Rose salate ai due colori

Rose salate ai due colori. 

All’asilo avevo una compagnetta di nome Tania. Io odiavo Tania con tutto me stesso, di quelle antipatie che ti ricordi anche dopo quasi 35 anni, e anche i miei compagni la odiavano. Non ci si mischiava molto all’asilo, le femminucce erano sempre fra di loro al loro tavolo, e noi maschietti fra di noi ai nostri (eravamo di più). Capitava però che qualche volta ci riunissero tutti nel salone dove proiettavano un cartone animato. Era una cosa elettrizzante, perchè lo proiettavano sul telo bianco come al cinema, chiudendo le imposte alle finestre e facendo buio. E in quell’occasione, ci si sedeva come capitava, mischiati. Immaginate la nostra emozione e la nostra agitazione quando succedeva. Però un giorno capitò che alla mia destra, si sedette proprio Tania. E io le feci una cosa molto brutta.  Non so cosa mi passò per la testa, forse pensavo di fare lo splendido agli occhi dei miei compagni, ma con la mano le spinsi forte la testa verso il pavimento, fino a quando la sua fronte non lo incontrò, ed ebbe la peggio. Tania comincio a urlare e sanguinare, i miei compagni videro il sangue e si spaventarono cominciando a urlare e piangere. Arrivarono le maestre a soccorrerla, e portarono me nella sala della direttrice. Tania mancò per diversi giorni, e quando tornò aveva un grande cerotto a coprirle i punti sulla fronte. E sarei anche tentato di credere che questo è uno di quei ricordi che sono frutto della tua immaginazione infantile, cose mai accadute che però ti convinci siano vere. Ma ritrovai Tania qualche anno dopo, e la sua cicatrice sulla fronte fissava intensamente il mio senso di colpa. Ovviamente chiamarono i miei genitori, e non ricordo che punizione ebbi da mia madre. Però ricordo quella che mi impartì la maestra Maria. Per insegnarmi che le femminucce non si toccano neanche con un fiore, mi obbligò a disegnare pagine e pagine di fiori sul mio quadernetto. Ma non un fiore qualsiasi, la classica margherita che disegnano i bambini, ma una rosa. Mi dovetti impegnare molto, perchè disegnare una rosa non era per niente facile; ne disegnai centinaia, e diventai il miglior disegnatore di rose dell’asilo. Ma quella lezione la imparai, e quelle parole mi risuonano da allora nella testa: le femminucce non si toccano neanche con un fiore. E la rosa diventò per me il simbolo di questo dovere. Ora, io non ho mai voluto portare l’attualità e la cronaca su queste pagine, perchè ho sempre pensato che leggere un blog debba essere un momento di svago e di distrazione in cui si lascia la realtà fuori dalla porta. Ma ultimamente sono successi degli episodi di efferata violenza sulle donne che ci hanno scossi, me ed in particolar modo Eva in quando donna. Odio la violenza in ogni sua forma, ma quella sulle donne indifese, soppresse, e nei casi estremi private addirittura della vita, la trovo davvero vile, prepotente, disgustosa. Chissà se la giustizia sarà mai capace di ridare a queste donne almeno parte di quello che questa violenza gli ha tolto, anche se dubito fortemente che qualsiasi giustizia possa ridare la vita intera da vivere ad una povera adolescente. Ad ogni modo, io ed Eva ne abbiamo parlato molto, anche perchè uno di questi episodi è successo proprio in Puglia, la mia terra, ed è stato proprio il più grave. E non potendo fare nulla, ma senza neanche avere la pretesa di farlo, abbiamo deciso di fare l’unica cosa che da noi ci si aspetta, cioè cucinare e proporre ricette. Ma almeno la ricetta la potevamo scegliere, e io sapevo cosa scegliere. Così le rose della maestra Maria, dal mio quadernetto dell’asilo sono arrivate nella cucina di Eva, che ne ha fatto dei lievitati salati in monoporzione nei pirottini dei muffin. Le abbiamo chiamate ROSE SALATE AI DUE COLORI, e scoprirete più avanti nella ricetta come sono fatte. Siamo convinti che vi piaceranno e se pure non vi piacesse il ripieno potete personalizzarlo come preferite. Ma non è questo quello che ci importa. Quello che ci sta a cuore è che guardandole possiate pensare che vengono dalla mente di un uomo che da bambino ha disegnato centinaia di rose per imparare che le femminucce non si toccano neanche con un fiore. E che gli adulti violenti di oggi sono i bambini di ieri che non hanno mai disegnato rose. E che i bambini di oggi è bene che disegnino rose, e che ne facciano tante per riuscire a riempire questa nostra società che purtroppo ha perso il senso del rispetto. Vi chiediamo scusa se per una volta non siamo stati divertenti e simpatici, ma questa volta la realtà ha strappato la tela e invaso anche queste pagine liete.

