Le tradizioni del Natale nel mondo

Forse non ci abbiamo mai pensato, ma il Natale è una delle poche ricorrenze che si festeggia in ogni parte del mondo, anche se con usi e tradizioni molto diverse. Non sempre il significato della festa è quello legato alla religione e alla natività di Gesù, sicuramente però il cibo e la tavola è uno degli elementi che accomuna le diverse usanze, perchè ritrovarsi in famiglia attorno ad una tavola imbandita è sempre sinonimo di festa!

Iniziando dall’oriente (dove forse non ci si aspetterebbe che il Natale sia così sentito) troviamo le Filippine, dove amano così tanto questa festa da iniziare a preparare canti e decorazioni già da settembre; qui la sera della Noche Buena si prepara il lechon, maiale arrostito per intero, infilato su uno spiedo e fatto ruotare lentamente sopra braci ardenti, oppure dopo la santa messa, si mangia il prosciutto e il queso de bolla (letteralmente “formaggio a palla”, nome dovuto alla sua particolare forma). Il dessert più diffuso è il leche flan, una sorta di crème caramel, cotto a vapore sui fornelli o a bagnomaria in forno, oppure i polvorones, una sorta di biscotti molto friabili a base di farina di mandorle che si preparano semplicemente pressando l’impasto in appositi stampi per poi incartarli in una carta colorata come caramelle.

Anche in Spagna i dolcetti di Natale più diffusi sono i polvorones, ma qui vengono preparati in una versione cotta in forno più simile alla nostra sbrisolona.

In Russia tutte le pietanze e la preparazione della tavola hanno un significato simbolico: la cena della vigilia, conosciuta come sochevnik è composta da dodici piatti, uno per ogni apostolo, tutti rigorosamente non a base di carne. Si usa una tovaglia bianca, che dovrebbe ricordare i vestiti del piccolo Gesù, e una candela dello stesso colore, che raffigura Cristo come luce del mondo. Le famiglie ortodosse più rigide evitano anche il pesce, l’olio vegetale e l’alcol. La prima portata è un budino chiamato kutya a base di cereali addolciti dal miele, servito in un recipiente comune per richiamare l’idea di unione. L’usanza è quella di gettarne un cucchiaio al soffitto: se si attacca, si prevede un abbondante raccolto di miele. Tra i piatti di pesce il più apprezzato è il kulebyaka, salmone preparato con uova, aneto e riso e anche il pane è molto particolare, chiamato pagach è farcito con patate o cavoli e immerso nel miele e nell’aglio grattugiato. Si chiude il pasto con i pryaniki (pan di zenzero) o i kolyadki (biscotti ripieni di formaggio e farina di segale).

In Polonia, la sera di Natale, bisogna aspettare che in cielo brilli la prima stella per iniziare i festeggiamenti, e quando l’astro tanto atteso compare, tutti si mettono a tavola. Per tradizione si mettono delle spighe di grano sotto la tovaglia e si apparecchia almeno un posto in più per l’arrivo di qualche ospite improvviso. Anche qui, come in Russia, il menù è composto di dodici portate e la carne è bandita. Il tutto si apre con una zuppa di barbabietola chiamata barszcz o borscht rosso, arricchita, nella variante natalizia, dall’aggiunta degli uszka, piccoli gnocchi con porcini secchi e cipolla fritta. Vi sono, poi, i pierogi (simili a dei ravioli) farciti con cavoli o crauti, gli involtini di cavolo e i dessert kutia e piernik, simili a pan di zenzero con conserve alle prugne oppure il makowiec, dolce ripieno di una crema a base di semi di papavero.

In Finlandia, patria di Babbo Natale, il pesce è protagonista assoluto: anzitutto il salmone, affumicato o marinato nella ricetta del gravlax, condito con zucchero e sale e servito crudo, molto apprezzato però anche il lutefisk (baccalà essiccato), le aringhe in salamoia e le uova di pesce. Tra le carni molto diffuso è il prosciutto, cotto lentamente e abbinato a una mostarda di frutta. Tra i dolci troviamo i piparkakut (biscotti di panpepato),i joulutorttu (pasticcini alla marmellata di prugne), spesso accompagnati da un bicchiere di glögi (una sorta di vin brûlé).

Nel Regno Unito sulla tavola vengono utilizzati come segnaposto i Christmas Cracker, cioè una specie di grossa caramella avvolta in carta decorata con una piccola etichetta recante il nome del commensale, non si tratta di una cosa da mangiare però, per tradizione i pacchetti vengono tirati alle due estremità da due persone, quando il pacchetto si rompe ne fuoriescono alcuni regalini che rimangono a chi ha tenuto in mano il pezzo di carta più grosso. Il menù ricorda molto quello del giorno del ringraziamento statunitense, con tacchino ripieno con salsa di mirtilli e verdure, e il famoso dolce di Natale inglese, il Christmas pudding. Per Babbo Natale si preparano anche le mince pie, tortine ripiene di frutta che, secondo la tradizione popolare sono il suo cibo preferito.

