Il pane indiano (naan, roti, paratha e kulcha)

Non si può andare in India e prescindere dal suo merviglioso pane…

Il pane indiano è parte integrante della cucina indiana.

C’è un’enorme varietà di pane in India, ogni regione dell’India ha i suoi ingredienti e il suo stile di cottura del pane, si creano così diversi tipi e diverse variazioni dello stesso pane.


Il pane indiano è un pane piatto, non lievitato noto come roti, fatto da grano integrale macinato (atta), miglio (bajra) o sorgo (jowar).

Il pane  può essere semplice o ripieno, può essere consumato da solo con un curry di verdure e qualche chutney.

Quando viene impastato con il  ghee e trasformato in sottili frittelle simili a pancake, viene chiamato chapati.

Ci sono poi pani fritti come paratha, puri e il naan  che può essere anche cotto al forno.
Il più delle volte il pane indiano è cucinato su una pesante piastra in ghisa conosciuta come “tawa”.

Alcuni tipi di pane indiano sono cotti in un forno di terracotta noto come tandori che conferisce un sapore affumicato.


Dalla colazione alla cena, anche un elemento apparentemente semplice come il pane assume ruoli, consistenze e sapori diversi di volta in volta: se nel Nord dell’India si incontrano paratha, kulcha e poori, nelle regioni orientali si preferiscono le morbide consistenze del luchis e delle pitha, a sud si incontrano dosa, idlis e parotta mentre a ovest regnano chelas e bhaji.

Ecco i principali quattro pani che ho assaggiato durante i miei viaggi in India:

NAAN

Forse il pane più vecchio e noto di tutti: la prima menzione di questa preparazione si trova nelle note di un poeta indo-persiano di epoca medievale, tale Amir Kushrau, che lo identifica come il cibo preferito per le colazioni alla corte dei Mughal. L’accompagnamento ideale per il pollo tandoori o per carni allo spiedi ,accompagna i pasti, sostituendo utensili per raccogliere dahl, salse, stufati e curry.

Il naan è un pane lievitato ottenuto dal latte cagliato o dallo yogurt e cotto in forni tandoori o su tawa, ha un profumo leggermente affumicato ed è spesso farcito con paneer, cipolla o altro

Mescolate 300 gr di farina 00, un cucchiaino di zucchero e 10g di lievito di birra in polvere e aggiungete poi 125 gr di yogurt bianco intero e 3 cucchiai di olio di semi.
Aggiungete un pizzico di sale e l’acqua tiepida (circa 1/2 tazza) poca per volta, tanta da formare una massa liscia e uniforme.
Lavorate con le mani per dieci minuti e lasciate riposare l’impasto per circa 1 ora coperto da un canovaccio.
Dividete l’impasto in cinque parti.
Stendete con il mattarello ogni pallina (diametro 20cm).
Una volta stesa la massa cuocete il pane in una padella antiaderente leggermente unta. Bastano pochi minuti per lato. Spennellate con ghee.

Al ristorante “Hadimba” a Goa abbiamo assaggiato il meno noto KASHMIRI NAAN, di origine pakistana, per la dolcezza è più simile ad un dolce, ripieno spesso di frutta secca o ciliegie noi ne abbiamo assaggiata una versione con una crema di yogurt.

Kashmiri naan al ristorante “Hadimba” di Goa.

Al ristorante “Koleso 24/7” sempre a Goa ne abbiamo invece assaggiato una occidentalizzazione, ovvero NAAN ALLA NUTELLA.

Naan alla nutella al ristorante “Koleso 24/7” a Goa

ROTI

Forse il pane indiano più semplice e più povero dell’India.

Fatto di farina integrale di frumento e acqua, non lievitato e cotto su una piastra bollente. Viene consumato da solo o spalmato d’olio o di ghee.

Usato e consumato con tutti i principali piatti e, dato che si mangia con le mani, il roti viene usato spesso come “cucchiaio” per raccogliere le pietanze dal piatto.

