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Menu per Eid al adha e Pesach per “Costruire il menu”

Menu per Eid al adha e Pesach é il quinto appuntamento della nuova rubrica “Costruire il menù” – che potete trovare anche su Instagram sotto l’ashtag #costruireilmenu

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SEI MENÙ DIVERSI PER SEI OCCASIONI DIFFERENTI

Ricette diverse dal mondo assemblate per costruire un menù con un unico tema ad accomunarle.

DAL 10 AL 17 APRILE

…per raccontare due festività che fanno parte di due delle religioni più praticate nel mondo: quella islamica e quella ebraica, con un menu a otto portate …

I cristiani quest’anno festeggeranno la Pasqua il 17 aprile, ma sia nella religione islamica che in quella ebraica esistono due festività che possono essere paragonate alla Pasqua.

Per il popolo musulmano si tratta dell’ Eid al adha o Festa del sacrificio

Ricorda il sacrificio del profeta Abramo, primo patriarca dell’Islam, al quale venne ordinato da Dio di sacrificare il figlio Ismaele.

Nel momento in cui Abramo stava uccidendo il proprio figlio un angelo bloccò la sua mano.

Viene celebrato il 10 del mese di dhu al-higgia (l’ultimo mese del calendario lunare) e dura al massimo 4 giorni a seconda dei popoli di fede islamica. Per tradizione i fedeli uccidono un animale, solitamente un bovino adulto, e fanno in modo che il suo sangue impuro defluisca per mezzo di sgozzamento per mano di un uomo, che deve essere in stato di purità legale (ṭahāra), pronunciando un takbīr, ovvero la formula: «Nel nome di Dio! Dio è il più grande».

Per i musulmani Gesù è considerato uno dei cinque profeti d’élite dell’Islam ed è persino considerato il fratello del Profeta Muhammad, non ne riconoscono la divinità e secondo il Corano “Gesù non è morto per mano degli uomini, la sua crocifissione non fu che un’illusione voluta da Allah che ha innalzato Gesù fino a Lui”. Perciò non c’è nessuna Resurrezione da festeggiare.

L’agnello è la pietanza per eccellenza di questa festività, ma esistono altri piatti tipici

Tajine, Biryani, Ma’amoul, Halwa, ricette già presenti sul blog.

Quelli presenti nel Menu saranno:

Pesach, la “pasqua ebraica”, è la prima delle tre grandi ricorrenze liete della tradizione ebraica.

La festa commemora la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù d’Egitto, e il suo esodo verso la Terra Promessa.

Il Pesach dura 8 giorni in Diaspora e 7 giorni in terra di Israele. Secondo la Torah cade in primavera dal 15 fino al 22 di Nissàn, (quest’anno 15 – 23 Aprile) e prevede: il divieto di mangiare e possedere cibi lievitati, bere quattro bicchieri di vino o succo d’uva per festeggiare, mangiare matzà, ovvero un pane azzimo piatto e non lievitato, in ricordo del pane di cui gli Israeliti si cibarono durante la loro fuga dall’Egitto quando non ebbero il tempo di farlo lievitare, ed erbe amare (lattuga, scarola, cicoria) al Seder per ricordare l’amara schiavitù subita dagli Israeliti, e infine raccontare la storia dell’Esodo attraverso l’Haggadà (una liturgia).

La celebrazione è carica di gesti visibili ed elementi necessari soprattutto perché i bambini possano osservare ed apprendere.

Potete trovare la storia dettagliata della nascita di questa festività QUI.

Per gli Ebrei Gesù fu un semplice profeta, e attendono ancora l’arrivo del vero Messia, che verrà sulla Terra per salvare il popolo Ebraico e inaugurare una nuova era di pace, armonia e felicità.

Il Seder è la cena che si svolge la prima sera (nella diaspora, anche la seconda) e sono diverse le tradizioni da osservare

I piatti, le posate e le stoviglie devono essere usati solo in quell’ occasione.

Il piatto del Seder è di solito decorato con i principali simboli della festa.

I bicchieri devono esse quattro per persona, e ognuno deve contenere almeno 3.5 once.

I cibi: l’agnello il simbolo del sacrificio pasquale compiuto dal popolo che si accingeva ad uscire della schiavitù chiamato Z’roa (stinco di agnello o il collo/ala di pollo arrosto), il Beitza (uova bollite, simbolo del sacrificio nel tempio e anche della nascita della nazione di Israele) e il Karpas (generalmente sedano) che nella parola ebraica ha le stesse lettere della parola “inutile” (farech), come il lavoro con cui gli egiziani opprimevano gli ebrei.

Come detto non devono mancare le erbe amare (Hazeret) e il rafano (Maror), le azzime (il pane non fermentato) e il Charoset, misto di frutti nel vino, anch’esso in ricordo della schiavitù in Egitto. Che sarà l’ultima portata del nostro menù.

Alcuni cibi sono accompagnati da acqua salata o aceto, che rappresentano le lacrime e il sudore della schiavitù.

Ecco le portate ebraiche del nostro menu:

CONTINUATE A SEGUIRE LA RUBRICA

…il prossimo menù sarà dedicato a Masterchef 11….

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La storia di ebraismo e islamismo si incrocia da sempre….


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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.