Stoccafisso quasi in bianco alla ligure

Lo stoccafisso quasi in bianco alla ligure è un’insalata di pesce saporita e leggera; qui vi presento una rivisitazione della ricetta di mia mamma.


Il merluzzo, pesce del Nord, ricco di proteine viene lavorato secondo due tradizioni: l’essiccazione e la salagione. Dalla diversa lavorazione nasce la differenza tra baccalà (salato) e stoccafisso (essiccato).

Il rapporto di noi liguri con questo prodotto ha una storia antica perché Genova e le altre città della Liguria hanno una storica vocazione marinara. E proprio attraverso i porti, infatti, è sempre avvenuto il commercio di questo prodotto che arriva dal Nord Europa, soprattutto dalla Norvegia. .

Questa stretta relazione è anche testimoniata dal fatto che in Provincia di Imperia esista l’Accademia dello Stoccafisso:   un associazione che si pone l’obiettivo di tutelare e valorizzare l’importanza dell’abbinamento dei piatti a base di merluzzo essiccato con i prodotti locali e tipici, in particolare olio extravergine d’oliva (cultivar Taggiasca) e vino.

Con questa ricetta ho cercato di valorizzare questo pesce essiccato, a noi così caro… Se vi piace guardate anche: stoccafisso accomodato, brandacujun, baccalà alla ligure, frittelle di baccalà e baccalà arracanato.

Stoccafisso quasi in bianco alla ligure
  • DifficoltàBassa
  • CostoMedio
  • Tempo di preparazione15 Minuti
  • Tempo di cottura15 Minuti
  • Porzioni4 porzioni
  • CucinaItaliana

Ingredienti

  • 600 gStoccafisso (già ammollato)
  • 3Patate
  • 10Pomodorini
  • 20Olive verdi in salamoia (o taggiasche)
  • q.b.Olio extravergine d’oliva
  • foglieBasilico (o origano)
  • q.b.Sale
  • 1 pizzicoPepe bianco
  • q.b.Pinoli (Facoltativi)
  • Mezzo spicchioaglio

Strumenti

  • Vaporiera
  • Pentola
  • Tagliere
  • Ciotola

Preparazione

  1. Stoccafisso quasi in bianco alla ligure

    Sfregare nelle pareti di una ciotola capiente l’aglio in modo da insaporire l’insalata di stokke.

    Sbucciare le patate, lavarle, tagliarle a cubetti piuttosto grandi e cuocerle a vapore. Quando sono cotte metterle nella ciotola con un po’ di olio EVO.

    Nel frattempo, adagiare in una pentola capiente lo stoccafisso (già ammollato dal pescivendolo) e coprirlo con acqua. Da quando l’acqua bolle lasciarlo cuocere per 15 minuti.

    Scolare lo stoccafisso e pulirlo dalla pelle e dalle lische bagnandolo con acqua fredda se il caso. Romperlo con le mani a pezzi (praticamente si rompe da solo).

    Aggiungerlo alle patate, con le olive, i pomodorini tagliati in quarti o a metà e, se vi piacciono, i pinoli.

    Condire con olio, sale e pepe (facoltativo) e qualche foglia di basilico (o origano).

    Lo stoccafisso quasi in bianco alla ligure si serve a temperatura ambiente. Se lo lasciate un po’ riposare prima di andare in tavola., diventa ancora più buono.

     

Aglio

Un mio amico mi consiglia di aggiungere aglio crudo alla fine. Mauro, invece, mette gli spicchi interi nel condimento e poi li toglie prima di servire. Io non posso mangiare aglio crudo, mi ha fatto male da piccola, per questo lo sfrego solo un po’ sulla ciotola. Ma chi lo tollera e lo ama… può scegliere la variante che fa al caso suo. 😉

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Pubblicato da Renata Briano

Nata a Genova (GE) nel 1964, è laureata in Scienze Naturali e ha lavorato come ricercatrice presso l'ITD del CNR e presso ARPA Liguria. Dal 2000 al 2010 è Assessore all'Ambiente e allo Sviluppo Sostenibile, Caccia e Pesca della Provincia di Genova. Dal 2010 al 2014 ha ricoperto l'incarico di Assessore all'Ambiente e alla Protezione Civile in Regione Liguria. Dal 2014 al 2019 è stata Europarlamentare e Vicepresidente della Commissione Pesca al Parlamento Europeo. Da settembre 2019 è Food Blogger, dopo aver preso il diploma da "Chef fuoriclasse" presso il Centro Europeo di Formazione. Mamma di Francesco, è sposata con Luciano Ricci, scrittore. Non si separa mai dai suoi tre cagnolini.

6 Risposte a “Stoccafisso quasi in bianco alla ligure”

  1. Personalmente lo faccio cuocere per 7 minuti da quando l’acqua bolle. Metto l’aglio in spicchi interi nel condimento e lo tolgo prima di impiattare.

    1. Grazie Mauro… in effetti la cottura può variare. Sull’aglio l’ho scritto, va a gusti. Io proprio non li digerisco… ahimè!

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