ROSE SALATE AI DUE COLORI:

(Dose per 14 rose circa)

Per l’impasto:

  • 500 g di farina 0
  • 1 uovo
  • 250 g di latte
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 1/2 cucchiaio di sale
  • 40 g di olio EVO
  • 5 g di lievito di birra

Per la farcitura:

  • 80 g di formaggio spalmabile
  • 6/7 pomodori secchi sott’olio
  • 20 g di capperi sotto sale
  • 80 g di formaggio spalmabile
  • 20 g di pesto di basilico
  • 20 g di pinoli
  • 50 g di grana in scaglie

Per la finitura:

  • 1 tuorlo d’uovo
  • 20 g di latte

Se non vi piace qualcosa delle farciture che abbiamo scelto a nostro gusto, potete variarle come vi pare e piace, mantenendo i pesi. La ricetta per fare il pesto la trovate QUI.

Versare nella ciotola la farina, l’uovo, lo zucchero, il lievito di birra sbriciolato e metà del latte a temperatura ambiente. Aggiungere il restante latte man mano che l’impasto prende corpo. Aggiungere infine il sale e poi l’olio in più volte. L’impasto deve risultare liscio, omogeneo ed elastico. Ribaltate sul piano leggermente infarinato e fatene un panetto, ponetelo in una ciotola, copritelo con pellicola e ponetelo in frigorifero per mezz’ora.
Nel frattempo prepariamo le farciture, per la prima basterà sciacquare i capperi sotto sale e farli scolare bene, tagliate i pomodori secchi a listarelle e ponete da parte assieme ad 80 g di formaggio spalmabile.
Per la seconda farcitura mischiate 80 g di formaggio spalmabile con il pesto fino ad ottenere una crema omogenea, riducete in scaglie il grana e ponete da parte assieme ai pinoli.
Riprendiamo l’impasto dal frigo, stendiamolo con il mattarello fino ad avere un rettangolo di circa 40×60 cm, dello spessore di 5/6 mm. Con una spatola stendiamo le due creme, bianca e al pesto, mantenendole separate fra loro in due porzioni diverse di impasto. Stendiamole per la lunghezza, una sulla metà superiore e l’altra nella metà inferiore del rettangolo, lasciando un bordo pulito di 2 cm.
Partiamo ad arrotolare l’impasto su se stesso dall’alto verso il basso dove avremo lasciato il bordo pulito, fino a chiudere. Incartiamo il rotolo ottenuto nella pellicola, stringendolo bene e poniamolo su un vassoio, con la chiusura verso il basso,per metterlo in frigo per circa 30 minuti.

Prepariamo i pirottini da muffin per metterci le rose, riprendiamo il rotolo dal frigo, liberandolo dalla pellicola tagliamo ogni 3 cm per ottenere le rose, stringiamole leggermente sotto con le dita e poniamole man mano nei pirottini.
Porre i pirottini nell’apposita teglia da muffins (come QUESTA), oppure come abbiamo fatto noi direttamente su teglia con i pirottini autoportanti e antiaderenti che potete trovare QUI, coprire con pellicola e far lievitare a 28°C fino al raddoppio, circa 4 ore. Al raddoppio scoprire le rose, lasciarle all’aria per una decina di minuti e poi spennellarle con tuorlo e latte miscelati.
Infornare in forno già caldo a 180°C in modalità statica per circa 20 minuti, comunque fino a doratura.
Farle raffreddare su di una gratella e servire le rose tiepide.

Non sempre la vita è tutta rose e fiori. I detti popolari hanno sempre una loro saggezza profonda legata ad una vita dura e dolorosa, tipica di altri tempi. Ma il fatto che siano attuali ancora oggi è il sintomo che non abbiamo fatto molta strada e la via verso la civiltà è ancora lunga. Oggi oltre ad una semplice ricetta abbiamo voluto condividere con voi una parte del nostro vissuto, sperando di non avervi annoiato. In giro ci trovate nei soliti posti, sulla nostra Fanpage di Facebook e nel nostro gruppo “Pasticciando con i Fables…”. Vi lasciamo un saluto e una speranza: sorridete sempre, nonostante tutto, e speriamo che la vita sorrida a tutti, anche ai più indifesi, lasciando la violenza nel buio. Alla prossima, Eva e Claudio.

 

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3 Risposte a “Rose salate ai due colori”

  1. Mi ha toccata molto la storia raccontata, sono contenta di sapere che ci sono anche uomini così… Proverò la ricetta, adoro i lievitati.

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