Xylella, FederBio, come salvare ulivi con metodi biologici

Xylella, FederBio, come salvare ulivi con metodi biologici

Xylella, FederBio, come salvare ulivi con metodi biologici
Xylella, FederBio, come salvare ulivi con metodi biologici

Attivato un gruppo di esperti ed elaborato un documento, una strategia di prevenzione del disseccamento dell’olivo collegata al Piano di Sviluppo Rurale Regionale. E’ quella che FederBio, la Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica, illustrerà domani a Sternatia, in provincia di Lecce, nell’incontro tecnico al quale è prevista la partecipazione del presidente nazionale Paolo Carnemolla. FederBio ha attivato un gruppo di esperti che ha elaborato un documento di proposte inviato alle autorità europee, nazionali e regionali per contribuire alla delicata fase di definizione degli interventi da attuare sul territorio interessato all’emergenza Xylella. Da elaborazioni IAMB su dati del sistema BioBank della Regione Puglia si stima che al 31 marzo 2015, la superficie agricola utilizzata delle aziende olivicole biologiche del Salento rappresenti il 16% del totale regionale con 860 aziende con circa 15.199 Ha operanti in provincia di Lecce e 700 aziende con 9.758 Ha in provincia di Brindisi. “Siamo convinti – afferma il presidente di FedrBio, Paolo Carmeolla – di aver messo a disposizione un contributo tecnico concreto e positivo che testimonia la possibilità di adottare su vasta scala le tecniche e i prodotti ammessi in biologico per contribuire a una lotta efficace al vettore della Xylella ma anche a una gestione degli uliveti e del territorio che ripristini condizioni ottimali per evitare altre patologie che evidentemente concorrono al disseccamento degli ulivi. Questa strategia ha inoltre la possibilità di collegarsi con il Piano di sviluppo rurale regionale, dunque con un progetto di conversione di un territorio che merita di essere riqualificato e valorizzato anche a fini turistici come un distretto biologico”. “FederBio – sottolinea ancora Carmeolla – non condivide l’alternativa dell’uso massiccio di trattamenti con prodotti chimici di sintesi, previsti nel piano Silletti, che possono solo contenere l’insetto vettore del batterio senza debellarlo, oltre al fatto che in questo modo le aziende biologiche presenti nell’aerea verrebbero esposte al rischio grave di deriva dei trattamenti chimici il cui impatto sarebbe quindi dannoso per tutta l’economia della zona, oltre che per le popolazioni”

Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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