Come conciliare un piatto dietetico con il resto della famiglia

 

 

Il grosso problema quando si è a dieta è far conciliare il nostro menù con quello della famiglia. Si finisce quasi sempre per preparare qualche buon piatto per gli altri ed improvvisare per noi qualcosa di più o meno triste. Senza contare la spiacevole sensazione che si ha nel sentirsi “diversi” a tavola. Nonostante io sia 101% padana, ho sempre odorato i piatti del sud, fatti di pochi ma sani ingredienti, ma dove l’olio purtroppo abbonda. Ho quindi cercato delle ricette che, pur rispecchiando i gusti della mia famiglia, potessero essere per così dire “sgrassate” in fase di preparazione, per poi essere “reingrassate” al momento dell’impiattamento. Questo perché avendo io un marito secco secco e non potendomi permettere di fargli perdere peso altrimenti mi sparisce, avevo bisogno di far conciliare il mio dover dimagrire con il suo amore per il buon cibo ed il suo benessere fisico.

Tutte le ricette appartengono alla tradizione italiana ma spesso ho cambiato le proporzioni degli alimenti, tagliando i grassi e sostituendoli con aromi e spezie, oppure ho sostituito degli alimenti con altri altrettanto saporiti ma decisamente più magri, come l’uso dello speck o della bresaola al posto della pancetta. I risultati specie con i piatti salati sono sempre state oltre le aspettative, ma mi sono ben guardata dal definirli in famiglia piatti “light”, perchè il solo nome evoca il più delle volte l’idea di qualcosa di triste, stile “mangiare da ospedale”, mentre se proponi una cena a base di pasta con pesto di zucchine, stracchino e noci, tanto per fare un esempio, nessuno avrà di che obbiettare.

Quando dovevo perdere peso cucinavo quattro porzioni nelle quantità previste dalla dieta, mi prendevo il mio quarto e dividevo le altre tre porzioni fra mio marito e mia figlia, aggiungendo nei loro piatti un po’ di condimento o qualche grattugiata di grana in più, se la ricetta lo richiedeva. In questo modo le loro quantità e l’apporto di grassi rientrava in un regime equilibrato ma non dietetico, per evitare dimagrimenti non voluti.

Tutte le ricette rispecchiano ovviamente i gusti della mia famiglia, da sempre orientata verso l’uso di poca carne e niente pesce (purtroppo proprio non ci piace ed è un vero peccato essendo un alimento fantastico in un regime alimentare dietetico) e prediligendo piatti a base di verdure e, ahimè, formaggi che ho dovuto drasticamente ridimensionare nelle porzioni.

In questo blog ho voluto raccogliere le ricette con le porzioni Welcome Weight, perché “tradurre e conteggiare” una ricetta alle volte porta via quel tempo prezioso, e così alla fine si finisce per preparare sempre le solite cose, dimenticandoci che mangiare bene anche durante la dieta significa mettere le basi per un corretto regime alimentare nostro e della nostra famiglia. Ma anche per chi non seguisse la Welcome Weight, basta considerare ogni piatto un piatto unico da gustare a pranzo o cena, mentre i dolci corrispondono ad una delle mie merende anche quando ero a dieta.

Sul lato pratico questo periodo di ricette “rivisitate e sgrassate” mi ha insegnato delle cose che a ben pensarci sono ovvie:

  • Una materia prima fresca e di qualità non ha bisogno di grassi per essere esaltata
  • La cucina italiana è talmente ricca di ricette stupende che quelle leggere già esistono, basta cercarle
  • Bisogna sperimentare alimenti che non si conoscono. Più si varia e più gli orizzonti si allargano
  • Il gusto è modificabile. Non esistendo il buono assoluto (a parte il tiramisù che secondo me piace ad ogni abitante del pianeta). Non è detto che ciò che consideriamo buono oggi ci vedrà entusiasti anche in futuro e vice versa
  • Il successo di una dieta si misura solo sul lungo termine. Se non impariamo un nuovo stile alimentare ci sono buone probabilità di tornare quelle di un tempo

Nella foto Fernando Botero “Picnic 1999”