La fabbrica di cioccolato

La fabbrica di cioccolato

La fabbrica di cioccolato
La fabbrica di cioccolato

La fabbrica di cioccolato, in questo periodo, con alcuni amici e con la collaborazione di esperti, stiamo portando avanti delle ricerche sul peperoncino del deserto, dobbiamo capire se si è evoluto da altre specie arrivate dalle Americhe, oppure nel deserto autonomamente. Abbiamo scoperto che un altro prodotto, il cacao che si riteneva provenire dal Sudamerica, era coltivato nelle zone equatoriali africane.
La varietà non era quella odierna, i chicchi erano più piccoli e le piante più basse e rare, al giorno d’oggi non abbiamo notizie di coltivazioni di questa antica varietà di cacao.
Aifb e il Movimento Turismo Vino Toscana hanno organizzato Bacco Natale, un evento per promuovere i vini delle cantine Toscane. Mi è stata assegnata la Cantina Badia Di Morrona, sono andato a vedere il sito, a studiare i vini che producono e in automatico ho pensato ad un piatto di selvaggina e cacao da abbinare al loro vino di punta, il Vigna Alta. quando i vini sono arrivati ho assaggiato ed era corposo e fine come immaginavo, selvaggina sia.

E’ una preparazione datata 1300, all’epoca solo per pochi eletti, invece nel rinascimento la cerchia di persone che potevano gustare questa salsa si allarga, sto parlando del dolce e forte.
Ma come presentarlo? Come una tavoletta di cioccolata prodotta nel film “La fabbrica di Cioccolata”  da  Willy Wonka

Ingredienti per 4 persone

Per la Marinatura del cinghiale

  • 1 kg cinghiale
  • 50 cc di I Sodi del Paretaio – Chianti DOCG Riserva
  • 2 foglie d’alloro
  • 2 foglie di limone
  • 1 limone bio
  • 2 chiodi di garofano
  • 4 bacche di ginepro
  • sale
  • pepe

Per la cottura del cinghiale

  • 1 kg cinghiale
  • 700 50 cc di I Sodi del Paretaio – Chianti DOCG Riserva
  • 1 peperoncino ho utilizzato un rustico Versilia
  • 2 spicchi d’aglio
  • olio evo
  • sale
  • pepe

Per la salsa dolceforte

  • 80 g cioccolato fondente
  • 40 g uva passa di Pantelleria
  • 40 g pinoli
  • 40 g di gherigli di noce
  • 10 cc di aceto rosso
  • 2 cucchiai di zucchero di canna
  • 3 chiodi di garofano
  • Un pizzico di noce moscata

Preparazione

Il cinghiale che ho acquistato era allevato da animali di circa 18 mesi, così ha detto il produttore, quindi meno “selvatico” di quelli cacciati, ho allora modificato la ricetta per una cottura meno invadente, una fusione fra due
preparazioni tradizionali Toscane, il dolce e forte Volterrano e il peposo dell’Impruneta.
Pulite il cinghiale, eliminate eventuali pezzi di cotenna e setole, tagliate a tocchetti.
Disponete la carne in un piatto capiente, un po’ di sale e una grattatina di pepe, aggiungete 50 cc di vino rosso, 2 foglie d’alloro, 2 foglie di limone che non hanno avuto trattamenti, le parti gialle delle bucce di 1 limone bio, 3 chiodi di garofano e 4 bacche di ginepro, massaggiate la carne.
Mettete in sottovuoto, non serve aspirare il 100% basta anche un 90%.
Conservate la busta nella parte bassa del frigo per 12 ore.
Al momento di cuocere aprite la busta, versate il contenuto in una pentola, coprite la carne con il vino, aggiungete l’aglio, 2 cucchiai di Olio evo e il peperoncino.
Fate scaldare a fuoco medio, appena prende il bollore, abbassate il gas al minimo e fate cuocere per 2 ore.
Mentre il cinghiale cuoce, preparate la salsa dolceforte. In un pentolino mettete il cioccolato tagliato a pezzetti, lo zucchero di canna, i pinoli tostati, i gherigli di noce spezzettati, l’aceto di vino, i chiodi di garofano e un pizzico di noce moscata.
Ponete la pentolina sul fuoco e con il gas al minimo fate amalgamare gli ingredienti e sciogliere la cioccolata.
Se non avete uno stampo per tavolette di cioccolata potete creare uno stampo con del pane di Montegemoli, è ideale perchè ha la mollica molto compatta, create una cornice da cica 9 per 18 cm, alta un paio di cm come una tavoletta di cioccolata standard, riempite con il cinghiale e versate sopra la salsa.
Per fare un richiamo al film, ho inserito sei foglie, cinque di alloro per i biglietti d’oro messi in palio da Willy Wonka e una di corbezzoli, che rappresenta il biglietto falso trovato in Russia. In primo piano ci sono alcuni prodotti che compongono il piatto, ma rappresentano anche gli Umpa Lumpa, in tutte le loro attività.

