Attiéké con pesce (Costa d’Avorio)

La Valtur aveva un villaggio turistico in Costa d’Avorio e per un breve tempo, qunado ero agente di viaggio, ho venduto questa parte di Africa come meta turistica, ma si è tratatto davvero di un periodo breve, perchè la Costa d’Avorio è da sempre dilaniata da guerre civili.

La popolazione ha sofferto per lo stato di guerra civile vissuto dopo la morte del presidente Félix Houphouët-Boigny, nel 1993, comunemente noto come “Saggio d’Africa” e le politiche xenofobe introdotte con il concetto di “ivorianità” (ivoirité) dal successivo presidente Henri Konan Bédié.

Ora la guerra civile è finita e il presidente eletto Alassane Ouattara si è insediato nel maggio 2011 dopo l’arresto di Laurent Gbagbo, attualmente recluso alla Corte Penale Internazione con l’accusa di crimini contro l’umanità, il quale rifiutandosi di cedere il potere causò l’ennesima guerra civile nel 2010.

La Costa d’Avorio ha numerose bellezze naturali, l’ambiente si identifica con lidi costieri, lagune (uniche in Africa) e ricca vegetazione, dalla foresta del sud e dell’ovest alla savane nella zona centrale e in quella settentrionale.

La popolazione è composta quasi per la metà da genti provenienti da altre aree, Igname e platano (fritto o a purea) riso e attiéké sono gli alimenti base.

L’olio di arachidi è usato al posto del burro, e popolare è anche il mafe, ricetta senegalese a base di carne in salsa di burro di arachidi.

É la ricetta dell’attiéké con pesce quella scelta per il blog.

Si tratta di una pietanza di consistenza simile al cous cous, ma a base di manioca.

L’attiéké fresco si deteriora rapidamente, pertanto deve essere consumato entro 24 ore dalla preparazione.

La manioca viene pelata, schiacciata e mescolata con una piccola quantità di manioca precedentemente fermentata e che costituisce il lievito, la pasta viene lasciata fermentare per uno o due giorni e al termine l’acido cianidrico viene eliminato, la polpa viene disidratata, schiacciata, essiccata e vagliata.

L’attiéké deriva dal termine “adjèkè” della lingua ébrié.

E’ un cibo popolare soprattutto per la popolazione povera in quanto dà l’impressione di mangiare a sazietà per un prezzo basso.

Al supermercato lo si trova anche congelato oppure precotto o secco.

  • DifficoltàAlta
  • CostoMolto economico
  • Tempo di preparazione2 Giorni
  • Tempo di cottura40 Minuti
  • Porzioni4 persone
  • Metodo di cotturaVapore
  • CucinaAfricana

Ingredienti

  • 1 confezioneattiéké
  • 1orata (o grogo o merluzzo)
  • 3pomodori
  • 2cipolle
  • 1peperoncino
  • q.b.olio di semi di girasole
  • 1 cucchiaioaceto
  • q.b.sale e pepe

Preparazione

  1. Tagliate a dadini la cipolla, i pomodori, i peperoncini e metteteli con l’aceto e due cucchiai d’olio in una fondina capiente. Lasciate marinare per 15 minuti.

    Nel frattempo friggete il pesce in olio abbondante e mettetelo ad asciugare in carta assorbente.

    Cuocete l’attieké secondo le indicazioni del produttore e quando è pronto mescolatelo con le verdure marinate.

    Utlizzate la cipolla, il peperoncino, il pomodoro e i cetrioli rimasti come contorno accanto all’attieké e al pesce.

Accompagnamenti :

L’Attiéké è tradizionalmente consumato come accompagnamento alla carne o al pesce, spesso anche con la salsa (trasparente o semitrasparente) tipica del sud della Costa d’Avorio.

Può essere mangiato con le mani dopo aver formato palline.

E può anche essere mangiato con le uova in omelette per cena o come spuntino: questo pasto è di solito accompagnato da una miscela di cipolle e pomodori tagliati a dadini ed aromatizzati con spezie e aceto.

O accompagnare anche frutti come l’avocado e talvolta le arachidi tostate.

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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.

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