Cucuzza ghiacciata, antica ricetta palermitana

La cucuzza ghiacciata è per i palermitani l’antesignana del gelato. In tempi antichi quando non esistevano le gelaterie e non c’erano ancora i frigoriferi, la cucuzza “agghiacciata”, venduta per strada nelle bancarelle dai cucuzzari serviva a ristorare il corpo e la mente nelle torride giornate estive.
Eh già perché mentre i nobili, per sfuggire all’afa, si rifugiavano nelle loro ville nella piana dei Colli, ai palermitani non restava che dormire sul pavimento e dissetarsi con la cucuzza ghiacciata.
Gli anziani ricorderanno i cucuzzari che con i loro banchetti si potevano trovare in tutti gli angoli del centro storico di Palermo.
Un lavoro che si è tramandato per più di cento anni da padre in figlio arrivando ai giorni nostri. Oggi l’unico che stoicamente continua questa professione è il Sig. Franco,  ultimo cucuzzaro che si muove con la sua moto ape sgangherata per tutto il quartiere dell’Albergheria dal pomeriggio e fino a tarda sera.

Ma di cosa si tratta, direte voi? Vi spiego che intanto viene utilizzata la cucuzza quella lunga dei tenerumi detta anche cucuzza serpente, bollita e poi raffreddata in acqua fredda. Tolta la buccia viene poi sistemata in una cassetta di plastica e ricoperta di ghiaccio. Viene servita sulla carta oleata per alimenti al costo 1 euro a “coppo” con una bella spremuta di limone e una manciata sale. Però la spremuta di limone è una chicca abbastanza recente.
Anche la cucuzza ghiacciata può essere considerata come street food visto che si può tranquillamente passeggiare con il coppo in mano e ammirare le bellezze del centro storico al tramonto.