Bagna cauda, ricetta piemontese

La bagna cauda (o bagna caoda) è una ricetta tipica piemontese a base di tanto aglio, tante acciughe e tanto olio evo, un intingolo da servire caldo con le verdure fresche tipiche della stagione più fresca. 

Può essere servito come antipasto e come piato unico. In tutti i casi si tratta di una preparazione conviviale, ideale da gustare in famiglia o con gli amici, chiacchierando intorno a un tavolo con un buon vino rosso corposo: barbera, dolcetto, nebbiolo o barbaresco.

Un tempo era il piatto dei poveri perchè gli aristocratici lo rifiutavano per il troppo aglio, col tempo poi è diventato il simbolo di amicizia e allegria. La bagna cauda è tipica del Basso Piemonte che ha molte relazioni gastronomiche con la mia regione, la Liguria, perchè attraverso le vie del sale si scambiavano prodotti come le acciughe conservate molto utilizzate nella cucina piemontese.

Questo condimento viene preparato mettendo a cuocere a fuoco lento, nella tipica pentola in coccio chiamata dian, l’aglio e le acciughe dissalate fino a diventare una sorta di cremosa salsa cremosa da consumare in piccoli recipienti di terracotta chiamati fojòt con tanto di fiammella per tenerla calda. Io li ho acquistati qui.

Come verdura di stagione ci si può sbizzarrire ma non devono mai mancare: i cardi gobbi, i topinambur, i cipollotti inquartati e immersi nel vino, la barbabietola, le patate, i peperoni crudi o arrostiti, solo per citarne alcune. Io aggiungo le classiche verdure da pinzimonio scelte in base a quello che la stagione offre.

Trovare la versione originale è difficile, perchè ogni famiglia ha le sue varianti. Qui ho cercato di ispirarmi alla ricetta classica depositata presso l’Accademia Italiana della Cucina.

Guardate la videoricetta e queste altre ricette piemontesi:

Bagna cauda, ricetta piemontese
Bagna cauda, ricetta piemontese
  • DifficoltàFacile
  • CostoMedio
  • Tempo di preparazione15 Minuti
  • Tempo di cottura40 Minuti
  • Porzioni4 persone
  • Metodo di cotturaFornello
  • CucinaRegionale Italiana
  • StagionalitàAutunno, Inverno
  • RegionePiemonte

Ingredienti

4 teste di aglio
200 g acciughe sotto sale
300 g olio extravergine d’oliva
1 cucchiaio olio di noci (facoltativo)
q.b. vino rosso
1 noce burro (facoltativo)
Verdure (vedi introduzione)

Strumenti

Coltello
Tagliere
Fornelli
oppure Ciotoline
Ciotola
Carta assorbente

Passaggi

Sbucciare le teste d’aglio, togliendo la camicia. Poi con un coltellino tagliare a metà gli spicchi ed eliminare l’anima. Ridurli a fettine e tenere da parte.

Pulire le acciughe sotto sale. Metterle in una ciotola e coprirle con l’acqua fredda, lasciarle in ammollo per 2-3 ore, cambiando spesso l’acqua per eliminare il sale. Poi scolarle, aprirle a metà, e togliere la lisca centrale e le interiora. Sciacquarle sotto l’acqua fredda corrente.

Adagiarle su un tagliere e tamponarle con carta assorbente.

Porle in un contenitore e lavarle con il vino rosso poi asciugarle nuovamente con la carta assorbente.

Nella casseruola mettere un bicchiere di olio con l’aglio. Se volete aggiungere l’olio di noci. Cuocere 5 minuti a fuoco basso, facendo attenzione che l’aglio non prenda colore.

Unire la acciughe, mescolando. Cuocere l’intingolo a fuoco lento per una mezz’oretta, avendo cura che la bagna non frigga. Piano piano l’aglio si ammordirà e si formerà una specie di crema.

A fine cottura, se volte, aggiungere un noce di burro e farla sciogliere.

Nel frattempo pulire tutte le verdure (vedi video).

Servire la bagna cauda con le verdure possibilmente nel caratteristico fujot.

Bagna cauda, ricetta piemontese
Bagna cauda, ricetta piemontese

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FAQ (Domande e Risposte)

Quanto si conserva?

E’ meglio consumarla subito. Se ne dovesse avanzare si conserva in frigo in un contenitore ermetico per un paio di giorni.

Quali sono le verdure più tradizionali per accompagnare la bagna cauda?

Patate lesse, cardi gobbi di Nizza, cavolo verza, sedano, barbabietola, topinambur, cipolle e peperoni.

Come si pulisce il cardo gobbo?

Lavare i cardi ed eliminare le estremità e i filamenti esterni (come si fa con il sedano). Tagliarli a listarelle nel senso della lunghezza e metterli acqua acidulata per non farli annerire. 


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Pubblicato da Renata Briano

Nata a Genova (GE) nel 1964, è laureata in Scienze Naturali e ha lavorato come ricercatrice presso l'ITD del CNR e presso ARPA Liguria. Dal 2000 al 2010 è Assessore all'Ambiente e allo Sviluppo Sostenibile, Caccia e Pesca della Provincia di Genova. Dal 2010 al 2014 ha ricoperto l'incarico di Assessore all'Ambiente e alla Protezione Civile in Regione Liguria. Dal 2014 al 2019 è stata Europarlamentare e Vicepresidente della Commissione Pesca al Parlamento Europeo. Da settembre 2019 è Food Blogger, dopo aver preso il diploma da "Chef fuoriclasse" presso il Centro Europeo di Formazione. Mamma di Francesco, è sposata con Luciano Ricci, scrittore. Non si separa mai dai suoi tre cagnolini.

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