Pita o pane arabo per kebab fatto in casa

Sono del parere che in cucina, come in tanti aspetti della vita, spesso le cose più semplici siano le migliori. E cosa c’è di più semplice dell’acqua e della farina? Il loro connubio, avvenuto forse nella notte dei tempi, ha dato come risultato un impasto che è da sempre alla base della tradizione culinaria di molti paesi. Evoluto ed arricchito nel corso dei secoli, ha assunto mille e più forme diverse. Una di queste è la pita (o “pitta”, come si direbbe in lingua tradizionale greca), un pane lievitato a base di farina di grano e dalla iconica forma rotonda. Cibo tradizionale ed ingrediente principale della tradizione gastronomica del Mediterraneo e del Medio Oriente, sta rivivendo oggi di una nuova popolarità grazie soprattutto ad una sempre maggiore curiosità ed attenzione verso tradizioni, ricette e culture estere (ma anche alla diffusione del Kebab!) e guadagnandosi, quindi, l’appellativo di panino mediterraneo per eccellenza.
La sua tipica forma “a palloncino” è dovuta essenzialmente alla cottura: a differenza del pane comune, infatti, la pita viene cotta in forno a temperature molto elevate (circa 370°C) che trasformano nel giro di pochissimi minuti l’acqua presente nell’impasto in vapore. In questo modo al suo interno risulterà gonfia e cava, perfetta per essere farcita in vari modi ed accompagnata da ottime salse come lo Tzatziki (trovi QUI la mia ricetta, pronta in 5 minuti!). Altra sua caratteristica distintiva è l’assenza della crosta croccante in superficie, il che rende il suo sapore delicato e lascia la consistenza morbida.

Se vuoi gustare un ottimo Kebab fatto in casa la mia ricetta della Pita è infallibile e molto semplice da preparare! E se vuoi stupire tutti, ti consiglio di riempire i tuoi panini con dell’ottima carne di tacchino porchettato!

Video ricetta del giorno

  • DifficoltàMolto facile
  • CostoMolto economico
  • Tempo di preparazione10 Minuti
  • Tempo di riposo2 Ore
  • Tempo di cottura5 Minuti
  • Porzioniper 12 pite
  • Metodo di cotturaForno
  • CucinaEsteuropea

Ingredienti

  • 750 gfarina Manitoba*
  • 7 glievito di birra secco
  • 350 mlacqua
  • 1 cucchiainozucchero
  • 12 gsale fino
  • 20 mlolio di semi

Preparazione della Pita:

  1. In una ciotola versa metà dell’acqua (dovrà essere tiepida), aggiungi il lievito e lo zucchero e con una forchetta mescola per far sciogliere il tutto. Aggiungi poco per volta la farina, poi la restante acqua, l’olio ed infine il sale.

  2. Spostati su un piano di lavoro e impasta fin quando non otterrai un panetto liscio ed elastico. Riponilo nella ciotola, coprilo e lascialo lievitare circa 2 ore, fino al raddoppio.

  3. Trascorso questo tempo porziona l’impasto in panetti da circa 100g l’uno e fanne delle palline. Lasciale riposare altri 30 minuti coperte da un canovaccio pulito.

  4. Con un mattarello schiaccia ora l’impasto fino ad ottenere dei dischi di circa 15 cm di diametro e mano mano che sono pronti impilali uno sull’altro, ben infarinati. Disponi 2 o 3 dischi, distanziati tra loro, su una teglia da forno spolverizzata di farina e cuoci in forno già ben caldo a 250°C per 5-6 minuti. Ed ecco la magia: dopo pochissimo si gonfieranno come palloncini! Fai attenzione soltanto che non si scuriscano in superficie e restino piuttosto pallidi.

  5. Ripeti questa operazione con tutti i dischi di impasto ed una volta terminato le Pite appena preparate sono subito pronte per essere tagliate e farcite, o arrotolate ed accompagnate da carne e verdure o, ancora, spezzettate e pucciate in qualche saporito intingolo.

Conservazione, variazioni, curiosità

* Ho utilizzato la farina Manitoba per rendere l’impasto più leggero, ma tu puoi utilizzare anche della normalissima farina 00.

Sono avanzate delle pite? Non preoccuparti, puoi conservarle per un paio di giorni riponendole in un sacchetto con chiusura ermetica oppure congelarle singole o a strati, separate da carta forno, in sacchetti per il freezer per massimo 2 mesi. Se invece vuoi prepararne la metà ti basterà semplicemente dimezzare le dosi degli ingredienti.

Puoi cuocere le pite sia nel forno che su una piastra rovente o, addirittura, direttamente sul fornello con l’unica differenza che nel forno si gonfieranno di più e manterranno il loro classico colore pallido ed un gusto delicato, mentre sulla piastra o sul fornello otterrai delle gustose parti “tostate”, come quelle di una piadina.

Le tue pite non si gonfiano? Solitamente il problema è la temperatura non abbastanza alta del forno o della piastra, quindi fai scaldare bene prima di cuocerle. Vedrai che il risultato poi sarà perfetto!

Ed ora un po’ di curiosità! Sapevi che…?

– l’etimologia della parola pita è la stessa da cui derivano anche le parole piada, pizza e pinsa. Ciò è dovuto al fatto che in dialetto ateniese la doppia SS è interscambiabile con la doppia TT.

– sembra che il nome pita derivi dalla lastra sulla quale veniva cotta. Alimentata con legna si arroventava e con l’uso diventava nera. Un metodo simile è utilizzato ancora oggi in India per cuocere alcuni tipi di pane tipici, come il Chapati o il Roti, su una piastra di ghisa chiamata “tawa“;

– a differenza del pane naan e del flatbread (trovi la mia ricetta QUI, pronta in soli 10 minuti!), che sono ottimi per arrotolare, guarnire o immergere, la pita è l’unica che può essere anche farcita;

– nella tradizione gastronomica greca il termine pita sta ad indicare una qualsiasi torta salata o dolce, come ad esempio la vasilopita o la spanakopita. Quest’ultima può essere presentata sia in teglia che come pratico finger food a forma di triangolino. Dai un’occhiata QUI per la ricetta!

– esistono in realtà due tipi di pita: la pita greca è piatta e morbida, come altre pite medio orientali, invece la pita che è diffusa nei paesi arabi in cottura si gonfia come un palloncino rimanendo vuota all’interno. Inoltre a Cipro la pita ha una consistenza più soffice, simile ad una focaccina, perché viene cotta in padelle di ghisa e non nei forni a legna;

– il termine pita viene usato metaforicamente per indicare lo stato di ebbrezza. Un ubriaco che si stente a terra dirà quindi: “sono pita!”

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