Visita a Saint-Pierre, II Giorno
Il secondo giorno inizia visitando, una struttura commerciale dove contadini e artigiani della zona portano i loro prodotti, e il consorzio li vende, un ottimo sistema, per vendere i prodotti locali.
Come seconda tappa, visitiamo un forno in località, Aleysin questo forno usa le stesse farine dell’altro ma impastano a macchina ed hanno un forno più moderno, con un tappo in ghisa pesante e con un vetro che permette di controllare la cottura.
Appena arrivati stavano sfornando la prima mandata, che fai vai via e non assaggi? Non sia mai, ti mettono in tavola, pane appena sfornato, salsiccia di maiale e sanguinaccio, naturalmente innaffiato con un ottimo vino locale.
Dopo torniamo nel forno a Rossan, qui avevano appena impastato ed avevano formato le pagnotte, Leo stava pulendo il forno con legno lungo circa 3 metri in fondo, sono legati alcuni stracci, dopo averli bagnati si fanno roteare nel forno, lo scopo e duplice, pulire la base e dare un po’ di umidità all’interno.
Diciamo che utilizzando questo attrezzo, fra caldo e fatica, non è necessario andare in palestra.
Praticamente, per il resto della giornata, Ermanno, il mio cicerone, fra un forno e l’altro, mi fa visitare i dintorni.
Mi fa vedere un antico mulino, nei pressi di Rossan, una costruzione molto semplice ma molto efficiente.
In questo forno vedo anche molti utensili usati, nei tempi passati, compreso un contenitore che serviva a misurare a volume i cereali.
Ora si sale a 2200 metri si va a Vetan orto dell’hotel Notre Maison, un orto bellissimo, mai mi sarei aspettato, a quell’altitudine un orto così rigoglioso, tutti gli ortaggi erano belli, ma i porri erano spettacolari.
Torniamo al forno di Aleysin, in tempo per delle pappardelle al ragù, mentre si mangia, l’impastatrice, amalgama gli ingredienti, qui ho assaggiato dei peperoni alla bagna càuda, veramente notevoli, poi si gira il tavolo e un altro impasto e pronto per essere diviso in pagnotte.
Andiamo a visitare una vecchia segheria nel villaggio di Verrogne, anche questa mi colpisce per la semplicità, i Valdostani sapevano come sfruttare l’energia fornita dalla natura.
Sapendo che sono un Sommelier Ermanno mi porta a visitare delle vigne nella località di Torrette, uno sperone di roccia che assorbendo il calore durante il giorno permette di mantenere una temperatura mite durante la notte. La coltivazione non è molto agevole, le pendenze sono importanti, proprio una coltivazione eroica, ma visti i risultati, ne vale la pena.
Subito dopo la vigna, andiamo a visitare la cantina di La source di Celi Stefano, ci attende Riccardo Santin, nonostante il periodo di vendemmia grazie all’amicizia con Ermanno, sono riuscito a visitare la cantina.
Subito dopo la cantina andiamo a dare un occhiata, ai castelli, di Saint-Pierre, Sarriod de la Tour , Châtel-Argent, non c’è il tempo di visitarli per bene, ma mi sono fatto un idea di come sono costruiti.
Torniamo al forno di Rossan, in tempo per vedere, l’infornata per i bimbi e del pane dolce, praticamente una parte dell’impasto, viene dato ai bambini, che si divertono e fanno delle pagnotte, che poi vengono infornate e mangiate, un ottimo sistema per far partecipare le nuove leve.
La giornata si conclude nel forno di Aleysin, io ho fatto assaggiare delle tartine all’nduja emulsionata,
lo non sono molto abituati al piccante ma io mi tengo sul leggero, e gli amici gradiscono.
Praticamente ho visto due lavorazioni diverse.
Entrambi i forni partono dalla stessa materia prima, le stesse farine, un forno impasta a mano, un altro a macchina, usano lieviti diversi, forni diversi, legni diversi. Entrambi i forni usano un termostato ad alta tecnologia ottico, acustica, così direbbe la pubblicità,….. un pizzico di farina lanciato nel forno, dal rumore che emette e dal tempo che ci mette a colorarsi capiscono se il forno è a temperatura, per infornare.
La giornata si è conclusa io sono stanco ma contento ho imparato, molto, ma presto tornerò, anche per cucinare il Cacciucco e farlo assaggiare ai nuovi amici Valdostani.
Ringrazio Ermanno Bonomi, che mi ha fatto vedere, quello che volevo, mi ha fatto vivere questa festa del Pan Nero dall’interno, come se fossi uno di loro, ancora grazie.
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