Mese 6: visto permanente in Brasile

Il visto permanente per vivere e/o lavorare in Brasile si chiama CRNM  – Carteira  de Registro Nacional  Migratório e dal novembre 2017 ha sostituito il registro RNE e la relativa CIE Carteira de Identidade Estrangeira.

L’entrata e la permanenza in Brasile sono regolare da una legge speciale la LEI 13.445/2017, legge che definisce la situazione giuridica dello straniero in Brasile.

Come si ottiene il visto permanente in Brasile ?

Io posso raccontarvi la mia esperienza, per informazioni più specifiche vi invito a visitare il sito QUI oppure quello del Governo brasiliano alla sezione “migração”.

Come sapete sono arrivata in Brasile il 1 agosto 2021 (trovate QUI il racconto del mio viaggio), ma la mia richiesta di visto permanente ha avuto inizio in maggio quando ho aperto la mia società brasiliana obbligatoriamente con un socio brasiliano.

In Brasile uno straniero NON può aprire una società o intestarsi un conto bancario se non ha un brasiliano a cui appoggiarsi come membro societario.
Potrà farlo solo dopo aver ottenuto il CRNM.

La mia casistica rientra nel : visto permanente in Brasile in base a investimento produttivo (RN nº. 13, de 12 de dezembro de 2017), che viene rilasciato dal ministero del lavoro brasiliano (MTE).

L’importo dell’investimento deve giungere in Brasile attraverso un trasferimento bancario dal conto del richiedente e deve essere legalmente tracciato.

Inoltre deve essere presentato un piano di investimento che preveda anche l’assunzione di personale brasiliano, di almeno 2 dipendenti.

Siccome la procedura è piuttosto complessa, il consiglio è quello di affidarsi ad un professionista, come ho fatto io e, con l’aiuto di Danna, una sorta di “commercialista/avvocato”, ho raccolto la documentazione richiesta:

  • Dati personali (compreso nome della madre e del padre) e indicazione dell’ultima professione svolta
  • CPF (il pari del nostro codice fiscale, si ottiene piuttosto facilmente, leggete QUI) e passaporto
  • denuncia dei redditi o simile
  • ultima busta paga o simile
  • attestato di residenza in Italia
  • curriculum vitae

Una volta arrivata in Brasile, con enormi difficoltà, ho aperto un conto corrente intestato al mio socio brasiliano presso il Banco do Brasil, dove é stato fatto il bonifico bancario dall’Italia.

Ho impiegato 1 mese e mezzo per aprire il conto corrente perché nessuno sapeva come comportarsi con uno straniero per poi semplicemente comprendere che l’unica soluzione é quella di intestare il conto corrente al brasiliano che deve essere realmente un socio e non un prestanome, perché i controlli sono serrati sia sulla produttività della società che sulla reale conoscenza tra investitore straniero e intestatario del conto.

La banca mi ha infatti richiesto, oltre all’atto societario, al CNPJ (la nostra partita IVA), anche un bilancio della società e la motivazione per cui trasferivo il denaro che ho potuto gestire solo 10 giorni dopo il suo accredito.

Per avere la carta di credito/debito (qui bancomat e carta di credito sono la stessa carta) ho atteso un altro mese.

Questo accadeva a fine settembre, da allora sono rimasta in attesa di una risposta della Ministero del Lavoro brasiliano circa l’esito del mio visto, dopo aver pagato 3000 Reais per attivare la procedura (il costo totale si aggira intorno ai 10000 Reais e può procedere solo se il primo esito risulta positivo).

Ad ottobre mi hanno comunicato che mancavano due documenti importanti, ma che non risultavano nella prima lista:

  • Atto di nascita – per i brasiliani è molto importante certificare il nome del padre e della madre del richiedente
  • fedina penale pulita degli ultimi 3 anni

Fortunatamente i miei genitori, a casa, in Italia, sono stati in grado di aiutarmi a reperire i documenti richiesti – seppur con difficoltà nel prendere appuntamento con la Prefettura, ma si sa che la burocrazia italiana e piuttosto farraginosa.

Il 31 ottobre scadevano i miei 90 giorni

Un italiano, per turismo, può stare in Brasile fino ad un massimo di 90 giorni, una volta scaduti, occorre recarsi alla Polizia Federale, in aeroporto, e chiedere una proroga che solitamente viene concessa per altri 60 giorni con il pagamento di una multa stabilita in base a quanti giorni si è stati clandestini.

Consiglio : se sapete già di dovervi fermare in Brasile per più di 90 giorni, recatevi qualche giorno prima della scadenza alla Polizia Federale.

Giunta a dicembre, dopo bene 7 mesi, ancora non avevo notizie del mio Visto.

Sono perciò andata nuovamente alla Polizia Federale per non rischiare di essere fuori legge, spiegando la mia situazione – con il mio portoghese rudimentale – e lì ho appreso che la mia richiesta di visto era stata respinta.

La causa:

“os documentos não estão apostilados. O extrato de nascita e o casellario giudiziale e penale.
Vai ser necessário você pedir para alguém fazer o apostilamento de Haia que é um passo importante para que seus documentos tenham validade no exterior. 

