Dopo la Cina nel 2000, tornai in Oriente solo dopo 7 anni e scelsi la Thailandia.
Trascorsi solo una notte Bangkok, che trovai interessante, ma caotica, e col senno di poi, rispetto alle altre città d’Oriente che ho visitato (Singapore, Hong Kong e Tokyo), non particolarmente degna di nota.
Poi mi spostai a Phuket, e la trovai eccessivamente turistica, fortunatamente alloggiavo in un meraviglioso hotel fuori centro, distante dal caos della Bangla, altrimenti non avrei potuto resistere in un delirio tale!
Infine andai a Phi Phi Island (Koh Phi Phi Leh) e, a tutt’oggi, credo sia uno dei luoghi di mare più belli che abbia mai visto!
Un sogno, esattamente come nel noto film “The Beach” (2000) che a suo tempo fece tanta pubblicità all’arcipelago.
Nota dolente, allora, fu il cibo, motivo per cui aspettai altri 9 anni prima di tornare in Oriente.
La Thailandia mi deluse completamente dal punto di vista gastronomico, pesce insapore con salsine agropiccanti, riso insipido e poco altro, ma allora non avevo la conoscenza e la capacità di adattamento maturate negli anni e nei viaggi, perciò mi riservo un ulteriore giudizio, quando deciderò di tornare in Thailandia.
La ricetta che ho scelto è un classico della cucina thailandese, che però allora non assaggiai, e che ho avuto il piacere di provare solo presso l’ottimo ristorante Thailandese “Royal Orchid” di Alassio in via Dante 122… Pad Thai.
Tipico street food thailandese a base di noodles di riso (devono essere di 3/5 mm) saltati nel wok con uova, gamberi o carne e/o tofu, oltre che verdure, arachidi, spezie e condimenti come succo di tamarindo e salsa di pesce.
Si tratta di un piatto che nasce e si diffonde in Thailandia nei primi anni ’30, come piatto nazionale.
L’influenza però è marcatamente cinese, grazie alla secolare immigrazione nel Paese: i noodles saltati sono un classico della cucina cinese, mentre tamarindo, zucchero di canna e peperoncino sono il tocco dolce-piccante tipico della cucina thailandese.
Oggi si mangia con diversi tipi di carne (molto spesso il pollo), ma tradizionalmente veniva preparato con tofu e gamberetti disidratati ed è la ricetta che segue.
Nella foto quello del ristorante “Royal Orchid” di Alassio.
- DifficoltàMolto facile
- CostoEconomico
- Tempo di preparazione5 Minuti
- Tempo di cottura10 Minuti
- Porzioni4 persone
- Metodo di cotturaFornello
- CucinaTailandese
Ingredienti
- 300 gnoodles di riso (devono essere di 3/5 mm)
- 2 cucchiaiolio vegetale
- 1 spicchioaglio
- 2uova
- 1lime
- 2 cucchiaizucchero di canna
- 2 cucchiaisalsa di pesce
- q.b.peperoncino
- 3cipollotti
- q.b.coriandolo
- q.b.salsa di tamarindo (o pasta di tamarindo)
- 3 cucchiaiarachidi (non salate)
- 150 ggermogli di soia
- 100 gtofu
- 15 ggamberetti secchi (facoltativi)
Preparazione
Mettere a bollire una pentola d’acqua leggermente salata e cuocere le tagliatelle seguendo il tempo di cottura riportato sulla confezione. Scolarle sotto l’acqua fredda e metterle da parte.
In una ciotola, mescolare il succo di lime, lo zucchero, la salsa di pesce, la salsa di tamarindo e il peperoncino.
In un wok, o una grande padella, riscaldare l’olio vegetale a fuoco medio, aggiungere l’aglio e farlo imbiondire. Aggiungere i cipollotti tagliati a fette, i gamberetti (facoltativi) e il tofu a cubetti. Quando sono cotti, togliere dalla padella e tenere da parte.
Rimettere il wok suo fuoco, aggiungere le uova, i germogli di soia, i noodles, aggiungere il resto della preparazione e le salse (se necessario aggiungere un bicchiere di acqua).
Saltare per alcuni minuti muovendo il tutto con una paletta, facendo attenzione a non rompere le tagliatelle.
Servire aggiungendo le arachidi tritate nel piatto e coriandolo tritato, e peperoncino e lime a parte, che ognuno potrà “dosarsi” a piacere.
Foto del viaggio in Thailandia (qui Phi Phi Island) ottobre-novembre 2007
Perché usare il wok ?
Il wok è una padella in ferro che trasmette calore uniformemente, sul fondo quanto sui lati. È per questo che risulta particolarmente indicata per i piatti saltati, che possono cuocere in qualsiasi punto della pentola ‘scottandosi’ senza inumidirsi.
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La difficoltà in Italia sta nel trovare la salsa di pesce, che è una crema prodotta da pesce fermentato, e quella di tamarindo, o la pasta, che è invece una crema agrodolce ricavata dalla polpa del tamarindo.
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