In alcune zone dell’India il pane roti è chiamato o confuso con il pane chapati.

Rientrano nella stessa categoria, ma il roti è più piccolo e semplice, mentre il chapati è più grande e saporito.

Esistono diversi tipi di roti, ma la ricetta base è semplicissima e ha pochi essenziali ingredienti.

Unire 500 gr di farina integrale di frumento, sale,  1 cucchiaio di olio di semi e 180 ml acqua fino a ottenere una impasto appiccicoso. Trasferire l’impasto su un piano di lavoro leggermente infarinato, lavorandolo fino a che non diventa liscio, elastico e brillante (8-10 minuti). Mettere quindi l’impasto in una ciotola leggermente unta di olio, coprire con un canovaccio umido e mettere da parte a riposare per circa 20 minuti. Spianare la pasta in un cilindro di 6 centimetri, poi tagliare in 12 pezzi uguali e formare delle palline. Mettere l’olio in una ciotola e aggiungere le palline di pasta, coprire la ciotola con pellicola trasparente e farla riposare a temperatura ambiente (almeno 1 ora). Stendere quindi ogni pallina per formare un cerchio di circa 20 centimetri su una superficie di lavoro leggermente unta d’olio. Con attenzione, allungare la pasta in un movimento circolare con le mani leggermente unte fino a renderla molto sottile. Scaldare il ghee su una griglia piana, aggiungere i roti e cuocere fino a che non sono dorati e croccanti (1-2 minuti per lato).

Sempre sulla spiaggia di Goa, da “Hadimba“, abbiamo assaggiato il MISSI ROTI, specialità del Punjabi, fatto con farina di ceci e l’aggiunta di spezie all’impasto.

Missi roti ristorante Hadimba Goa

In Kerala, invece, ho assaggiato il MAKKI ROTI, a base di farina di mais, consumato principalmente nella regione di Jammu, Himachal Pradesh, Punjab, Haryana, Rajasthan, Uttar Pradesh e Uttarakhand nell’India settentrionale e Gujarat, Maharashtra nell’India occidentale e anche in Nepal.

PARATHA

Il paratha è un pane indiano simile alla nostra piadina, ma noto per la consistenza leggermente gommosa. Il segreto, anche qui, sta nella lunga lavorazione della pasta di pane e nell’abbondante dose di ghee tra i vari strati di pasta, nonché nella tawa (simile al wok) al momento della cottura. Ottimo da solo, si trova anche farcito con patate, cavolfiori o aromatizzato con un semplice trito di menta, aglio e coriandolo.

Croccanti e friabile, si abbina bene con la maggior parte dei piatti indiani, sia che si tratti di un curry o di un fritto saltato in padella. Può variare per forma: rotonda, quadrata, triangolare.

Mescolare 300 gr di farina di grano, sale con 170 ml di acqua da aggiungere gradualmente fino ad ottenere un impasto morbido che non si attacca alle mani e alla ciotola. Lasciare riposare per almeno 10 minuti.

Mettetelo sul piano di lavoro cosparso con la farina, ma non troppa, e lavorate per ottenere una palla omogenea e liscia, ovvero un impasto elastico e non troppo duro. Dividete la palla in palline più piccole e stendetene una alla volta con il mattarello, cospargendo entrambi lati con la farina e dandogli la forma di cerchio non troppo grande. Ora con le dita piegate i bordi verso l’interno per creare una specie di fiore.

Stendete il fiore che avete creato con il mattarello, fino ad ottenere un cerchio della grandezza di un piatto da antipasto e dello spessore di circa 40 millimetri. Riscaldate molto bene la padella e spennellatela con lolio. Disponete il cerchio sopra. Il pane inizierà cuocere davanti ai vostri occhi, gonfiandosi e creando delle bolle d’aria. Spennellate il pane con dell’olio e giratelo. Spennellate da un altro lato ed aspettate che si colori la superficie. Servite caldo.

