Visita a Saint-Pierre, I Giorno
Mercoledì 10 ottobre mi arriva un email, iniziava così, Ciao Calogero La tua ricetta è stata selezionata al 1 posto per il contest de Lo pan ner, quindi potrai prendere parte al BT in Valle D’Aosta durante questo fine settimana. Congratulazioni!!
Non vi era molto tempo, ma la voglia di visitare la Val d’Aosta era tanta, quindi mi sono organizzato, la mia auto, ha 12 anni quindi prenoto una macchina a noleggio.
Venerdì 11, ritiro la macchina e parto, arrivo nei pressi di Genova, una folata di vento, fa muovere l’utilitaria, niente di strano, ma si accende, la spia delle gomme.
Alla prima piazzola mi fermo, controllo sembra tutto ok, telefono all’assistenza, risposta, tranquillo se le gomme sono gonfie tutto a posto. Continuo ma ogni tanto mi fermo, e controllo le gomme.
Arrivato in val d’Aosta non servono cartelli, per capirlo, ti accolgono delle vette maestose, uno spettacolo della natura.
Arrivo a Saint-Pierre, mi accoglie, Ermanno Bonomi, che mi farà da cicerone, è sarà il bersaglio delle mie innumerevoli domande.
Ermanno è il vicesindaco del comune, di 3300 anime ma con un territorio vastissimo, la popolazione e sparsa in vari villaggi, la prima cosa che ha colpito il mio animo contadino, è che tutto il territorio è ben curato.
Come prima tappa, andiamo a farci un aperitivo, in un locale accanto al comune, con vista su un castello che sembra appena uscito da un film dell Disney, chi mi conosce sa quanto apprezzo.
Il locale è gestito da Loubna, una ragazza marocchina, con la passione per la cucina che ha adattato la cucina della sua terra ai gusti gastronomici della Valle.
Mi fa entrare in cucina, subito mi trovo a mio agio tante erbe aromatiche che conosco, mi fa assaggiare alcune preparazioni, bene un ottimo inizio.
A questo punto è già buio Ermanno mi porta a Rossan, dove Leo sta accendendo, per la seconda volta il forno. Praticamente per poter infornare il sabato, il giovedì va acceso per un paio d’ore, il venerdì va portato a temperatura e poi sabato si può infornare. La proprietà del forno non è di un privato, ma della comunità, per la prima accensione una volta l’incaricato girava per le varie case e ritirava, una quantità di legna proporzionale alle infornate che la famiglia doveva fare. Il forno ha una capacità di 90 pani, 90 kg di impasto che saranno lavorate a mano, nella Maida. L’edificio che ospita il forno è del 1600, il forno originale era interamente in pietra, intorno al 1930 è stato rifatto, con mattoni refrattari, quasi 90 anni di vita e funziona benissimo, altro che spia delle gomme.
Accanto al forno c’è il vecchio lavatoio del 1877, in ottimo stato di conservazione.
Gli abitanti di Rossan, sono molto ospitali è al suono di Valzer e Mazzurche, in un forno più piccolo, accanto a quello istituzionale preparano delle ottime pizze, una in particolare era condita con della cipolla di Tropea coltivata in valle, grande come dimensioni e dolcissima.
Una piacevole sorpresa, all’avviamento del forno erano presenti anche tanti bimbi, questo fa ben sperare su una lunga vita di queste tradizioni.
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