Aperol e Spritz, la storia
Nasce un Mito Italiano Aperol nasce nel 1919, dopo 7 anni di prove e assaggi, alla Fiera Internazionale di Padova.
Creato dai Fratelli Barbieri, Aperol era destinato a diventare uno tra i liquori più amati dagli Italiani.
Leggero, con soli 11 gradi, ma con un gusto ricco e complesso dato dall’infusione di un mix di erbe e radici di altissima qualità.
La ricetta originale è rimasta invariata e segreta fino a oggi, nel corso degli anni e nell’immediato dopoguerra, Aperol trova grande consenso e diffusione in tutta Italia, particolarmente presso i giovani, gli sportivi e le donne.
Oggi Aperol è distribuito in decine di Paesi in tutto il mondo. Lo storico spot “Ah Aperol” interpretato dal grande attore italiano Tino Buazzelli che colpendosi la fronte esclamava “Ah, Aperol!” divenne un mito italiano.
Negli anni 80 Aperol adatta ai tempi la propria strategia pubblicitaria e negli anni focalizza la comunicazione su Aperol Spritz.
Spritz, la storia
Lo Spritz, è il cocktail simbolo degli aperitivi italiani, ma le sue origini parlano austriaco e sono molto lontane dai vari Aperol e Campari…
Colorato, fresco e non eccessivamente alcolico: lo Spritz da qualche anno è tornato il cocktail re dei locali mondani di tutta Italia, soprattutto nel tardo pomeriggio quando è l’ora dell’aperitivo.
Sovrano lo è sempre stato invece in Veneto, dove nacque all’inizio dell’Ottocento. Peccato che allora non fosse come lo conosciamo oggi. Prosecco, bitter e seltz? È solo la sua più “recente” evoluzione.
Spritz: un cocktail (mezzo) austriaco
Lo Spritz ha origini piuttosto datate. Nasce infatti durante la dominazione austriaca nel lombardo-veneto tra fine ‘700 e inizio ‘800, quando i soldati asburgici iniziarono a fare la conoscenza dei vini veneti. Un rapporto che non partì con il piede giusto: troppo forti per i loro palati. E così per addolcirne il sapore i nostri ospiti pensarono bene di “allungarli” con acqua gassata.
Insomma, c’è la pratica più sacrilega per i veri amanti del vino alla base di questo cocktail, il cui nome infatti deriva dal verbo tedesco spritzen che significa appunto “spruzzare”. Vino bianco e acqua gassata: fu questo il primo Spritz, modello austro-ungarico. E attenzione, perché in molte zone del Friuli Venezia Giulia se chiedete uno Spritz vi portano ancora questo.
Una prima evoluzione si ebbe nei primi del ‘900, quando si diffusero i primi sifoni per l’acqua di Seltz che divennero un’alternativa all’acqua frizzante. Ma il cocktail come lo conosciamo oggi nacque solo negli anni Venti, quando si pensò di “macchiare” la miscela con un po’ di bitter.
Un cocktail, mille varianti
Non si fece in tempo a dire “bitter” che subito ne nacquero due versioni. Quella più “continentale”, a Padova, con l’Aperol; e quella tipicamente “lagunare” con il Select, bitter prodotto dai fratelli Pilla. E se quest’ultimo rimane orgoglioso appannaggio di Venezia, il primo si diffuse in tutto il Nord Italia fin dagli anni ‘70, per poi raggiungere il successo globale tanto da essere inserito negli elenchi dell’IBA (International Bartenders Association) con la denominazione di “Spritz veneziano”.
Ogni città del Triveneto però rivendica piccole grandi differenze nella ricetta: se a Padova si va di vino bianco frizzante, a Treviso si trova il Prosecco, a Venezia invece spariscono le bollicine e si usa un vino bianco fermo, a Udine è d’obbligo il Tocai Friulano. Spazio alla fantasia anche nelle colorazioni: oltre all’arcinota variante con il Campari al posto dell’Aperol, ne esistono anche con amari scuri come China Martini o Cynar che sostituiscono degnamente i bitter.
La ricetta, anzi le ricette, ecco le due ricette più diffuse dello Spritz.
La ricetta veneziana recita:
- 1/3 di vino bianco frizzante
- 1/3 di bitter
- 1/3 di acqua frizzante
La ricetta ufficiale IBA prevede:
- 6 cl di prosecco
- 4 cl di Aperol
- Una spruzzata di soda/seltz
Per prepararlo riempite di ghiaccio un calice di vino o un bicchiere old-fashioned, versate nell’ordine il vino, il bitter e infine l’acqua o il seltz. Guarnite con una fetta d’arancia.
Buon aperitivo
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