Kat kat (Seychelles)

Sogno di andare alle Seychelles praticamente da tutta la vita…

Ho nuotato nell’oceano indiano quando sono stata alle Maldive (che ho inifinitamente amato), e poi a Zanziber, e ancora in Kenya e anche a Mauritius, ma le Seychelles sono ancora un sogno non ancora realizzato.

Troppo care.
Troppo esclusive.
Mi piacciono anche per questo. Nessun turismo di massa. Nessun italiano “urlante”.

Furono popolate inizialmente dai navigatori malesi e arabi a partire dal 300 a.C., che commerciavano le pregiate noci di cocco provenienti dalle palme delle isole.

Ma la vera scoperta delle Seychelles da parte degli europei viene generalmente datata 1502, con portoghese Vasco da Gama.

L’arcipelago, negli anni successivi, divenne la base dei pirati che, dai Caraibi, si erano spostati nell’Oceano Indiano.

Per porre fine alle loro scorribande, il governatore di Mauritius, Mahé de La Bourdonnaisnel, nel 1742 mandò in ricognizione una nave, il cui capitano diede all’isola il nome di Mahé, favorendo così l’inizio delle rivendicazioni dei diritti sull’isola da parte dei Francesi.

L’arcipelago, in seguito, venne occupato dagli Inglesi nel 1810, durante la guerra contro la Francia, la quale ratificò la loro colonia.

Le Seychelles restarono una colonia del Regno Unito fino 1976, giorno in cui ottennero l’indipendenza. Nel 1977 avvenne il primo colpo di Stato e e fino al 1993 non ci sono state libere elezioni.

Si narra che alle Seychelles ci siano le spiaggie più belle al mondo. Indubbiamente ci sono isole (115) esclusive come La Digue o Silhouette Island e isole private come Frégate, e poi isole più accessibili come Mahe, dove c’è la capitale Victoria, e Praslin, dove i resort, seppure esclusivi, sono alla portata di un turista medio-alto.

Chi va alle Seychelles, va per il suo mare turchese, le sue spiagge incontaminate, le sue famose pietre scure e granitiche, per il relax e l’esclusività delle sue strutture, ma anche per il diving e il trekking nella natura selvaggia, e per Coco de mer, che nasce solo nella Vallée de Mai a Praslin, uno dei due Patrimoni Unesco delle Seychelles.

La cucina è quella creola, e riflette la grande diversità di razze che formano la popolazione delle Seychelles, ispirazioni francesi e gusti indiani caratterizzano le ricette che – nei secoli – sono diventate i capisaldi della cucina isolana.

Naturalmente sulle tavole di queste isole non può mai mancare l’ottimo pescato quotidiano, il pesce viene servito in tutti i modi, crudo, stufato, grigliato, al curry, con il latte di cocco ed è possibile mangiare polpi, granchi, tonni, gamberoni, crostacei, frutti di mare, aragoste, dentici, pesci re, pesci pappagallo, scombri, squali e anche se sono vietate le tartarughe. E il riso accompagna praticamente ogni pasto della giornata.

Come la cucina Indiana, spezie e peperoncino sono usati un pò ovunque, di peperoncini alle Seychelles ce ne sono più di 10 tipi, mentre di spezie locali è possibile trovare zenzero, vaniglia, cannella, noce moscata e pepe.

Tra le bizzarre ricette cucinate ne ho trovate alcune davvero interessanti, come il frutto dell’albero del pane fritto, o il chutney di squalo o il roussettes (stufato di pipistrello!), ma per il blog ho scelto una ricetta più classica… si tratta del kat kat, ovvero un filetto di pesce, solitamente tonno, cotto insieme a latte di cocco, platano e un mix di spezie.

Il termine kat kat potrebbe essere di origine indù e significa “cut-cut” (tagliato) poiché il platano nel kat kat è di solito tagliato e poi schiacciato.

  • DifficoltàMolto facile
  • CostoMedio
  • Tempo di preparazione15 Minuti
  • Tempo di cottura45 Minuti
  • Porzioni4 persone
  • Metodo di cotturaBollitura
  • CucinaInternazionale

Ingredienti

  • 500 gtonno fresco
  • 4platani verdi
  • 800 mllatte di cocco
  • 2 fogliecannella (o due stecche)
  • q.b.sale e pepe

Preparazione

  1. Lavare il tonno, tagliarlo e condirlo con pepe e sale.

    Aggiungi circa un litro di acqua in una pentola di medie dimensioni e fai bollire il pesce per non più di dieci minuti.

    Rimuovere il pesce dal liquido di cottura e lasciarlo raffreddare.

    Suddividere il pesce in pezzi più piccoli.

    Lavare i platani e tagliare le estremità e quindi tagliare a metà. Non sbucciare.

    Aggiungere circa un litro di acqua in una pentola di medie dimensioni e faire bollire il platano per circa 15 minuti.

    Rimuovere i platani e lasciarli raffreddare. Sbucciare i platani e trasferirli in una ciotola, schiacciarli grossolanamente con una forchetta.

    In una pentola, posizionare la purea grossolana di platano e aggiungere il latte di cocco, cuocere a fuoco lento per alcuni minuti.

    Aggiungere pesce e le foglie di cannella e cuocer per altri 10-15 minuti i fino a raggiungere na consistenza densa. Mescolare frequentemente perchéil platano tende ad attaccarsi al fondo della padella. Rimuovere le foglie di cannella.

    La consistenza del katkat dovrebbe essere come un porridge ruvido con pezzi interi al suo interno.

    Condire e servire da solo o con riso bollito accompagnato da una salsa piccante al peperoncino.

Kat kat anche a Mauritius…

È interessante notare che il termine culinario kat kat viene utilizzato anche a Mauritius, ma è un piatto completamente diverso.

Il kat kat mauriziano, preparato con manioca o pane, è tradizionalmente un piatto di carne e verdure.

VIDEORICETTA (in diretta)

5,0 / 5
Grazie per aver votato!
Print Friendly, PDF & Email

Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *