Giorno 15: Hangzhou

Giovedì 4 gennaio siamo arrivati ad Hangzhou con il treno veloce delle 8.30 da Shanghai, stazione Hongqiao che in 45 minuti ha percorso circa 200 km.

Non senza le solite difficoltà legate alla lingua…

Impossibile acquistare il biglietto on line, le biglietterie automatiche prevedono solo la lingua cinese, e la biglietteria con l’impiegata non é indicata – si trova a sinistra, al fondo – .

Occorre il passaporto. Ci sono treni ogni 20 minuti.

Hangzhou é città con un passato imperiale, essendo stata una delle sette antiche capitali cinesi. 

Famosa per il suo splendido Lago dell’Ovest (Lake Ovest), intorno al quale si sviluppa l’intera vita della città stessa, per il tè verde e la meravigliosa natura che la circonda.

Dalla stazione abbiamo preso un taxi, e presumo non avessero mai visto uno straniero perché il tassista non riusciva a capire l’indirizzo del nostro hotel nemmeno con il traduttore.

BBWA Boutique Hotel Hangzhou Wildwind, a circa 300mt dalla metropolitana Datieguan (uscita F), tre giovani cinesi ci hanno omaggiato di un upgrade sistemandoci in una bella suite, numero 809, ma ahimè anche loro non avevano mai avuto a che fare con stranieri e la nostra carta di credito non funzionava…

Menomale che avevamo ancora dei cantanti e poco distante abbiamo ritirato da una ATM.

Il consiglio ?
Prenotate solo hotel di catene internazionali.

La Hangzhou Metro funziona come quella di Shanghai, le fermate sono più colorate , non copre tutta la città, ma solo la zona orientale, dove c’è la vera città moderna. In alternativa ci sono bus e taxi dai prezzi molto economici.

I bagni pubblici sono ovunque e puliti, ma ricordatevi le salviette perché spesso la carta igienica é a pagamento (solo QR code!).

La giornata si è svolta passeggiando lungo la bellissima promenade del lago, zona est, tra imbarcazioni tipiche, musica, karaoke, accompagnati dal fascino unico del lago.

Abbiamo raggiunto la via storica He Fang Jie, l’area più storica della città, oggi però interamente dedicata al turista con botteghe, negozi nuovi, cibo da strada …

Abbiamo pranzato nella via parallela al “Xiyue” con: anatra arrosto marinata, pollo cotto nelle foglie di loto e finalmente ho provato il tofu puzzolente (stinky tofu), fritto, che emana davvero un odore sgradevole (viene marinato per mesi), ma è molto appetitoso.

Il cibo cinese non può essere definito “instagrammabile”, molto spesso é piuttosto brutto da vedere, e il suo aspetto poco invitante potrebbe trarre in inganno noi occidentali, in realtà è sempre gustoso e una vera scoperta (confermo, usano molto friggere!).

Non perdetevi il tramonto lungo il lago, é una esperienza quasi mistica.

La nebbiolina tipica dei dipinti cinesi sale dal lago e il cielo si colora di rosso mentre il sole cala. 

Una vera cartolina !

Dopo la settimana nella moderna Shanghai, la tappa ad Hangzhou ha bilanciato il viaggio, mostrandoci il lato più naturalistico e storico della Cina.

Alla sera, alle 20, le luci appositamente sistemate sugli alberi sulle colline fanno apparire il lago magico, una sorta di presepe (spegnimento luci ore 22), mentre i neon delle grandi marche e dei ristoranti nel centro della città, che si dislocano dal lago (fermata metropolitana Longxianqiao) mostrano il lato moderno e all’avanguardia di Hangzhou.

Tutto finisce alle 22 quando negozi e ristoranti chiudono (qualcuno anche prima) e piano piano il centro si svuota.

Cena al “Tu Jun Xiaoyu” dove abbiamo replicato il maiale in agrodolce già assaggiato a Shanghai, accompagnato da jaozi (i ravioli cinesi simili ai gyoza giapponesi) al tofu, patate saltate e lou rou bing , un bing ripieno di carne.


Ieri, venerdì 5 gennaio, ci siamo dedicati alla zona ovest del Lago Occidentale e al Museo nazionale del Tè di LongJing. 

Lo abbiamo raggiunto con una imbarcazione tipica che segue un percorso circolare e per ogni fermata il costo é di 8Y.

L’indicazione é quella del pagamento a bordo, ma come immaginabile…accettano solo pagamento con QR code.

Dopo la solita difficoltà nello spiegare dove volevamo andare, siamo infine riusciti ad imbarcarci per raggiungere, dopo circa 30 minuti, la fermata di Former Residence of Du Jinsheng con 40Y (dalle 8,30 alle 15,30, una corsa ogni 30 minuti) pagando in contanti.

Esistono diverse tipologie di navigazione sul lago da 50Y, 70Y e 80Y, ognuna dura in media 50 minuti e le imbarcazioni navigano al centro del lago per un giro panoramico con alcune fermate, ma la lingua é solo cinese e sebbene siano pittoresche, non trovo grandi differenze con la barca utilizzata come mezzo di spostamento.

Se già il lato est del lago é affascinate, quello ovest vi lascerà senza fiato.

Un’oasi di tranquillità, perfettamente mantenuta, dove ad ogni angolo vorresti scattare una foto…La Cina dei dipinti, quella dei libri, delle pellicole storiche…

Il Museo nazionale del Tè di LongJing é gratuito.

