Luci della città

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Luci della città
Luci della città

In questi giorni a Livorno si ssvolge Effetto Venezia, il 2023 è dedicato al cinema, ieri sera è stato proiettato un film più famosi di Chaplin Luci della città.

Luci della città (City Lights) è un film muto e sonoro (le musiche sono sincronizzate con le immagini) del 1931 scritto, prodotto, diretto e interpretato da Charlie Chaplin. Considerato dai critici e da molti registi una delle migliori pellicole mai prodotte, è tra i film più famosi di Chaplin, scelto per la preservazione nel 1991 dal National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. In una città americana si sta svolgendo una pomposa cerimonia per il disvelamento di una nuova statua: “Pace e Prosperità”. Sollevato il velo una grande ilarità coglie la popolazione: sulle ginocchia della dea Giustizia stava dormendo un vagabondo senzatetto, Charlot, e le autorità cercano maldestramente di scacciarlo. Nel pomeriggio Charlot incontra una fioraia cieca che, sentendo sbattere la portiera di una Rolls-Royce mentre lui le passa davanti sul marciapiede, lo crede un milionario e gli chiede di comprare un fiore; lui ne rimane affascinato e le compra il fiore. Quindi un fiore di cipolla al forno con polvere di peperoncino.

Ingredienti per 4 persone

  • 4 cipolle rosse
  • Polvere di polvere di Scotch Bonnet q.b.
  • Sale q.b.
  • Pepe q.b.
  • Olio EVO q.b.

Preparazione

Sbucciate le cipolle eliminate le foglie esterne, incidete le cipolle fino a circa un centimetro dalla base, cercate di lasciare integra la parte centrale del bulbo.

Fiore di Cipolla preparazione
Fiore di Cipolla preparazione

Salate, pepate e disponete le cipolle su una teglia passate un filo d’olio poi in forno preriscaldato a 180 gradi per 25 minuti.
Passato questo tempo, spolverate della polvere di Scotch Bonnet, per la quantità regolatevi io ne ho usato pochissimo, si deve sentire ma non coprire il sapore della cipolla.

Buon appetito

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Trama

In una città americana si sta svolgendo una pomposa cerimonia per il disvelamento di una nuova statua: “Pace e Prosperità”. Sollevato il velo una grande ilarità coglie la popolazione: sulle ginocchia della dea Giustizia stava dormendo un vagabondo senzatetto, Charlot, e le autorità cercano maldestramente di scacciarlo. Nel pomeriggio Charlot incontra una fioraia cieca che, sentendo sbattere la portiera di una Rolls-Royce mentre lui le passa davanti sul marciapiede, lo crede un milionario e gli chiede di comprare un fiore; lui ne rimane affascinato e le compra il fiore.

La stessa sera il vagabondo salva per caso un vero milionario che, ubriaco, vuole gettarsi nel fiume, e che per ringraziarlo lo porta dapprima a casa e poi in un locale per festeggiare insieme. Nel tornare a casa di mattina presto incontra nuovamente la ragazza e decide di comprare tutti i suoi fiori con l’aiuto del milionario, quindi la riaccompagna a casa con la macchina dell’amico. Al risveglio però, il milionario muta improvvisamente umore: la sua bonomia e amicizia da ubriaco si tramutano in freddezza e indifferenza da sobrio, tanto che fa cacciare via il vagabondo. Charlot torna a passeggiare per la città: incontra la fioraia e poi, nel pomeriggio, anche il milionario di nuovo ubriaco, dal quale però non spera di trovare più aiuto, dal momento che è in partenza per l’Europa. Deciso a trovare i soldi per curare la cecità della ragazza e il suo debito d’affitto, ella lo crede sempre milionario, trova lavoro come netturbino anche se ben presto lo perderà per essere arrivato in ritardo dopo essere andato a trovarla durante la pausa pranzo.

