti di Genova, era proprio il panettone genovese. Un giorno sulla rivista Mani di Fata ho trovato la ricetta e così ho iniziato a farlo. Devo dire che per i miei amici calabresi era una novità, ma quando assaggiavano il panettone genovese, restavano entusiasti. al punto che lo dovevo fare anche per loro. Così che a ogni Natale devo fare tanti panettoni genovesi da regalare a parenti e amici. Mi perdonino i genovesi, se mi sono cimentata in un dolce che nulla a che fare con la Calabria, in effetti, a volte aggiungo dei fichi secchi tagliati a piccoli pezzi o delle gocce di cioccolato.
Il panettone genovese fatto da una calabrese
Ingredienti
- 500 gr di farina 0
- 200 gr di zucchero
- 150 gr di burro
- 100 gr di uvetta sultanina
- 50 gr di pinoli
- 50 gr di cedro candito
- 1 limone (si usano la buccia grat. e il succo)
- 1 bustina di lievito per dolci
- 1/2 bicchiere di latte
- 1/2 di marsala
- 1 uovo
- 1 pizzico di sale.
Procedimento
Mettere a bagno l’uvetta
In una ciotola setacciare la farina, aggiungere lo zucchero, l’uvetta strizzata, i pinoli, i canditi, la buccia del limone grattugiata, il lievito setacciato per evitare grumi, il sale, mescolare e fare un incavo al centro.
Sciogliere il burro a bagnomaria.
Versare il burro, il latte, il marsala, l’uovo, il succo del limone.
Impastare velocemente per pochi minuti, fare la forma come per il pane facendo un taglio a croce sopra. Sistemarlo in una teglia imburrata e infarinata.
Cuocere a 180 gradi per un’ora circa, controllando che non diventi troppo scuro, diminuire la temperatura a 160 dopo che è dorato e lasciandolo nel forno spento per farlo asciugare bene all’interno Dopo cotto deve essere ben asciutto e friabile.
Questa dose è per un panettone grande, ma ne faccio due più piccoli, così hanno una cottura migliore e non restano umidi all’interno.
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Io sono calabrese e vivo a genova, e mio padre ne va ghiotto! ogni anno glielo devo portare! Forse è arrivato il momento di prepararlo 🙂
è così buono e anche facile da fare, bisogna solo fare attenzione alla cottura!