Buon appetito

calogero@peperonciniedintorni.it
https://www.facebook.com/PeperoncinieDintorni?ref=hl
http://peperonciniedintorni.giallozafferano.it
https://twitter.com/@calorifi
https://www.pinterest.it/calorifi/
https://www.instagram.com/calorifi/
https://www.linkedin.com/home?trk=nav_responsive_tab_home Calogero Rifici https://www.youtube.com/user/calorifi1/

Toscana
Toscana

La fabbrica di cioccolato (Charlie and the Chocolate Factory) è un film del 2005 diretto da Tim Burton.

Il film ha come interprete principale Johnny Depp ed è tratto dall’omonimo romanzo di Roald Dahl.
Dal libro era stato precedentemente tratto un altro adattamento nel 1971, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, di Mel Stuart, con Gene Wilder, al quale, però, Burton ha detto di non essersi ispirato per il suo, cercando invece di tornare allo spirito originale del romanzo di Dahl.[senza fonte]
Trama
Charlie Bucket è un bambino molto povero che vive con la sua famiglia, composta dal padre, che lavora come operaio in una fabbrica di dentifrici, dalla madre, casalinga, dai nonni paterni George e Georgina e dai nonni materni Joe e Josephine. I sette membri della famiglia Bucket vivono in una malandata casetta di legno e, a causa della loro estrema povertà, mangiano solamente zuppa di cavoli, coltivati dalla madre di Charlie nel piccolo orto dietro casa. Charlie adora il cioccolato, ma ha una disponibilità economica tale da poterne mangiare una sola tavoletta all’anno, come regalo per il suo compleanno. Una sera Nonno Joe racconta a Charlie che, anni prima, lavorava nel primo negozio di dolci aperto da colui che sarebbe diventato il più famoso cioccolatiere del mondo, l’enigmatico signor Willy Wonka. Nel giro di poco tempo, siccome il suo negozio stava decollando e i suoi dolci erano apprezzati e desiderati in tutto il mondo, Wonka decise di fondare un’enorme fabbrica proprio nella loro città, in cui Nonno Joe lavorò come operaio. Purtroppo i rivali di Wonka, invidiosi non solo dei suoi dolci ma anche del suo successo, inviarono delle spie per rubare le sue ricette segrete, e così i plagi arrivarono a tal punto che Willy Wonka fu costretto a chiudere la sua fabbrica, licenziando i suoi operai. Nonostante Wonka avesse detto di voler chiudere la fabbrica per sempre, la fabbrica ricominciò a funzionare dopo alcuni anni, ma i cancelli rimasero sempre chiusi e gli operai non furono riassunti, e da allora nessuno sa chi lavora all’interno della fabbrica.

Il giorno seguente Willy Wonka fa un annuncio che sconvolge la città in cui vivono i Bucket ed il mondo intero: egli ha indetto un concorso in cui ha nascosto in cinque tavolette di cioccolato (che possono trovarsi in qualsiasi negozio di dolci del mondo) altrettanti biglietti d’oro, chi li troverà avrà la possibilità di visitare la sua grandiosa fabbrica e uno dei cinque bambini vincerà un premio speciale. Tutto il mondo viene a conoscenza della notizia, e così i negozi di dolci vengono presi d’assalto e dopo poco tempo, i primi quattro biglietti, vengono trovati da quattro bambini: Augustus Gloop da Düsseldorf, Germania, goloso e obeso (che mangiava così tanto cioccolato da avere grandi probabilità di trovare un biglietto); Veruca Salt dal Buckinghamshire, Inghilterra, ragazzina capricciosa e viziata dal padre, che la accontenta sempre per qualsiasi cosa ed è il ricco proprietario di una fabbrica di noccioline in scatola (il quale, quando la figlia gli ha detto di volere un biglietto d’oro, ha comprato migliaia di tavolette di cioccolato facendole scartare alle sue operaie); Violetta Beauregarde da Atlanta, Georgia, una bambina vanitosa ed arrogante, campionessa mondiale di gomma da masticare e vincitrice di numerosi premi; Mike Tivù da Denver, Colorado, un bambino dal carattere rude e spaccone ma molto intelligente (infatti ha comprato una sola tavoletta di cioccolato essendo certo che fosse quella giusta grazie ad un complicato procedimento tecnico, e inoltre odia il cioccolato).

Nel frattempo, purtroppo, il padre di Charlie viene licenziato dal suo lavoro di operaio, in quanto, grazie alle grandi vendite di cioccolato e al conseguente aumento dei problemi dentari, sono aumentate anche le vendite dei dentifrici, e con i ricavi la fabbrica ha acquistato un macchinario automatico per svolgere il lavoro del signor Bucket.

Dopo che qualcuno ha diffuso la falsa notizia secondo cui uno dei biglietti sarebbe stato trovato in Russia, l’ultimo biglietto viene trovato proprio da Charlie con un puro colpo di fortuna, comprando una tavoletta a caso nel negozio vicino a casa sua con dei soldi trovati buttati in strada, dopo due primi tentativi falliti. E così il bambino, accompagnato da Nonno Joe, entra quindi nella fabbrica del signor Wonka.