In Australia, dato il clima caldo del periodo natalizio, si festeggia in spiaggia, con grossi falò e musiche allegre; si preparano delle grosse grigliate di tacchino ripieno, oca arrosto, prosciutto e maiale e si conclude con il pudding, il dolce di Natale inglese. Anche qui è Babbo Natale che porta i regali, non arriva però con la classica slitta trainata dalle renne, bensì con il tradizionale costume rosso giunge sulla spiaggia in barca a vela, e qualche volta addirittura in surf! La sera della vigilia si festeggia la nascita di Gesù con un rinfrescante bagno di mezzanotte.

In Nigeria le ragazze vanno di casa in casa danzando, e invitando tutti a festeggiare l’arrivo del Natale. La mattina della vigilia i bambini vanno a raccogliere fiori bianchi che crescono su cespugli rampicanti spinosi, è un operazione molto difficile, perchè rischiano di pungersi, ma se sono bravi e ne portano a casa molti vengono premiati con qualcosa di buono; questi fiori vengono poi utilizzati per addobbare un ramo di palma come fosse un albero di Natale. Per il menù, in tavola si porta il riso saltato in padella con carne, pollo o gamberi e una miscela di verdure, oppure il party jollof, ricco di pomodori, peperoni e spezie, o ancora quello al cocco o fritto all’uovo. E poi, gli involtini primavera, lo stufato di pomodoro, le torte di carne. Si preparano anche diverse minestre tra cui la zuppa di pepe con carne di capra e quella di patate dolci e pesce. Per dessert, la più diffusa è una torta al burro oppure della frutta. Qui la particolarità è che a Natale si lascia la porta aperta per amici e conoscenti, e chiunque può unirsi alla famiglia per la cena.

In Messico i festeggiamenti iniziano con la Posada, la processione natalizia nella quale si mette in scena la natività di Gesù, e proseguono con la rottura della piñata, il classico gioco dove una sorta di contenitore di carta pesta, modellato secondo le figure più fantasiose, viene colpito con un bastone per riuscire a romperlo e farne cadere una pioggia di dolci, frutta e piccoli giochi. Sulla tavola di Natale tra insalate di lattuga e barbabietole, noci pecan, arachidi, carote e semi di arancia, ananas e melograno, si può trovare una grande varietà di cibi, con una combinazione di colori che è una delizia per gli occhi prima ancora che per il palato: tamales (involtini preparati con un impasto a base di mais ripieno di carne, verdure, frutta o altri ingredienti), bacalao (merluzzo), zuppa di maiale o pollo con polenta chiamata pozole, e il pavo (tacchino). Il dessert include il rosca de reyes (pane dolce) e i buñuelos (frittelle croccanti), che si gustano esprimendo un desiderio, seguito dalla rottura del piatto sul pavimento. Il tutto è annaffiato da una tazza bollente di ponche Navideño, bevanda di tejocotes (biancospino messicano), guaiave, mele e altri frutti, condita da cannella, piloncillo (zucchero di canna) e, per chi vuole, da un po’ di alcol.

In Danimarca si prepara un dolce di riso alle mandorle, nel quale per tradizione si nasconde una mandorla intera: chi la trova ha diritto ad un regalo in più!

In Francia nel camino viene bruciato un gran tronco e i bambini mettono qui le loro scarpe, dentro le quali Babbo Natale lascerà i suoi doni, poi si festeggia mangiando la buche de Noël, Il tradizionale dolce a forma di tronco d’albero.

In Olanda Sinter Klaas (Babbo Natale), arriva via mare a bordo di un grande veliero, per distribuire i doni ai bambini, ma si dice che per quelli che non sono stati buoni la punizione è andare con lui in Spagna per un anno a lavorare come aiutante. In famiglia si festeggia cantando e giocando, e si mangiano frittelle di mele e uvette, dolcetti e focaccine a forma di personaggi o animali.

In Grecia si preparano dei dolcetti al miele e mandorle e tanti altri tipi di dolci che, secondo la tradizione dovrebbero tenere lontani i Kallikantzaroi, degli spiritelli che vivono sotto terra cercando di estirpare le radici dell’immenso albero che sostiene la terra, quando sembra che ci siano quasi riusciti, nasce Cristo, l’albero ricresce e gli spiriti tornano da dove sono venuti.