I visitatori possono imparare come viene coltivato e lavorato il tè, godersi la bellezza della natura passeggiando tra le piantagioni e degustarlo nelle case del tè.

Il tè in Cina é caro o almeno il suo costo é sproporzionato rispetto al cibo economico, più il tè è rinomato e più costa.

Nella cultura cinese é utilizzato non solo come bevanda, ma anche come strumento di interazione sociale. 

La Cina ne produce circa il 40% della produzione mondiale.

Sono molte le  Case da tè ad Hangzhou, noi ci siamo fermati in quella del Museo: la Qiwan Teahouse, e per circa 20€ abbiamo degustato due tazze di té verde LongJing

Avrei voluto assistere ad una cerimonia del tè, come accaduto nel nostro viaggio in Giappone, ma non c’è modo di comprendere quando e dove assistervi e la solita difficoltà di comprensione della lingua sarebbe sicuramente un ostacolo.

Hangzhou è una delle regioni del tè più famose della Cina e il Longjing è uno dei tè più famosi coltivati lì, la sua particolarità sta nelle raccolta a mano delle foglie che sono lavorate immediatamente.

Anche i ristoranti offrono piatti a base di té, così ci siamo fermati al suggestivo “Green tea” all’interno della grossa area del Museo che propone ben 17 padiglioni espositivi, e abbiamo ordinato due delle specialità più note di Hangzhou: Dong po rou (maiale brasato nella salsa di soia e nel vino) e LongJing xiaren (gamberi al tè) accompagnati da un piccolo pane ripieno e da una sorta di pancake a base di riso glutinoso.

Pranzo eccellente. Locale splendido. Prezzo come sempre ottimo.


Avremmo voluto assaggiare anche la terza nota specialità della zona : pollo del Begger o del mendicante, ovvero cotto avvolto nel fango.

Ma lo abbiamo trovato (e fotografato) solo tra le botteghe di He Fang Jie.

Per la nostra ultima cena in terra cinese, abbiamo testato la piccantezza della cucina del Sichuan, in un ristorante in pieno centro, poco distanti dalla fermata di Longxianqiao.

Un locale semplice e frequentato da giovani, con piatti abbondanti che ci hanno fatto lacrimare: polpette di riso glutinoso, fried rice con verdure (piccante) e manzo con stuzzicadenti 牙签牛肉 al peperoncino e arachidi.


Oggi, sabato 5 gennaio, lasciamo la Cina.

Ci siamo imbarcati dall’aeroporto internazionale di Pudong alle ore 11.00 per raggiungere l’Italia domani, dopo uno scalo a Zurigo con notte in hotel.

A bordo di Swiss Air ho acquistato il pacchetto Wi-Fi disponibile per 35 CHF tutto il viaggio e 25 CHF per 4 ore, perché anche nel Vip Lounge dell’aeroporto di Shanghai é stato impossibile usare il Wi-Fi non potendo ricevere via sms la password.

D’obbligo le ultime considerazioni su un viaggio per certi versi complicato…

Questa é stata la mia terza volta in Cina.

La prima fu 23 anni fa con un tour che comprese Pechino, Xi’an e Chengde e allora, trattandosi di un viaggio organizzato, non incontrai le difficoltà che già dalla richiesta di visto si sono presentate questa volta.

Nel 2016 sono stata ad Hong Kong, allora ancora inglese, ma a tutt’oggi non equiparabile alla Cina continentale perché più aperta al turismo e di tradizione differente (non serve il visto).

A Shanghai avevo immaginato di trovare la modernità e l’efficienza che in effetti contraddistingue la città, ma anche una maggiore dimestichezza col turista straniero.

Si sa, la Cina é in costante corsa per superare l’Occidente e sicuramente dal punto di vista commerciale, per la efficienza nella velocità di costruzione, per la buona organizzazione, la modernità delle sue città, é già oltre qualsiasi città occidentale, ma per una reale competizione mancano completamente le basi.

Come si può pensare di aprirsi al mondo se nessuno parla inglese ?

Se le maggiori carte di credito internazionale non vengono accettate?

Quando il pagamento con un app esclusivamente cinese é la sola opzione di pagamento ?

Domande aperte che forse negli anni troveranno una risposta.

Dopo 23 anni dalla mia prima esperienza nella Cina continentale non ho ancora cambiato opinione: i cinesi non lasciano nulla dal punto di vista umano, probabilmente il loro passato, presente e forse anche futuro non li porta ad essere particolarmente accoglienti, seppur gentili, e nemmeno empatici.

Il loro essere “diversamente educati” (salutare e ringraziare, chiedere scusa quando si scontra qualcuno sono opzionali) forse ci fa entrare poco in sintonia con loro, ma queste sono solo opinioni personali…

Sicuramente la Cina vale uno o più viaggi, e forse anche per queste sue diversità.

Per quanto mi riguarda il viaggio cinese proseguirà con le ricette dei piatti assaggiati durante questi quindici giorni, con il Blog versione cinese a partire da martedì 9 gennaio e la diretta Instagram di ViaggiandoMangiando on air il 10 gennaio.

E come sempre vi invito a contattarmi via mail selenecoccato@gmail.com o attraverso i miei canali social per qualsiasi tipo di domanda su questo o un altro viaggio.

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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.