a ‘nsalata d’a sarsa di Mamma Serafina

a ‘nsalata d’a sarsa di Mamma Serafina

a ‘nsalata d’a sarsa di Mamma Serafina
a ‘nsalata d’a sarsa di Mamma Serafina

a ‘nsalata d’a sarsa di Mamma Serafina, è passato un anno da quando Serafina ci ha lasciati, Mamma era malata da diverso tempo e le norme sull’isolamento, a seguito di questo infausto virus, hanno dato il colpo di grazia.
Mio fratello Saro credo sia il figlio che tutti i genitori vorrebbero avere, ha fatto tutto, anche di più di quello che era necessario per i nostri genitori. Io, abitando in Toscana, l’ho supportato solo in caso di interventi o ricoveri.
Mio fratello è rimasto in Sicilia e, vivendo accanto a Serafina, ha assorbito di più le tecniche tradizionali; io pur amando le tradizioni, un po’ per carattere, un po’ per la lontananza, ho più un approccio innovativo, nel rispetto delle tradizioni.
Mamma era una cuoca bravissima, cucinava pochi piatti ma tutti buonissimi, noi figli abbiamo imparato guardandola mentre cucinava.

Il suo cavallo di battaglia era il coniglio, un piatto eccezionale, tutti quelli che lo hanno assaggiato ne sono rimasti entusiasti.
Mamma, un giorno in cui era lucida, ci ha dato la ricetta, ma ci ha detto: “Chista è ‘na ricetta di famigghia e ‘nta a famigghia av’ a ristari”.
Per ricordare mamma abbiamo deciso di preparare una delle sue ricette più semplici e saporite.

Le donne di una volta erano in grado di preparare dei piatti buonissimi, sfruttando il poco che avevano.

In questo periodo facevamo la conserva di pomodori, in siciliano, “a Sarsa”. Si iniziava molto presto con il fresco, partecipava tutta la famiglia, le zie, i cugini. Insomma era faticoso, ma anche una festa, dopo aver preparato la conserva si imbottigliava, si tappavano le bottiglie e infine si disponevano insieme ai barattoli in un bidone, a strati intervallati da sacchi di juta. Verso le 11 si accendeva il fuoco sotto al bidone per sterilizzare la conserva. A questo punto tutti erano stanchi, avevano fame ma nessuna voglia di cucinare, allora mamma mandava qualcuno a raccogliere delle verdure, le infilava sotto la brace e, mentre regolava il fuoco, cuoceva anche le verdure.

Una volta cotte, si pulivano, si facevano a pezzi, si condivano con sale e olio evo e il pranzo era servito. Spesso si serviva dentro delle pagnotte di pane di semola. Per ricordare Serafina, Sarino vi propone la sua versione tradizionale, io una più attuale. Entrambe le versioni verranno servite nei piatti di ceramica di Santo Stefano, che Mamma amava tanto.
Gli ingredienti sono prodotti da Don Larenzo, Papà, se lo chiamo babbo alla toscana “m’assicuta” cioè mi rincorre per menarmi, babbo in Siciliano ha un altro significato.

a ‘nsalata d’a sarsa di Mamma Serafina
a ‘nsalata d’a sarsa di Mamma Serafina

Ingredienti per 4 persone

Versione Tradizionale di Sarino

  • 1 pagnotta da 1 kg di semola di grano duro
  • 2 Melenzane
  • 2 pomodori maturi ma sodi
  • 2 peperoni
  • 4 peperoncini di 7 anni
  • 1 cipolla ramata
  • Qualche rametto di basilico Siciliano/Greco
  • Delle olive in salamoia, Alivi abbunati
  • Sale q.b.
  • Olio EVO q.b.

Preparazione

Scansate le braci a formare una buca, mettete tutte le verdure intere, coprite con un po’ di cenere e sopra altra brace, dopo una mezz’oretta le verdure saranno pronte.

Prendete peperoni e peperoncini, metteteli in una busta di carta per 10 minuti, con della carata pulite le melenzane, sbucciate la cipolla, togliendo le foglie esterne.

Sbucciate i pomodori, a questo punto i peperoni e i peperoncini saranno pronti per essere spelati.

Tagliuzzate tutte le verdure, mettetele in una ciotola, denocciolate e tagliate a pezzetti le olive in salamoia, Alivi abbunati, condite con sale e olio evo.

Scavate la pagnotta, versate dentro l’insalata qualche minuto per fare inzuppare bene il pane con il condimento, unite qualche rametto di basilico Siciliano e servite, dividete il tappo della pagnotta in 4, all’inizio si inzupperà il tappo a pezzi nell’insalata poi si taglia la base in 4.

Buon appetito

a ‘nsalata d’a sarsa di Mamma Serafina
a ‘nsalata d’a sarsa di Mamma Serafina

Versione Calogero

  • 1 filoncino di pane di semola di grano duro
  • 2 Melenzane
  • 2 pomodori maturi ma sodi
  • 2 peperoni
  • 4 peperoncini di 7 anni
  • 2 peperoncini di 7 anni sott’olio
  • 1 cipolla ramata
  • Qualche rametto di basilico Siciliano/Greco
  • Delle olive in salamoia, Alivi abbunati
  • Sale q.b.
  • Olio EVO q.b.

Preparazione

Scansate le braci a formare una buca, mettete tutte le verdure intere, coprite con un po’ di cenere e sopra altra brace, sopra adagiare un griglia e tostate il pane che avrete tagliato a fettine, dopo una mezz’oretta le verdure saranno pronte.

Prendete peperoni e peperoncini, mettete in una busta di carta per 10 minuti, con della carata pulite le melenzane, sbucciate la cipolla togliendo le foglie esterne.

Sbucciate i pomodori, a questo punto i peperoni e i peperoncini saranno pronti per essere sbucciati.

Tagliate la melanzana, la cipolla e il pomodoro a fette, i peperoni e i peperoncini a filetti, denocciolate e tagliate a pezzetti le olive in salamoia, Alivi abbunati, tagliate a rondelle i peperoncini sott’olio.

Disponete le fette di verdure su un piano, salate e date un filo d’olio evo.

 

In un coppapasta mettete uno strato di melenzane, sopra uno strato di pomodori, uno strato di cipolla e un altro di peperoni e peperoncini, al centro inserite dei pezzetti di olive.

Continuate con un strato di pomodori e un altro di melenzane, infine gli anellini di peperoncino sott’olio e dei rametti di basilico Siciliano, conosciuto anche come basilico a palla, perché se ben coltivato crea una sfera quasi perfetta.

Aggiungete le fettine di pane che avevate tostato.

Buon appetito

Noi Fratelli abbiamo cotto le verdure sotto la brace come faceva Serafina, ma capiamo che non tutti hanno la possibilità di accendere dei fuochi, quindi potete cuocere le verdure in forno a 180° per circa 35-40 minuti.

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Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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