Bamje me mish te grire (Albania)

L’Albania è purtroppo troppo spesso solo associata all’esodo di profughi in fuga dalla dittatura a partire dal 1991, considerato per lo più, da molti italiani, come una sorta di invasione. Negli anni gli albanesi si sono poi facilmente integrati e oggi, che l’Albania è un paese in forte ascesa economica, a contrario dell’Italia, si sta assistendo ad un contro – esodo massiccio, soprattutto di giovani che tornano in patria dove hanno, ora, le stesse possibilità lavorative che trovarono in Italia, i loro genitori, negli anni ’90. Perciò mi piacerebbe andare in Albania, soprattutto a Tirana, per rendermi conto di come era l’Italia, e gli italiani, vent’anni fa.

Vorrei tanto poter veder la mia Patria con gli stessi occhi di un albanese, perché ognuno di loro la ama con una tale dedizione e una tale passione che nemmeno un italiano sarebbe mai stato in grado di dimostrare. Per loro era la Terra Promessa, il luogo dei sogni. Mentre per noi probabilmente non lo è mai stata.

Un altro dei motivi per cui vorrei visitare l’Albania, è per la sua cucina.
I suoi piatti tipici riflettono una varietà di influenze dei paesi vicini e di coloro che l’hanno invasa. La Turchia, la Grecia, l’Italia e i vicini paesi balcanici hanno sicuramente tutti lasciato la loro impronta sulla cucina albanese.

La cucina albanese è caratterizzata dalla semplicità, ma anche dal gusto ricco e saporito e dalla genuinità degli ingredienti. Verdure di stagione, pomodori, peperoni, zucchine, melanzane, cipolle, cavoli, broccoli, barbabietole e l’immancabile cetriolo; servite da contorno oppure utilizzate in cottura insieme a carne e pesce, oppure ancora ripiene e cotte al forno.

Un amico albanese regalò a mio padre una piantina sconosciuta e quando crebbe scoprii che si trattava del okra. L’origine di questa pianta è africana, la tratta degli schiavi l’ha diffusa poi anche nelle Americhe. In Brasile si chiama quiabo, in Egitto invece bamiya, da noi viene chiamata okra, ocra, gommo o gombo, ma è praticamente sconosciuta.  Si tratta di un ortaggio dall’aspetto simile a un peperoncino lungo e verde, ma dal gusto dolce e morbido.
Così mi sono documentata sugli usi e le ricette, trovandone davvero molte. Tra queste ho scelto: Bamje me mish te grire, ovvero okra con carne macinata.

  • DifficoltàMolto facile
  • CostoEconomico
  • Tempo di preparazione5 Minuti
  • Tempo di riposo30 Minuti
  • Tempo di cottura20 Minuti
  • Porzioni6 persone
  • Metodo di cotturaFornello
  • CucinaAlbanese

Ingredienti

  • 500 gcarne macinata
  • 500 gokra
  • 1limone
  • 1cipolla
  • 600 gpomodori
  • 2 cucchiaiorigano
  • 2 cucchiaiacqua
  • q.b.sale e pepe
  • q.b.olio di oliva

Preparazione

  1. Lavare e tagliare le estremità dei okra e lasciare in ammollo in acqua con il limone per 30 minuti.

    Scaldare 4-5 cucchiai di olio di oliva in una padella e unite l’okra, fatela rosolare bene.

    In un’altra pentola mettere a coperchio chiuso e a fiamma moderata la carne macinata, la cipolla tritata grossolanamente e l’olio e fare andare per circa 15-20 minuti, a questo punto unire la purea di pomodoro e l’acqua e infine l’okra e l’origano. Salare e pepare a vostro piacimento.

    Cuocerte per pochi minuti col coperchio chiuso, cercando di girare in maniera delicata per non rovinare la forma dell’okra.

Come pulire l’ocra e altre curiosità

Dato che, come detto, l’okra ha una consistenza interna un poco gelatinosa, si deve evitare che il liquido esca dai pori dell’ortaggio. Per fare ciò è sufficiente immergerla in una ciotolina con acqua fresca e aceto di mele, oppure qualche goccia di limone.

Per pulire l’okra bisogna sciacquarla accuratamente sotto acqua corrente e, se necessario, spazzolare via con una spugnetta pulita la peluria che si forma su questa verdura quando va avanti con la maturazione.

Dopodiché, basta spuntarne il picciolo e l’ortaggio è già, di per sé, pronto per essere mangiato a crudo o cucinato.

L’okra è protagonista di una ricetta tipica della cucina Cajun, della Louisiana, chiamata Gumbo, in cui sapori francesi e speziati si incontrano in una zuppa saporita a base di gamberi, salsiccia e, ovviamente, ocra . Trovate la ricetta del Gumbo all’interno del libro “In cibo veritas, speciale cucina creativa e etnica” nello shop.

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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.

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