No Brasil, para apostilar documentos basta ir em um cartório autorizado. Já na Itália, o apostilamento é feito na prefettura que abrange o comune que emitiu o documento.”


Ovvero l’atto di nascita e la fedina penale devono essere apostillati procedura che qui in Brasile si fa andando al Cartório, ma in Italia ??

L’estratto di nascita, rilasciato dal comune, deve ricevere l’apostille dell’Haye dall’Ufficio Territoriale del Governo (ex-Prefettura) competente.
Il certificato penale deve ricevere l’Apostille dell’Haye dalla Procura della Repubblica che l’ha prodotto.

Il 1 gennaio scadevano i miei ulteriori 60 giorni

Altra visita alla Polizia Federale che in via del tutto eccezionale mi ha concesso altri 60 giorni per regolarizzare la mia permanenza in attesa di riattivare la procedura di richiesta di visto permanente dopo aver ottenuto l’ “apostillamento“ richiesto.

Se non sarò in grado di ottenere il CRNM entro il 5 marzo sarò costretta a uscire dal paese.

Alternativa?
Pagare una multa di 25 Reais per ogni giorno di clandestinità con il rischio di essere espulsa e di non potere più rientrare.

Soluzione migliore: uscire dal Brasile e poi ritornare, poiché non viene richiesto, come accadeva invece in passato, un minimo di mesi in cui occorre restare fuori dal paese.


Ma come é andato il mese 6 a Coroa Vermelha?

Archiviate le feste natalizie subito dopo il Capodanno (in Brasile non si festeggia l’Epifania), siamo tornati ai ritmi quotidiani sia in pousada che con gli appuntamenti del blog.

Il 10 gennaio ha esordito la nuova rubrica “Giro del Brasile in 20 piatti”, nata proprio dalla mia attuale esperienza brasiliana, con gli appuntamenti mensili di ViaggiandoMangiando on air, dedicati a questa breve rubrica che si è giá conclusa il 29 gennaio:

Appuntamento anche con una diretta dalla spiaggia di Coroa Vermelha

Con il racconto del classico menù brasiliano che trovate sulla spiaggia.
Potete recuperare il video QUI.


In pousada la mia prima esperienza culinaria dedicata ai clienti, con una cena italiana bordo piscina, per cui ho preparato: bruschette di pomodoro, spaghetti alla carbonara e alla amatriciana, un dolce simile al tiramisù in versione frutta.

E una “aula culinaria italiana ”

ovvero un’ora di lezione di cucina italiana (in portoghese 😅) per una simpatica ragazzina brasiliana.

Aula culinaria italiana

Nuovo cambio della guardia, Stefano é rientrato in Italia dopo tre mesi (per lavoro) e mio padre é tornato qui dopo lo stesso tempo.

Con lui sono arrivati anche i documenti apostillati per il visto permanente in Brasile.

Unica novità sulla documentazione necessaria per venire in Brasile: la necessità di avere un vaccino per non dover essere costretti a fare 10 giorni di quarantena (non è stata una scelta del Brasile, ma un’imposizione a livello mondiale).

Per rientrare in Italia nessun cambiamento a parte le nuove normative italiane relative al Super Green Pass che tutti voi conoscete meglio di me (io qui mi sono volutamente isolata rispetto alle notizie che arrivano dall’Italia).

Prima della sua partenza, il 13 gennaio, io e Stefano abbiamo provato diversi nuovi ristoranti, e alcuni altri già conosciuti, e abbiamo fatto la scoperta di nuovi piatti che ci hanno davvero sorpreso come: i caldos (zuppe) e il torresmo, di cui ho già scritto la ricetta sul blog.

Ci siamo concessi anche una cena elegante e al ristorante Aldega dos Lordes all’interno del bell’albergo Solar do Emperador vicino all’aeroporto, con grande attenzione finalmente alla presentazione dei piatti e una location veramente suggestiva, peccato per il servizio che rientrando nella media brasiliana, è piuttosto scadente.

Mio padre é arrivato il 19 gennaio

Quando era stato qui nei primi mesi, eravamo stati a Santo André, per il mio compleanno, questa volta ho voluto portarlo ad Arraial d’Ajuda dove abbiamo dormito una notte presso la pousada Catamarã

Arraial d’Ajuda si raggiunge attraverso la balsa da Porto Seguro, giá altre volte ve ne ho parlato (vedi QUI),e la sua bellezza sta soprattutto nella notte.

Rua do Mucugé si anima e si accende di luci, quelle di bar, locali alla moda, ristorantesi di tutti i tipi, che tanto la fanno assomigliare ad una delle vie trafficate delle nostre capitali europee.

Il 23 gennaio, purtroppo accompagnati dalla pioggia, abbiamo prima pranzato all’ormai mia tappa fissa di Arraial d’Ajuda: Manguti e poi cenato al ristorante “Morocha Gourmet” locale noto anche per la musica jazz, in perfetto american style, ma con un menù brasiliano arricchito solo dagli hamburger.
Per noi: picanha!

Morocha gourmet Arraial d’Ajuda

Domani si apre il mese del Carnevale, l’appuntamento più atteso per ogni brasiliano !

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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.