Ne abbiamo assaggiate diverse versioni durante la nostra permanenza in India, tra le migliori quello ALLA MENTA mangiato l’ultima sera presso il ristorante “O’Saiba” di Goa.

Paratha alla menta, ristorante “O’Saiba” Goa

Mentre a Kochi, in Kerala, ho assaggiato quello al paneer, il famoso formaggio indiano.

A differenza di tutti gli altri formaggi per produrlo non c’è bisogno di usare il caglio come agente coagulante: viene usato il succo di limone nel latte riscaldato, rendendolo così completamente latto-vegetariano e divenendo così una delle risorse di proteine per i vegetariani in India.

PULCHA o CHAPATI

Si tratta di soffici focacce indiane azzime fatte con grano integrale.

Queste quelle assaggiate nel nostro viaggio in Kerala.

  • In una terrina unire 2 tazze di farina di intergrale, il sale, l’olio (1 cucchiaino) e mescolare bene.
  • Aggiungere l’acqua (q.b.) e formare un impasto liscio. Aggiungere un cucchiaio di olio e impastare per 2-3 min.
  • Coprire e lasciare riposare per 20-30 min. Dividere l’impasto in parti uguali.
  • Appiattire ogni pallina.
  • Riscaldare un tawa a fuoco alto. Mettere il ​​phulcha sul tawa e cuocere su un lato fino a quando la parte superiore appare asciutta al tatto e non pastosa.
  • Girare e cuocere dall’altro lato per qualche altro secondo.
  • Mettere ​​lato superiore del phulcha sulla fiamma diretta, così si gonfierà come un pallone. Girarlo dall’altro lato e tostarlo a fuoco vivo fino a cottura.

KULCHA

Il kulcha, forse è il mio preferito…

Il kulcha è un tipo di focaccia leggermente lievitata.


Tipico della cucina del Punjab, questo pane ha tra gli ingredienti la farina maida, e spesso viene servito ripieno di patate (aloo kutcha) e/o le cipolle e spezie miste a profusione.

La kulcha non viene cotta in un forno tandoori, a legna o a gas, fin quando i dischi si gonfiano e sono pronti a essere intinti solitamente nel chana masala, senza dimenticare un’abbondante spalmata di ghee.

Mescolare tutti gli ingredienti:  250 gr farina di maida, acqua, un pizzico di sale e un agente lievitante (lievito o bicarbonato), lasciare riposare la pasta ottenuta, coperta con un panno umido, per circa un’ora  in un luogo caldo. Il risultato è una leggera lievitazione della farina.

Prendere una pallina di pasta e stenderla con uno spessore molto sottile, circa 1-2 mm.
Scaldare una padella antiaderente e cuocere su entrambi i lati con ghee.

Kulcha

Una variante del Kulcha, ma fritta, anzichè cotta nel tandoori, è la…

BATHURA (o puri)

Un tipo di pane fritto per immersione, tipico della cucina della regione del Punjab, ovvero quella compresa tra Pakistan e India.

L’impasto è identico a quello utilizzato per cucinare il kulcha: farina maida, ghee o olio, e lievito.

Una volta impastata la si lascia riposare per permetterne la lievitazione per poi essere tirata con il mattarello.

La bhatura viene poi immersa nell’olio caldo o nel ghee permettendone la frittura, ottenendo un pane elastico e gommoso.

La bhatura è solitamente consumata assieme al Chana masala per formare il tipico antipasto Chole bhature.

Variante della bathura il…

PURI

Più piccolo, anch’esso fritto, ma azzimo, ovvero senza lievito.

In Pakistan e nel Bengala Occidentale e lUttar Pradesh, è preparato anch’esso con farina di maida, nelle altre parti con la farina integrale (atta).

