Zuppa di formaggio e pomodoro dei pescatori saccensi

Una cosa che amo particolarmente in cucina è scoprire ricette tradizionali un po’ meno conosciute e cimentarmi nella loro preparazione 🙂 . Quella che propongo oggi, per esempio, è un’antica ricetta siciliana originaria della città di Sciacca, in provincia di Agrigento: la zuppa di formaggio e pomodoro dei pescatori saccensi, detta Ncancarancà, una zuppa nutriente e ricca di sapore e che è stata per me una piacevolissima scoperta

zuppa dei pescatori saccensi, 'ncancarancà

Zuppa di formaggio saccense (‘Ncancarancà)

Ingredienti per quattro persone

  • provola fresca o caciocavallo fresco, 600 grammi 
  • cipolle ramate, due medie
  • passata di pomodoro, 400 grammi 
  • acqua, 200 ml
  • prezzemolo, un ciuffetto di foglie
  • olio extravergine d’oliva q.b. (circa  tre cucchiai)
  • pepe nero (o peperoncino) q.b.
  • sale q.b.
  • pane casereccio abbrustolito

Preparazione 

Tagliare il formaggio a filetti e lasciarlo riposare fuori dal frigorifero.

Sbucciare le cipolle, affettarle finemente e farle soffriggere dolcemente in un tegame con un po’ d’olio.

Aggiungere la passata di pomodoro, il prezzemolo tritato e un pizzico di sale. Versare circa 200 ml d’acqua nella bottiglia della passata, agitare bene e versare nel tegame.

Aggiungere anche il formaggio e far cuocere a fuoco molto basso, mescolando spesso.

Proseguire la cottura fino a quando il formaggio si sarà perfettamente amalgamato al pomodoro e avrà raggiunto la giusta consistenza: a questo punto la zuppa di formaggio sarà pronta.

Ora non ci resta che dare l’ultimo tocco con del pepe nero macinato sul momento o del peperoncino, a seconda delle preferenze, e servire la nostra deliziosa zuppa di formaggio accompagnata da fette di pane casareccio tostate 🙂 .

NOTA

La spiegazione del curioso nome dialettale la troviamo nella vita quotidiana dei pescatori saccensi che, quando il tempo era cattivo, non potevano uscire in mare per la pesca e sopperivano alla mancanza del pesce preparando questa gustosa zuppa. ‘Ncancarancà deriva infatti dal verbo ‘ncancarari che significa mettere i cardini: “non possiamo lavorare, allora per oggi mettiamo un punto fermo, per il pranzo risolviamo così e non ci pensiamo più”, il senso dell’espressione è più o meno questo. Le notizie sull’origine del piatto e del suo nome sono liberamente tratte dal libro di Pino Correnti “Il libro d’oro della cucina e dei vini di Sicilia (1976).

Se questa ricetta ti è piaciuta, seguimi anche sulla mia pagina Facebook 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.