Brioches Siciliane – i millefiori
Ricordo, da piccina: passava per le strade il fornaio, con il suo furgoncino, e vendeva il pane ed i suoi dolci. E per me era una festa, comprare queste particolari brioches Siciliane, chiamate localmente millefiori.
Suonava, il furgoncino. Canzoni per lo più degli anni 60. “Una chitarra suona nella notte…” ed io correvo, con le 200 lire in mano, ad acquistare la mia merenda. Il tre ruote si fermava, m’intrufolavo fra gli altissimi adulti e fra l’odore fragrante del pane ed una nuvoletta polverizzata di zucchero a velo, compravo il mio millefiori. Mi sedevo sul marciapiedi e me lo gustavo. Libera, poche auto in giro, i ragazzini del vicinato sempre lì vicino, ad aspettare per giocare. Sono dolci ricordi d’infanzia che talvolta aspettano lì nascosti in attesa di essere rispolverati. Se mi emoziono a pensarci? Certo! Sarà strano, ma nonostante sia passata una vita intera, a volte mi sento ancora quella ragazzina concentrata a giocare e crescere, guardando quel mondo di adulti ancora lontano.
Preparare queste brioches siciliane non è dunque solo un piacere per il palato. E’ un tuffo nel passato. Il sapore è tale e quale a quelle che mangiavo allora. Un nome insolito, millefiori. Non so perchè venisse chiamata così questa treccina di brioches. E non so nemmeno se chiamata nella stessa maniera anche in altre parti della Sicilia. Non ho mai approfondito. Ed un pò nemmeno mi interessa. Per me rimarrà il millefiori, brioches di pasta brioches dolce con uva passa e tanto zucchero a velo sopra. Provatele. Morbidissime, saranno un’ottima colazione o merenda per la vostra famiglia. Buone così o tagliate in due e farcite con miele, nutella o marmellata.
Brioches Siciliane – i millefiori
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Ingredienti Millefiori:
- 300 gr di farina 00
- 200 gr di farina manitoba
- 15 gr di lievito di birra fresco
- 250 ml di acqua
- 50 gr di strutto
- 80 gr di zucchero
- 10 gr di sale
Inoltre:
- 30 gr di uva passa
- zucchero a velo
- 1 tuorlo e poco latte
Preparazione:
Mettete le farine dentro l’impastatrice, assieme allo strutto e lo zucchero. Versate pian piano l’acqua dove avrete fatto sciogliere il lievito di birra e impastate per qualche minuto. Appena il composto risulta abbastanza omogeneo, aggiungete poco alla volta il sale ed infine l’uva passa. Incordare per bene. Formate una palla spolverando poca farina sulla superficie. Ponetela in un ciotola di plastica con il fondo infarinato, con un coltello fate una croce sulla superficie, coprite con un panno bagnato e mettete a riposare dentro al forno spento con la lucina accesa fino al raddoppio (circa 3 ore).
Riprendete l’impasto. Staccate delle palline, arrotolate formando dei cilindri ed incrociate le treccine (cercate di farle tutte della stessa misura). Disponetele su una teglia coperta con carta da forno e fate lievitare ancora per circa 2 ore. Mescolate il tuorlo al latte e spennellate la superficie dei millefiori. Infornate in forno già caldo a 190° per circa 20/25 minuti (regolatevi con il vostro forno).
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Ciao,hanno un aspetto davvero invitante,sembra quasi di sentire il profumo da qui!!le proverò….ma lo strutto lo posso evitare?
grazie
Ciao. Grazie ^^ Puoi sostituire lo strutto con il burro, stessa dose
sono soddisfatta ho trovato le mi briosces siciliane riuscite benissimo complimenti
Fantastico Francesca, grazie a te ^^
mi fa ricordare quando ero bambinaaaa che buonaaaaa costava 500 lire e mangiavi di lusso ma ora me le faccio a casa grazieeeeeeeeeeeee
Si è vero, che nostalgia … a presto
Rossella che belle queste brioscine (termine italianizzato)! Ho visto ora il tuo articolo su un qualche gruppo di fb e, ammaliata dalla foto sono venuta a sbirciare… Complimenti per questo tuo angolino! A presto
Grazie mille Alessandra, sei benvenuta 😉
Ciao! Queste che hai preparato a Palermo si chiamano Treccine o Millefoglie! “Millefiori” su Google non dà alcuna ricetta tipica siciliana. Buona serata!
A Palermo si chiamano treccine, ad Alcamo, dove sono nata e cresciuta, si chiamano MILLEFIORI. Visto che sono di Alcamo, sarò più attendibile di google, non credi 😉
È vero, a Palermo sono treccine o millefoglie!
Si, probabilmente è una storpiatura di millefoglie, la parola millefiori 😉
Io non sono siciliana, ma non è forse possibile che si chiamassero millefiori perché ci voglia l’aroma di millefiori nell’impasto? Ho intenzione di provare la tua ricetta, grazie per averla condivisa
Può darsi Cristina 😉
Ciao Rossella bellissimeeeeeeeeeee grazie per questa ricetta! Ti faccio 2 domande.
Volendole fare più o meno grandi come le tue nelle foto, di quanti cm, più o meno, devono essere i cilindri di pasta?
Quante treccine ti sono venute con queste dosi?
Grazieeeeeeeeeee ciao Caterina
Ciao, circa 1,5 cm di diametro da far poi lievitare, ne vengono una decina 😘