I diritti del celiaco: una mensa senza glutine è possibile

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I diritti del celiaco: una mensa senza glutine è possibile ─ Chi è celiaco sa quanto possano essere insidiosi dei piatti che all’apparenza sembrerebbero innocui: l’arrosto, ad esempio, oppure gli involtini o perfino una scamorza ai ferri. Se siamo noi a cucinare, o qualcuno della nostra famiglia che non vuole avvelenarci ;), possiamo naturalmente controllare cosa mettiamo nei nostri piatti, ma il discorso cambia quando capita o si è costretti a mangiare fuori casa. In molti ristoranti, infatti, e ─ cosa ancor più grave ─ in molte mense scolastiche e aziendali, non c’è alcuna accortezza nel proporre un’alternativa che sia assolutamente gluten-free; mi rendo conto che per fornire l’opportunità di una mensa senza glutine bisogna avere un’attrezzatura dedicata, che non entri in contatto con il glutine e che ciò comporta una complicazione in più oltre che dei costi aggiuntivi. Ma a volte basterebbe un pizzico di sensibilità almeno nel non contaminare con farina e simili piatti che non lo richiedono: so per certo, ad esempio, che in una mensa aziendale per non far attaccare la scamorza alla piastra, quest’ultima veniva cosparsa di farina.I diritti del celiaco una mensa senza glutine è possibile il chicco di mais

Se gli adulti possono in qualche modo subodorare il pericolo e fare lo slalom tra le portate, riducendosi a volte a mangiare un pugno di riso lesso ─ che poi, sarà stato bollito nella stessa acqua della pasta? Gli addetti al servizio non sempre sanno dare informazioni sicure ─ per i bambini il discorso è diverso e può alla lunga essere anche molto nocivo. Si sa infatti che non tutti i celiaci hanno sintomi evidenti di questa intolleranza, per cui potrebbero per anni cibarsi di piatti apparentemente sicuri e poi pagarne le conseguenze in età più avanzata (e, per chi non lo sapesse, le conseguenze possono essere molto gravi). Già da alcuni anni esiste una legge che dovrebbe tutelare il celiaco sia a scuola che nei posti di lavoro, garantendogli una mensa senza glutine; nel dettaglio (cito dal sito dell’AIC):

La legge quadro 4 luglio 2005 n. 123 prevede alcuni interventi, unitamente agli interventi generali del Servizio Sanitario Nazionale, diretti a favorire il normale inserimento nella vita sociale dei soggetti affetti da celiachia, con, tra l’altro, questo obiettivo:
d) agevolare l’inserimento dei celiaci nelle attività scolastiche, sportive e lavorative attraverso un accesso equo e sicuro ai servizi di ristorazione collettiva.
Questa è un’importante asserzione di principio.

Di seguito la legge impone che:

Nelle mense delle strutture scolastiche e ospedaliere e nelle mense delle strutture pubbliche devono essere somministrati, previa richiesta degli interessati, anche pasti senza glutine.
Ne deriva che, nelle mense “non pubbliche”, ossia in quelle di un datore di lavoro privato, non c’è tale obbligo, ma rimane il succitato principio di tutela del celiaco che potrà far valere il suo più generico, ma non meno importante, “diritto alla salute” con il proprio datore di lavoro, magari attraverso il supporto delle associazioni sindacali.

Ormai in molti capitolati d’appalto sono comunemente previste le diete speciali, occorre verificare che tra questa sia precisata anche la dieta priva di glutine e qualora questa non ci sia, farne esplicita richiesta al datore di lavoro.

