La risto-pescheria di moda anche nelle città

La risto-pescheria di moda anche nelle città

Ia risto-pescheria di moda anche nelle città
Ia risto-pescheria di moda anche nelle città

Fipe, sana integrazione di filiera. Consumatore più informato

Pescherie di giorno, ristorante all’ora di pranzo e di cena. E’ la risto-pescheria, formula vincente che, dalle località di mare si sta diffondendo in città. E’ ancora difficile conoscere i numeri di questo fenomeno che si basa sul cosiddetto ‘miglio zero’, dove il pescatore porta in tavola del suo locale il prodotto pescato con la sua imbarcazione. E quindi sì a piatti della tradizione marinara a base di pesce fresco, italiano e di stagione, in barba alle importazioni che ormai superano il 70%. E a conti fatti è una formula che soddisfa il consumatore sempre più ‘educato’ alla qualità di quello che mangia al ristorante, in particolare di pesce, che preferisce avere meno scelta ma massima freschezza; ma anche l’operatore che ha trovato il modo di integrare il proprio reddito in un settore da tanti anni in crisi, valorizzando il proprio prodotto ed evitando pesanti passaggi di filiera, visto che la differenza tra il prezzo alla produzione e quello al consumo va da 2 a 20 volte. 

Un modo di fare ristorazione che piace alla Fipe, la Federazione Italiana del pubblici esercizi, definendolo ‘una sana integrazione della filiera’. ”E’ una tendenza di mercato positiva per tutti – spiega all’ANSA Marcello Fiore, direttore generale della Federazione – invece di vendere il pesce a 5 euro all’asta il pescatore trova più soddisfazione a cucinarlo e a poterlo offrire nel suo locale magari fritto o in umido; un ulteriore modo per esaltare la tradizione e l’artigianalità del ristorante italiano rispetto alle grandi catene”.

Una formula che piace anche alla Federcoopesca e Confcooperative, nel ricordare che secondo un’indagine on line il 45% degli italiani ha difficoltà a saper riconoscere il pesce; poterlo quindi scegliere magari con chi lo ha pescato potrebbe incrementare i consumi ma anche far conoscere varietà locali meno conosciute, uscendo dal ‘triangolo’ spigola-rombo-orata. E gli esempi non mancano per tutte le tasche, dal più economico al super gourmet, ormai in tutte le grandi città, con diverse modalità. La maggior parte sono vere pescherie che di sera propongono la rimanenza di giornata ancora fresca per aperitivo e cena, eliminando così il problema dell’invenduto. Altri locali, invece, traggono ispirazione dal format del mercato dove è usanza degustare sul posto quanto si acquista al banco del pesce, molto diffuso in alcune località in Europa e nel Mezzogiorno. Una cosa è certa il menu è dettato unicamente da quello che offre il mare, di stagione in stagione, e in alcuni locali è possibile acquistare pesce e farlo cucinare.

Fonte Ansa.it

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Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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