Castagnole di Ventimiglia

Le castagnole di Ventimiglia sono un dolce nato nell’ottocento grazie all’estro e alla capacità di sapersi arrangiare della cucina popolare. All’epoca, infatti, soltanto le famiglie più ricche potevano permettersi i prelibati e costosi marron glacè. Per imitarli, nacquero così questi deliziosi pasticcini.

Il nome di questi biscotti lascia intendere che tra gli ingredienti vi siano le castagne o la loro farina. Invece, castagnola evoca la forma e il colore di un vero e proprio marrone, glassato con lo zucchero e l’acqua di fiori d’arancio.

In questi pasticcini non vi sono grassi ma cacao, cioccolato, caffè e spezie. Pensate che per valorizzare il tipico dolce della città ligure al confine tra Italia e Francia è stato costituito il Circolo della Castagnola di Ventimiglia (da cui ho preso la ricetta e che ringrazio) a cui il Sindaco della città ha affidato la gestione del marchio De.Co. con l’obbligo di vigilare sul rispetto delle caratteristiche del prodotto.

A Ventimiglia numerose attività commerciali (pasticcerie, panetterie, bar e ristoranti) possono fregiarsi di questo marchio producendo il dolce seguendo il severo disciplinare imposto. Tutte le volte che raggiungo il confine dedico una sosta giusto per comprarne un po’.

Oggi le ho preparati a casa, cercando di seguire alla lettera la ricetta originale. Nelle istruzioni troverete qualche mio consiglio casalingo.

Cercate tutte le mie ricette di biscotti, ce ne sono per tutti i gusti! Troverete anche i canestrelli, i baci di dama e i gobeletti. Per conservarli vi consiglio questa bellissima scatola di latta in stile vintage.

Castagnole di Ventimiglia
  • DifficoltàBassa
  • CostoEconomico
  • Tempo di preparazione30 Minuti
  • Tempo di riposo10 Minuti
  • Tempo di cottura10 Minuti
  • Porzioni30 castagnole
  • Metodo di cotturaForno
  • CucinaItaliana

Ingredienti

  • 300 gfarina 00
  • 200 gzucchero
  • 50 gcacao amaro in polvere
  • 50 gcioccolato fondente
  • 3tazzine di caffè (circa 200 ml)
  • 1 cucchiainoraso di cannella in polvere
  • 1 cucchiainochiodi di garofano macinati (vedi istruzioni)
  • 1 pizzicosale fino
  • 1 cucchiainolievito in polvere per dolci
  • q.b.olio evo per ungere la carta forno
  • q.b.acqua di fiori d’arancio e zucchero per la glassa

Strumenti

  • Spianatoia
  • Robot da cucina (facoltativo)
  • Pentolino
  • Leccarda
  • Carta forno
  • 2 ciotoline
  • Frusta a mano (o cucchiaio per mescolare)
  • Carta forno
  • Pennello

Preparazione

  1. castagnole

    Preparare il caffè. Tenere da parte.

    Consiglio di prepararne un po’ di più da aggiungere all’impasto se risultasse troppo asciutto.

    Se non avete i chiodi di garofano macinati, potete polverizzarli in un robot da cucina con lo zucchero. Altrimenti potete saltare questo passaggio e non mettere questa spezia.

    In un pentolino, fare sciogliere il cioccolato fondente spezzettato con 150 ml di caffè. Mescolare con una frusta o un cucchiaio.

    Attenzione: mi raccomando scaldare il caffè senza farlo bollire (60°C vanno bene) e sciogliere il cioccolato mescolando.

    Tenere da parte l’altro caffè.

    In una spianatoia sistemare la farina, lo zucchero, il cacao amaro, il cioccolato fondente (fatto sciogliere precedentemente nel caffè liquido), la cannella, i chiodi di garofano, il sale, il lievito.

    Impastare, amalgamando bene gli ingredienti. Aggiungere altro caffè per ottenere un impasto morbido e non appiccicoso.

    Lasciare riposare l’impasto dieci minuti.

    Poi formare dei rotoloni tipo un grosso grissino, tagliare dei pezzetti della dimensione di una castagna e, con i palmi delle mani, formare delle palline.

  2. castagnole

    Preriscaldare il forno a 190°C statico.

    Foderare la leccarda con carta forno e ungerla con un po’ d’olio e l’aiuto di un pennello.

    Preparare due ciotoline: una con dello zucchero e l’altra con un po’ di acqua di fiori d’arancio.

    Sistemarvi le palline ottenute (cm 2 circa una dall’altra), dopo averle umettate nell’acqua di fior d’arancio e quindi immerse nello zucchero, nella parte superiore.

    Cuocere in forno preriscaldato a 190°C statico per 10 minuti. Sfornare e lasciare raffreddare.

  3. Castagnole di Ventimiglia

    Le castagnole si possono consumare una volta fredde e devono rimanere morbide.

    Conservarle massimo una settimana in un barattolo di vetro con coperchio.

Ringraziamenti e altre ricette

Ringrazio di cuore il Circolo della Castagnola di Ventimiglia, da cui ho preso la ricetta.

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Pubblicato da Renata Briano

Nata a Genova (GE) nel 1964, è laureata in Scienze Naturali e ha lavorato come ricercatrice presso l'ITD del CNR e presso ARPA Liguria. Dal 2000 al 2010 è Assessore all'Ambiente e allo Sviluppo Sostenibile, Caccia e Pesca della Provincia di Genova. Dal 2010 al 2014 ha ricoperto l'incarico di Assessore all'Ambiente e alla Protezione Civile in Regione Liguria. Dal 2014 al 2019 è stata Europarlamentare e Vicepresidente della Commissione Pesca al Parlamento Europeo. Da settembre 2019 è Food Blogger, dopo aver preso il diploma da "Chef fuoriclasse" presso il Centro Europeo di Formazione. Mamma di Francesco, è sposata con Luciano Ricci, scrittore. Non si separa mai dai suoi tre cagnolini.

3 Risposte a “Castagnole di Ventimiglia”

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