Durante il giro della fabbrica, una serie di flashback rivelano il passato di Willy, era figlio dell’intransigente dentista Wilbur Wonka, che gli faceva portare un apparecchio ortodontico enorme e non gli concedeva neanche il più piccolo dolciume per paura che fosse allergico o che gli venissero delle carie. In seguito ad una notte di Halloween, dopo che il padre gli aveva gettato i dolci raccolti nel fuoco, il piccolo Willy riuscì di nascosto a recuperare e mangiare un cioccolatino. Da allora la passione per il cioccolato cambiò il corso della sua vita, tanto che il bambino, desideroso di visitare le città più rinomate al mondo nella produzione di dolci, decide di scappare di casa, nonostante il padre gli prometta che se fosse tornato non lo avrebbe più ritrovato. Infatti la promessa viene mantenuta: quando Willy torna a casa scopre con sgomento che è sparita e così da quel momento il giovane Wonka è costretto a cavarsela da solo. Dopo aver chiuso la fabbrica a causa dei furti delle ricette, decide di riaprirla avendo trovato dei nuovi e fedeli operai negli indigeni Umpa Lumpa, i quali amano molto il cacao ma non ne trovano mai nella loro terra, in cui sono costretti a mangiare dei disgustosi bruchi verdi, e infatti Wonka paga i loro stipendi in semi di cacao.

Durante il giro all’interno della fabbrica, a differenza di Charlie, gli altri quattro bambini si rivelano antipatici e disubbidienti e vengono coinvolti in vari eventi a causa dei quali escono di scena uno dopo l’altro: Augustus cade in un fiume di cioccolata da cui stava tentando di bere e viene risucchiato da un tubo che preleva il cioccolato per portarlo nei vari reparti; Violetta mastica una gomma da masticare sperimentale che contiene un pasto completo, nonostante il signor Wonka avesse avvertito che vi erano ancora problemi relativi alla torta di mirtilli impiegata come dessert, e si gonfia trasformandosi in un enorme mirtillo; Veruca viene aggredita e gettata nello scarico dei rifiuti da un gruppo di scoiattoli (che sgusciano le noci e ne eseguono il controllo della qualità) dopo che aveva cercato di prenderne uno come animale da compagnia (e suo padre aveva provato a chiedere di averne uno al signor Wonka, ottenendo un netto rifiuto); infine Mike si fa teletrasportare ed entra in un televisore, diventando piccolissimo.

Solo Charlie si comporta bene e rimane incolume alle sorprese del signor Wonka, vincendo il premio speciale: ovvero la fabbrica stessa. Il signor Wonka accompagna Charlie e il nonno a casa con un singolare ascensore di vetro volante, dal quale, durante il viaggio, i due vedono gli altri bambini uscire malconci dalla fabbrica: Augustus è ricoperto di cioccolato e si lecca le dita; Violetta, riportata alle sue dimensioni normali venendo centrifugata, è diventata molto elastica ma ha ancora la pelle blu; Veruca e suo padre sono ricoperti di spazzatura; invece Mike è diventato altissimo e piatto in quanto è stato messo nel tira-impasto. Willy racconta alla famiglia di Charlie di come gli sia venuta l’idea del concorso, spiegando che poco tempo prima si stava facendo fare un taglio di capelli dai suoi Umpa Lumpa e notò di avere un capello bianco; capendo che stava invecchiando, si chiese chi avrebbe badato alla fabbrica e agli Umpa Lumpa quando lui non ci fosse stato più e si disse di avere bisogno di un erede. Decise così di far visitare a cinque bambini la sua fabbrica per lasciarla in eredità a quello più bravo. Charlie è felice del premio, ma scopre che, per poter dirigere la fabbrica, deve trasferirsi lì e lasciare per sempre la sua famiglia, perché il signor Wonka è convinto che un cioccolatiere debba essere del tutto indipendente da chiunque. Charlie rinuncia al posto di direttore, lasciando Wonka deluso.

Tempo dopo, Wonka ripropone il posto a Charlie, quest’ultimo gli domanda cosa abbia contro le famiglie; Willy rivela allora il difficile rapporto che aveva col padre, e insieme decidono di andarlo a trovare. Willy ritrova il padre, che lo riconosce per la sua dentatura, e fanno la pace. Da allora Willy e Charlie lavorano insieme alla fabbrica, a una sola condizione: il trasferimento della famiglia, insieme alla cadente casetta, all’interno della fabbrica, nella stanza del cioccolato. Grazie al lavoro di Charlie (ed anche al nuovo lavoro di suo padre, nuovamente assunto in qualità di manutentore addetto alla riparazione della macchina che lo aveva sostituito) la famiglia Bucket da quel momento riesce a permettersi un tenore di vita e dei cibi migliori, e Willy Wonka finalmente ha quello che non ha mai avuto: una famiglia.

Fonte https://it.wikipedia.org/wiki/La_fabbrica_di_cioccolato_(film)

 

Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.