Sono stata a Capo Verde due volte.
Sia sull’isola di Boa Vista, nel gennaio 2007 durante un educational organizzato da I Viaggi del Ventaglio, che, nel marzo 2018 su Sal al Bravoclub Vila do Farol.
Due isole molto diverse.
Boa Vista poco costruita, poco turistica e con spiagge bianche ed incontaminate per kilometri, dune sabbiose su cui divertirsi con il quod, allora aveva solo un piccolo aeroporto in cui si giungeva dall’isola di Sal solo con sgangherati aerei molto pittoreschi, mentre oggi ha il suo aeroporto internazionale.
Non ha un vero e proprio centro e ancora oggi ha poche strutture alberghiere.
L’Isola di Sal invece è più turistica, molto più costruita, ma ancora selvaggia, le spiagge (Santa Maria è la più conosciuta) sono talmente lunghe, che sono impossibili da domare completamente.
Sull’isola si trovano le saline di Pedra de Lume, ora quasi in disuso, ma molto belle da visitare e dove fare il bagno “rimanendo a galla”.
Le isole di Capo Verde (10 isole maggiori, nove delle quali abitate più altri 8 isolotti completamente disabitati) precedentemente disabitate, sono state scoperte e colonizzate dal Portogallo nel XV secolo; in seguito divennero un centro del commercio degli schiavi africani e poi una importante stazione di rifornimento di carbone per le baleniere e i cargo transatlantici.
La maggioranza degli abitanti di Capo Verde ha ascendenza mista africana e portoghese. La Repubblica di Capo Verde è stata sotto il dominio del Portogallo fino al 1975, la lingua ufficiale dello Stato è il portoghese, ma molto diffuso è il creolo capoverdiano, una lingua creola derivata dal portoghese.
Sono isole molto ventose, tutto l’anno, e perciò meta prediletta per kitesurf e windsurf.
La gastronomia che ho assaggiato è stata più internazionale, che locale, avendo alloggiato in villaggi turistici (i viaggi “fai da te” non sono pericolosi, ma si tratta pur sempre di Africa e seppur non la più povera, gli approvigionamenti sono scarsi e i ristoranti nei piccoli paesi davvero pochi), ma nella serata dedicata ai locali, durante la vacanza a Sal, ho avuto l’oppurtunità di assaggiare alcuni piatti tradizionali.
Ne ricordo uno in particolare: la cachupinha, zuppa di mais, fave e salsiccia.
Si tratta di una variante della cachupa (uno stufato di fagioli e granoturco macinato, manioca, patate dolci e nella versione “ricca” anche con pesce o carne, che richiede una lunga preprazione), il piatto nazionale, ovvero una sua versione “semplificata”.

- DifficoltàBassa
- CostoEconomico
- Tempo di preparazione5 Minuti
- Tempo di cottura30 Minuti
- Porzioni4 persone
- Metodo di cotturaFornello
- CucinaAfricana
Ingredienti
- 5pannocchie di mais
- 250 gzucca (a pezzi)
- 50 gfave (sgusciate)
- 100 gsalsiccia affumicata
- 2pomodori
- 1cipolla
- q.b.coriandolo
- q.b.olio di oliva
- q.b.sale e pepe
Preparazione
Fate saltare la cipolla nell’olio d’oliva insaporito con il pepe macinato, insieme alla salsiccia.
Unite i chicchi sgranati della pannocchia di mais, la zucca, i pomodori tagliati a cubetti e le fave sgusciate.
Portate ad ebollizione e lasciate cuocere per trenta minuti, finché le verdure saranno ben cotte, completate con una spolverata di coriandolo.
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Due foto di Capo Verde: Isola di Boa Vista dal 23 al 30 gennaio 2007 e Isola di Sal dal 5 al 12 marzo 2018
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