Prosciutto e vini mai più imitazioni nel mercato cinese
L’accordo col Canada non ci tutelava contro le contraffazioni Servono anche certezze sulla qualità di ciò che importiamo
NO ALL’ “ITALIAN SOUNDING” De Concilio ci va cauto. «Il nostro giudizio su questo accordo è positivo, però prima di cantare vittoria aspettiamo di conoscerne i particolari – dice il numero uno di Coldiretti Toscana – Sulla carta anche il Ceta sembrava preannunciare una svolta, poi invece, approfondendo le oltre 1500 pagine dell’accordo, ci siamo resi di quali trappole ci fosse
ro: i nostri prodotti in realtà erano tutelati solo in minima parte e venivano lasciati inalterati i fenomeni di “italian sounding” (l’attribuzione di un marchio il cui “suono” evochi un’origine italiana, ndr) che venivano perpetrati da prodotti di oltreoceano. Quindi non c’era un vantaggio reale per le nostre produzioni. La stessa cosa vale ora per il patto con la Cina: siamo convinti che ci sia stata più attenzione, ma vogliamo aspettare e approfondire la questione. D’altro canto mi preme dire che è molto importante per noi aprire al mercato cinese, che è di un’ampiezza straordinaria e dove sappiamo esistere già un grande apprezzamento per le nostre produzioni». Ci potrebbe poi essere un altro rischio nell’accordo. Lo spiega De Concilio: «La Cina ha interesse ad esportare in Italia i suoi
prodotti agroalimentari. Dobbiamo però stare attenti a quali cibi arriveranno. Ed essere certi che non costituiscano un problema sulla sicurezza: vogliamo certezze. E questo vale ovviamente anche per i prodotti made in Italy che esporteremo». INSERIRE OLIO E PANE I prodotti toscani presenti nella lista del meglio dell’Italia a tavola comprende soprattutto vini,
oltre al prosciutto. Ma non è escluso che quell’elenco possa allungarsi. E Coldiretti ha già pronte due proposte: «A nostro avviso dovrebbero essere inseriti gli oli e, perché no, il pane». COSA CAMBIA PER LE AZIENDE La protezione di cui i prodotti Dop godono sul territorio Ue verrà riconosciuta anche in Cina. «Questo è importante – commenta De Concilio – perché
spesso quando si esce dall’Europa la tutela delle produzioni Dop è debole o nulla, e si è soggetti a contraffazioni e svalutazioni. E le imitazioni fanno sì che si sviluppi un gusto errato da parte dei consumatori. Inoltre, con l’accordo le aziende italiane dovrebbero godere di snellimenti sul piano burocratico e agevolazioni doganali».
FONTE Lara Loreti www.ilTirreno.it
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