Un uomo lo vede e gli propone di guadagnare dei soldi combattendo un incontro di boxe truccato e spartendosi la vincita, ma all’ultimo scappa perché ricercato dalla polizia, lasciando nei guai il vagabondo costretto a combattere un incontro vero. Dopo aver perso il combattimento per k.o. sia pure valorosamente, si imbatte nuovamente nel milionario che, riconoscendolo perché brillo, lo porta a casa per festeggiare. Qui intanto sono penetrati due malviventi intenzionati a derubare il milionario, ma la solita tragicomica sequela di gag vedrà Charlot, accusato di furto, scappare con in mano i soldi che il ricco amico, poco prima di venire colpito dai due ladri, gli aveva dato per la fioraia. Arrivato dalla ragazza le consegna tutti i soldi che le consentiranno di saldare i debiti e di operarsi per riacquistare la vista. Il vagabondo la saluta con la consapevolezza che di lì a poco sarà arrestato per furto.

Qualche tempo dopo Charlot esce di prigione e cammina sconsolato per la città. La fioraia nel frattempo ha riacquistato la vista, ha aperto un bel negozio di fiori e vive nella speranza di re incontrare il suo benefattore, che è ancora convinta essere un facoltoso milionario. Davanti alla sua vetrina passa Charlot, schernito da alcuni strilloni: non lo può riconoscere, e ne ha solo pietà. Quando però lui si volta e la vede, rimane incredulo a fissarla; la fioraia esce dal negozio per offrirgli un fiore in regalo insieme a una moneta. Lui fa per fuggire ma infine accetta il fiore. Lei lo avvicina e gli prende la mano (come aveva sempre fatto) per dargli anche la moneta e così, tenendogli la mano, lo riconosce: è lui il suo benefattore? È lui. «Potete vedere ora?» le domanda il vagabondo; «Sì, ora posso vedere» risponde la donna commossa.

Produzione

Quando nel 1929 Charlie Chaplin cominciò a pensare al suo nuovo film, il sonoro era diventato ormai pressoché irrinunciabile per qualsiasi regista dell’epoca. Sydney, fratello e manager del famoso tramp, non esitò a proporgli l’idea di una pellicola sonorizzata, ma Charlie era molto scettico rispetto alla nuova invenzione e tentò in tutti i modi di restare alla pantomima che lo aveva reso celebre. Fino al 1940 (con Il grande dittatore) presentò solo film muti.

Decise infatti di continuare con il muto e di realizzare City Lights, quello che diventerà il suo film più apprezzato dalla critica. Questa volta la leading-lady sarebbe stata Virginia Cherrill, graziosa ventenne bionda, che avrebbe impersonato una fioraia cieca. Chaplin raccontò di averla conosciuta a un incontro di boxe nel 1928 e di averla scritturata immediatamente per il suo imminente lavoro.

Varie vicissitudini coinvolsero Charlie durante la realizzazione di Luci della città. Una tra le più importanti: la fioraia avrebbe dovuto scambiare il piccolo vagabondo per un milionario ma Chaplin non sapeva come ottenere tale risultato. Prima di trovare una soluzione rifece la scena svariate volte, provando i più svariati espedienti. Tale scena alla fine è divenuta la più ripetuta nella storia del cinema, per un totale di 342 ciak.

La prima

Il film fu proiettato per la prima volta il 30 gennaio 1931 a Los Angeles, presso il Los Angeles Theater. Albert Einstein andò alla prima del film negli Stati Uniti in compagnia dello stesso Chaplin. Quando gli spettatori li videro, si alzarono in piedi applaudendoli calorosamente. Allora pare che Chaplin abbia mormorato ad Einstein: “Vede, applaudono me perché mi capiscono tutti; applaudono lei perché non la capisce nessuno”.

Caratteristiche

Nel film Chaplin sconosciuto viene dato ampio spazio alla lavorazione del film. In particolare, Chaplin è accusato di essere un nevrotico perfezionista anche dai suoi collaboratori, che però avevano per lui una grande ammirazione. Anche in questo film a causa di queste sue manie gli aneddoti non mancano:

Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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