Basilico o vasinicola?
Oggi dal mio fruttivendolo e entrata una signora anziana chiedendo delle foglie di “vasinicola” (basilico) un’aroma, molto adoperato sia fresco che secco nella cucina napoletana. Cosi incuriosito ho fatto delle ricerche in merito , scoprendo che in quasi tutti i dialetti del Meridione, il basilico viene chiamata “vasinicola”.
Nel greco antico veniva chiamato“vazilikon”, che e molto similare alla parola “vasilias” . La traduzione letteraria che gli da un piglio regale e “degna di un re”. Non solo il greco ma anche il francese fa riferimento alla nobiltà essendo il basilico chiamato “herbe royale” (erba reale). Il termine italiano basilico deriva dal latino “basilicum”, ossia “pianta regale”, che a sua volta proviene da “basileus” che si traduce con Re.
Fermi tutti…!! Qui ci stiamo incartando tra termini e traduzioni. Occhio alla leggenda di “vasinicola”.
Si narra che il Re Nicola di origini ignote ma i testi parlano di Persia e Turchia, coltivasse e fece la sua fortuna economica proprio coltivando unicamente piantine di basilico.
Quando il Re morì il suo regno cadde in disgrazia , cosi gli abitanti del villaggio spesso andavano al castello per raccogliere le piantine, un modo per continuare a tenere in vita il lavoro del Sovrano che tanti benefici aveva portato al villaggio. I contadini erano soliti chiamare l’antico basilico come “l’erba dei vasi di Nicola” o espressioni simili, ma con il passare del tempo divennero sempre più concise, nacque la parola vasinicola (vasi di Nicola).
Il basilico proviene dall’Asia tropicale e si e diffuso in tutta Europa dopo avere attraversato l’oriente. Fu apprezzato da subito in Italia e del sud della Francia.
Il basilico da sempre ha racchiuso in sé miti e tantissime leggende. Conosciutissimo fin dalla antichità per il suo aroma e per le sue proprietà medicinali. Anche Plinio il Vecchio in uno dei suoi testi lo definiva afrodisiaco.
In cucina il basilico e uno degli aromi più utilizzati non ci sono piatti in cui non fa bella presenza il basilico che con i suoi oli profumati arricchisce ragù e pizze. Ottimo il pesto alla genovese con il basilico fresco.
A proposito del basilico! Mi ricordo una vecchia filastrocca che dicevamo spesso da bambini e che usavamo come sfottò verso chi aveva perso un dente o un molare. Ed era questa: Scugnat senza rient vasa ‘o cul a zi’ Vicienz. Scugnat senza mol vasa ‘o cul a zi’ Nicola.