Quindi se per legge nelle scuole e negli uffici pubblici ci deve essere una mensa senza glutine (dove necessario), anche nel settore privato si dovrebbe poter intervenire in tal senso. Mi chiedo però quanti sappiano di avere questo diritto e, soprattutto, quanti possano farlo effettivamente valere. Ho pensato di usare la pagina Facebook di questo blog per indire un sondaggio tra di voi, celiaci e non, purché informati, per sapere in quante strutture è effettivamente presente un servizio di mensa che offra anche un’alternativa senza glutine, per rendermi conto indicativamente di qual è la situazione in Italia; è chiaro che si tratta di un sondaggio senza troppe pretese statistiche, ma può essere comunque un buon modo per portare all’attenzione di tutti la questione. Di sicuro, leggendo un po’ di testimonianze su internet, la situazione varia molto da regione a regione e soprattutto a seconda che si parli di struttura pubblica o privata. La mia esperienza personale, relativa solo alle mense aziendali, non mi dà grandi speranze, ma sono sempre disposta a farmi sorprendere positivamente ;). Se volete partecipare sulla pagina facebook del blog trovate sia il sondaggio per le mense scolastiche che quello per le mense lavorative; se invece volete esprimere in maniera più diffusa la vostra esperienza potete lasciare un commento, qui o sempre sulla pagina Facebook del blog. Per maggiori informazioni conviene riferirsi comunque all’Associazione Italiana Celiachia, che è dislocata su tutto il territorio con numerose strutture regionali (qui l’elenco e i contatti).

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5 Risposte a “I diritti del celiaco: una mensa senza glutine è possibile”

  1. Carissimo chicco di mais. Hai davvero tanta ragione ed argomenti che condivido.
    Credo, purtroppo, che normalizzare questo problema, come sarebbe giusto, richiede una guerra (bada bene guerra e non battaglia) lunga e faticosa.
    Le idee, seppure giuste e condivise in teoria, vengono di fatto ostacolate nelle aziende private, più che pubbliche, per motivi economici e qualche volta cadono nella noncuranza anche degli stessi colleghi di lavoro che, non direttamente interessati dal problema, non desiderano esporsi nei confronti della proprietà, tesa sempre a minimizzare.
    E’ necessario un cambio culturale che purtroppo si sviluppa in tempi dilatati e asincroni, rispetto alle necessità di coloro che patiscono questa intolleranza.
    Se anche i nostri politici avessero una vista acuta e sensibilità, tutta da dimostrare, questo argomento, ed altri similari, potrebbe aprire un importante varco anche a nuove attività, a vantaggio peraltro dell’ occupazione.
    Non perdiamo la speranza, ma prepariamoci ad affrontare una strada lunga e fitta di ostacoli.
    Un appoggio sincero.

    1. Grazie Peter, il problema infatti è ancor più sentito nelle aziende prvate, laddove bisogerebbe far valere il proprio diritto alla salute in contesti che non sempre accolgono positivamente le esigenze altrui, specie se comportano complicazioni e costi aggiuntivi. Grazie dell’appoggio 🙂

  2. Non sono celiaca, ma capisco quanto sia difficile per chi ha questo problema: io abito in un paese piuttosto piccolo e per trovare un ristorante adatto anche ai celiaci bisogna spostarsi abbastanza. La mensa universitaria che frequento a Bologna offre pasti per celiaci, ma bisogna prenotare una ventina di minuti prima (e direi che non è molto comodo!). La tua è una bella iniziativa, è bene che se ne parli!

    1. Grazie Elena per il supporto! I ristoranti senza glutine non sono numerosissimi in effetti, ma stanno crescendo. Le mense invece rappresentano per molti uno dei pasti quotidiani, a cui è difficile rinunciare (non sempre è possibile portarsi il pranzo da casa). Spero davvero che il sondaggio disegni un quadro più positivo di quella che è la mia esperienza personale 🙂

  3. penso che sia davvero un diritto del celiaco avere a disposizione una mensa senza glutine! o per lo meno cibi preconfezionati anche in altri stabilimenti asettici, sai che non so come funziona all’asilo di mia figlia? so che ci sono casi di celiachia ma presumo che ad orario di pranzo i bambini vadano a casa! p.s. potrebbero adattarsi tutti al senza glutine comunque per come la vedo io ma stiamo sempre lì.. è ua minoranza..
    cerco il sondaggio 🙂

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