La tecnologia “In Line Roller Crimper”

La tecnologia “In Line Roller Crimper”

La tecnologia “In Line Roller Crimper”
La tecnologia “In Line Roller Crimper”

Quan­do si parla di emis­sio­ni do­vu­te al­l’a­gri­col­tu­ra non ci si ri­fe­ri­sce solo a quel­le dei trat­to­ri ed altri mezzi agri­co­li. Una parte im­por­tan­te delle emis­sio­ni le­ga­te al­l’a­gri­col­tu­ra sono do­vu­te anche alla la­vo­ra­zio­ne del suolo che, gra­zie a pro­ces­si os­si­da­ti­vi, emet­te ani­dri­de car­bo­ni­ca (CO2) e pro­tos­si­do di azoto (N2O). Negli ul­ti­mi anni in molti paesi si sta dif­fon­den­do una nuova tec­ni­ca di col­ti­va­zio­ne che può es­se­re molto in­te­res­san­te dal punto di vista della ca­pa­ci­tà di se­que­stra­re quan­ti­tà im­por­tan­ti di CO2, ri­dur­re le emis­sio­ni di N2O, ri­dur­re le emis­sio­ni dei mezzi agri­co­li ed es­se­re quin­di anche con­ve­nien­te eco­no­mi­ca­men­te per gli agri­col­to­ri. Si trat­ta della col­ti­va­zio­ne di co­per­tu­ra (cover crop) ter­mi­na­ta col rol­ler-crim­per . La tec­no­lo­gia In Line Rol­ler Crim­per (ILRC) con­sen­te, at­tra­ver­so la rea­liz­za­zio­ne di uno spes­so stra­to pac­cia­man­te na­tu­ra­le de­ri­van­te dal­l’al­let­ta­men­to al suolo di col­tu­ra di co­per­tu­ra, un uso più ef­fi­cien­te delle ri­sor­se na­tu­ra­li. In par­ti­co­la­re, tale tec­ni­ca osta­co­la lo svi­lup­po delle in­fe­stan­ti, ri­du­ce l’e­va­po­tra­spi­ra­zio­ne del ter­re­no fa­cen­do ri­spar­mia­re acqua ir­ri­gua e pro­teg­ge il suolo dal­l’e­ro­sio­ne e dalle alte tem­pe­ra­tu­re. La pac­cia­ma­tu­ra, una volta esau­ri­to il suo com­pi­to, si de­gra­da ed ar­ric­chi­sce il suolo di so­stan­za or­ga­ni­ca. Ne con­se­gue che la dif­fu­sio­ne di que­sta tec­ni­ca con­sen­te di ot­te­ne­re dei be­ne­fi­ci agroam­bien­ta­li (ri­du­zio­ne di input ener­ge­ti­ci e di sin­te­si chi­mi­ca, mi­glio­ra­men­to della fer­ti­li­tà dei suoli, fis­sa­zio­ne della CO2), so­cio-eco­no­mi­ci (ri­du­zio­ne dei costi di pro­du­zio­ne) e di si­cu­rez­za ali­men­ta­re, con­tri­buen­do inol­tre a mi­ti­ga­re in agri­col­tu­ra gli ef­fet­ti ne­ga­ti­vi as­so­cia­ti ai cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci. I be­ne­fi­ci ot­te­ni­bi­li dalle cover crops, sono re­la­ti­vi alla pro­du­zio­ne di una ele­va­ta bio­mas­sa, an­dan­do ad au­men­ta­re il con­te­nu­to di so­stan­za or­ga­ni­ca nel suolo. La co­sti­tu­zio­ne di tale bio­mas­sa im­pe­di­sce agli ele­men­ti de­ri­van­ti dalla mi­ne­ra­liz­za­zio­ne della so­stan­za or­ga­ni­ca di ve­ni­re persi per li­sci­via­zio­ne o scor­ri­men­to su­per­fi­cia­le ed al con­tem­po pre­vie­ne forme di in­qui­na­men­to delle falde ad opera dei ni­tra­ti. La fis­sa­zio­ne del­l’a­zo­to at­mo­sfe­ri­co ad opera di spe­cie le­gu­mi­no­se in sim­bio­si con mi­cror­ga­ni­smi azo­to­fis­sa­to­ri per­met­te di au­men­ta­re il li­vel­lo di azoto nel ter­re­no nel medio pe­rio­do; que­sto viene messo a di­spo­si­zio­ne per circa il 40% per la col­tu­ra suc­ces­si­va, men­tre la re­stan­te quota sarà uti­liz­za­ta dalle col­tu­re col­ti­va­te nella se­con­da e terza sta­gio­ne. Nella ge­stio­ne di una co­ver-crop ba­si­la­re ri­sul­ta es­se­re la scel­ta della spe­cie, che deve sod­di­sfa­re i prin­ci­pa­li aspet­ti col­tu­ra­li (come una buona ener­gia ger­mi­na­ti­va, una ra­pi­da emer­gen­za oltre che un ra­pi­do adat­ta­men­to e svi­lup­po, in modo da con­tra­sta­re le in­fe­stan­ti). Le spe­cie che ven­go­no uti­liz­za­te tra­di­zio­nal­men­te sono quel­le ap­par­te­nen­ti alle fa­mi­glie delle le­gu­mi­no­se (es. vec­cia, fa­vi­no, tri­fo­glio) con lo scopo di for­ni­re azoto fis­sa­to per via sim­bio­ti­ca alle col­tu­re da red­di­to che se­guo­no, come il mais ad esem­pio. La tec­ni­ca della ter­mi­na­zio­ne con­ser­va­ti­va me­dian­te l’u­ti­liz­zo della ILRC è una in­no­va­zio­ne che, nella sua sem­pli­ci­tà tec­no­lo­gi­ca, ha con­sen­ti­to nel­l’am­bi­to del pro­get­to di ri­cer­ca OR­WEEDS del CRA-Con­si­glio per la Ri­cer­ca in Agri­col­tu­ra (ora CREA), una pic­co­la ri­vo­lu­zio­ne so­cio-cul­tu­ra­le nel rap­por­to fra ri­cer­ca­to­ri, ope­ra­to­ri agri­co­li e pic­co­li im­pren­di­to­ri. La mo­ti­va­zio­ne prin­ci­pa­le di que­sto suc­ces­so ri­sie­de nella sem­pli­ci­tà della tec­ni­ca e della tec­no­lo­gia uti­liz­za­ta, as­so­cia­ta ad una no­te­vo­le di­ver­si­tà di fun­zio­ni eco­lo­gi­che (con­trol­lo delle in­fe­stan­ti, mi­no­re con­su­mo idri­co, ri­la­scio gra­dua­le degli ele­men­ti della nu­tri­zio­ne) e di van­tag­gi am­bien­ta­li (mi­no­re con­su­mo ener­ge­ti­co). L’o­pe­ra­to­re agri­co­lo ha per­ce­pi­to come “friend­ly” la tec­ni­ca pro­po­sta ed ha par­te­ci­pa­to im­me­dia­ta­men­te e con en­tu­sia­smo alla di­scus­sio­ne sulle po­ten­zia­li pro­ble­ma­ti­che con­nes­se al suo uso. L’in­no­va­zio­ne con­sen­te di pre­pa­ra­re il letto di tra­pian­to per le spe­cie or­ti­co­le con un ri­dot­to nu­me­ro di ope­ra­zio­ni mec­ca­ni­che. La col­tu­ra di co­per­tu­ra, tra­di­zio­nal­men­te in­cor­po­ra­ta nel ter­re­no con la pra­ti­ca del so­ve­scio, viene schiac­cia­ta con un rullo sa­go­ma­to (rol­ler crim­per) ab­bi­na­to a due serie di di­scis­so­ri, for­man­do una pac­cia­ma­tu­ra na­tu­ra­le. Que­sto con­sen­te, ri­spet­to alla tec­ni­ca tra­di­zio­na­le (so­ve­scio + pac­cia­ma­tu­ra ar­ti­fi­cia­le), un ri­spar­mio di ga­so­lio del 56% e di tempo del 45% . La biomassa vegetale può essere costituita da una miscela di graminacee e leguminose con un elevato rapporto C/N (partecipando alla formazione di humus stabile), che formerà uno spesso strato di pacciamatura naturale in grado sia di apportare azoto che di coprire efficacemente il terreno per circa 90 giorni oppure solo da leguminose (con un più basso rapporto C/N), favorendo così il rilascio dell’azoto ma riducendo l’efficacia dalla pacciamatura naturale a circa 30-40 giorni. La tecnica ha consentito, sulla maggior parte delle orticole testate, l’ottenimento di produzioni soddisfacenti. In pomodoro, peperone dolce, peperone piccante, lattuga e zucchino le produzioni sono risultate comparabili a quelle ottenute con la tecnica tradizionale (sovescio). Notevole è stato l’interesse degli imprenditori agricoli, soprattutto di quelli che operano con il metodo biologico, i quali hanno apprezzato la capacità di contenimento delle infestanti della pacciamatura naturale e la sanità delle piante. Le potenzialità della tecnica ed il crescente coinvolgimento degli agricoltori hanno spinto una ditta privata ad acquistare dal CRA il brevetto e ad iniziare la costruzione dei primi esemplari di roller crimper abbinato ai discissori.

Fonte http://associazione.agraria.org/TerrAmica-ANNO-IV-NUM-6-GENNAIO-2017

calogero@peperonciniedintorni.it
https://www.facebook.com/PeperoncinieDintorni?ref=hl
http://peperonciniedintorni.giallozafferano.it
https://twitter.com/@calorifi
https://www.pinterest.it/calorifi/
https://www.instagram.com/calorifi/
https://www.linkedin.com/home?trk=nav_responsive_tab_home Calogero Rifici
https://www.youtube.com/user/calorifi1/

 

Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.