In frittura, quando inizia a diventare di colore biondo dorato, è rimosso e servito caldo.

E’ inoltre servito solitamente assieme ad altri piatti vegetariani durante le funzioni cerimoniali e come parte dell’offerta prasadam.

La parola puri significa letteralmente pane e proviene dal sanscrito पूरिका (pūrikā).

Altro pane indiano tra i miei preferiti…

POROTTA

Il tipico pane del Kerala e dello Sri Lanka.

Si prepara impastando maida (farina di bianca raffinata), talvolta uova, olio o ghee e acqua.

Per renderlo più salutare spesso viene sostituita la maida con l’atta, ovvero la farina intergale.

L’impasto è sbattuto in strati sottili e successivamente formando un tondo a spirale in una palla usando questi strati sottili.

La palla è arrotolata e fritta in padella. Viene spesso servito con carne al curry, come pollo, capra, manzo o agnello.

  • Mescolare 250 gr di maida, il sale, 172 cucchiano di zucchero, 1/4 di tazza di l’olio vegetale o ghee e 1/3 di tazza di acqua per formare un impasto morbido.
  • Impastare l’impasto per cinque minuti a mano. Coprire l’impasto con un canovaccio. Far riposare l’impasto per 2 ore.
  • Dopo il riposo, formare delle palline di pasta e far riposare le palline di pasta per altri 5 minuti.
  • Prendere la palla di pasta e appiattirla e stenderla in un piccolo disco. Cospargere di olio o ghee se necessario.
  • Trasferire i dischi arrotolati su un piatto e applicare dell’olio o il ghee sopra ogni disco arrotolato. Continua a impilare i dischi arrotolati, uno sopra l’altro e continua ad applicare l’olio sopra ogni disco.
  • Appoggiare i dischi di pasta sulla placca per 20 minuti.
  • Prendere un disco e posizionalo su una superficie piana. Tirare delicatamente i lati dei dischi per formare un grande cerchio.
  • Raccogliere delicatamente l’impasto in un angolo e formate una spirale. Ripetere con tutti i dischi di pasta. Fare riposare le spirali per 5 minuti.
  • Picchiettare delicatamente l’impasto a spirale con la mano e stendere l’impasto con una altezza di 2-3 pollici.
  • Riscaldare una tawa e adagiare il porotta sulla tawa. Cuocere un minuto per lato. Poi mettete un cucchiaino di olio o di ghee per ogni porotta e fare cuocere ancora un paio di minuti a fiamma bassa.
  • Quando sarà dorata, togliere dal fuoco.
  • Sgonfiare il porotta picchiettando delicatamente i lati della parotta.

Esiste anche un pane a basse di farina di riso molto popolare soprattutto tra i musulmani…

ARI PATHIRI

Una frittella a base di farina di riso. Fa parte della cucina locale tra le Mappilas della regione del Malabar nello stato del Kerala nell’India meridionale.

  • In un tawa arrostire a secco 1 tazza di farina di riso a fuoco medio-basso per 5 minuti.
  •  Mescolare in una pentola 1¼ di tazza d’acqua, 1 cucchiaino di olio di cocco e ½ cucchiaino di sale.
  • Portare l’acqua a ebollizione.
  • Fare sobbollire la fiamma e aggiungere la farina di riso tostato.
  • Mescolare continuamente fino a formare l’impasto.
  • Spegnere la fiamma, coprire e fare riposare per 5 minuti.

  • Con le mani unte d’olio, impastare e unire il tutto.
  • Formare delle palle.
  • Spolverizzare leggermente di farina di riso e iniziate ad arrotolare.
  • Stendere
  • Tagliare a forma rotonda per sigillare eventuali bordi rotti.
  • Riscaldare il tawa a fuoco medio e posiziona l’ ari pathiri arrotolato.
  • Cuocere per 30 secondi a fuoco medio-basso da entrambi i lati senza farlo dorare.

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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.