Il panettone del carcere di Padova: una ricetta per cambiare!

il panettone del carcere di padova, cucina con sara

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Il panettone del carcere di Padova.

La cooperativa sociale Giotto opera a Padova dal 1986 e fornisce servizi di alta qualita’ attraverso la valorizzazione delle persone e delle loro competenze. In quest’ottica la cooperativa e’ entrata nella casa di reclusione Due Palazzi nel 1991 e ha promosso la realizzazione di vari laboratori tra cui quello di pasticceria in cui lavorano i detenuti. Nel 2005 è nata la Pasticceria Giotto…i detenuti impastano e sfornano panettoni, colombe ed altri prodotti artigianali di qualita’. Le persone recluse imparano una professione molto apprezzata e spendibile all’esterno, ponendo le basi per un concreto reinserimento sociale attraverso uno strumento prezioso quale il lavoro. I detenuti, dopo un periodo di inserimento, vengono regolarmente assunti; sono seguiti dal servizio sociale del consorzio in collaborazione con la direzione e gli operatori del carcere, e ricevono una formazione adeguata alle mansioni svolte.

” Un laboratorio che e’ anche una scuola. I maestri artigiani trasmettono agli allievi i segreti del mestiere. E’ l’unico laboratorio di pasticceria situato in un carcere italiano, un piccolo ma reale segno che, con un lavoro vero, ricominciare e’ possibile”.

Pasticceria Giotto e Acetaia Guerzoni stanno collaborando per la realizzazione di un panettone all’aceto balsamico biodinamico, che va ad aggiungersi alla produzione del panettone classico.
Oggi, proprio grazie a Lorenzo Guerzoni, ho avuto l’onore di entrare nel carcere di Padova per trascorrere una giornata nel laboratorio di pasticceria e osservare i detenuti nelle varie fasi della produzione del panettone (il panettone classico e quello all’aceto balsamico ancora in lavorazione per la definizione della ricetta perfetta) e di altre specialità dolciarie.

“Una ricetta per cambiare”…mai motto piu’ azzeccato per questa realta’.

Entrare nella casa di reclusione di Padova e’ stata una emozione intensa, un ritorno ai primi anni della mia professione di psicologa: ero giovane, in mano una laurea e un master in psicologia giuridica, e tanti sogni nel cassetto, primo tra tutti quello di lavorare in carcere. E per anni ho lavorato a San Vittore, tramite cooperative sociali che, tuttavia, avevano maggiormente a cuore il loro profitto che non un riscatto ed un reinserimento sociale dei detenuti. Ma la cooperativa Giotto e’ diversa, ha un’impostazione in linea con i miei principi e i laboratori, non solo quello di pasticceria, realizzati a Padova ne sono la prova lampante. E’ quindi con orgoglio che scrivo questo post a testimonianza di una realta’ in cui credo.

“Oggi in carcere ho visto dei lavori straordinari, non i soliti pezzetti messi insieme per far passare il tempo ai detenuti: le biciclette, i panettoni, i call center che funzionano. Non elemosine, ma qualcosa di attrattivo per gli imprenditori e utile per l’economia del paese”. Paola Severino  – Ministro della Giustizia, Padova (17/09/2012)

L’immagine che mi porto a casa come tesoro da custodire e su cui riflettere, è quella della gioia, della voglia di fare, del credere nel progetto che si porta avanti, che ho visto negli occhi dei detenuti e delle persone che quotidianamente li accompagnano nel loro percorso di crescita e cambiamento. E se la percentuale di recidive, grazie a questi laboratori, scende dal 70% a sotto il 5% un motivo ci sarà!. Ed il modello del carcere di Padova andrebbe replicato.

Ecco alcune immagini di una giornata davvero entusiasmante e che mi ha profondamente segnato.

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Pubblicato da cucinaconsara

Sara, psicologa per professione e foodblogger per passione.

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