Crispelle calabresi dolci e salate ora anche farcite con gusti misti, una bontà divina che si prepara solo con acqua e farina, pasta cresciuta, pasta lievitata, con poco lievito di birra fresco, per una lievitazione di qualche ora, in modo da preparare in modo semplice e veloce una delle bontà più incredibili della cucina calabrese, tanto da diventare uno dei piatti delle feste per eccellenza, si inizia infatti a prepararli in occasione della commemorazione dei defunti, per continuare a San Martino, a all’Immacolata e poi durante tutto il periodo delle feste Natalizie, e anche la Vigilia di Natale si gustano tra i tanti fritti presenti sulle tavole calabresi, una delle tante pietanze previste dalla trdizione, che ne vuole almeno 13 sulla tavola della Vigilia. Le crispelle, o grispelle, crispedde, sono per me un qualcosa di veramente speciale, mi ricordano le sere d’inverno, quando fa buio prensto, e tutta la famiglia era riunita al braciere, non mancava nessuno, i nonni materni, i miei genitori, tutti i miei fratelli, compresa me eravamo 6, con gli adulti ben in 10, tutti riuniti nella piccola cucina all’ingresso, e mamma e nonna si tutte indaffarate vicino alla cucina, chi dava forma alle crispelle, chi le girava sul fuoco, e appena erano pronte noi a turno le andavamo a prendere e le mangiavamo calde calde, che bei tempi, quanto mi manca tutto questo. I più golosi, io e mio fratello piccolo tenevamo a portata i mano lo zucchero in un piatto, e mentre gli altri le mangiavano salate le crispelle, noi le passavamo nello zucchero, e le mangiavamo così dolci, altre volte invece nonna ci metteva in un piattino anche del miel ecotto di fichi, quello buono che facciamo ancora oggi in casa, per glassare i turdilli, altro dolce tipico di Natale, ed era una tale magia, troppo, troppo buone. Mia nonna e mia mamma impastavano a mano, un impasto piuttosto morbido, io col tempo ho perfezionato la ricetta, anzichè impastare a mano preferisco usare un cucchiaio, così in poco tempo, e con pochissima fatica riesco a preparare delle crispelle favolose, morbidissime, leggere e non unte, con una parte esterna croccante e con un gusto veramente speciale. Ogni volta che le preparo rivivo quella magica atmosfera della grande famiglia attorno al fuoco, e sono felice di avere questi piacevoli ricordi legati ad un piatto, spero che possiate anche voi crearvi dei ricordi così speciali pronprio mentre rifate questastraordinaria ricetta, le crispelle, a forma di ciambella allungate, o a pallina, con o senza ripieno, dolci o salate.
- DifficoltàMolto facile
- CostoMolto economico
- Tempo di preparazione20 Minuti
- Tempo di riposo3 Minuti
- Tempo di cottura5 Minuti
- Porzioni16 pezzi
- Metodo di cotturaFornello
- CucinaItaliana
Ingredienti crispelle calabresi dolci e salate
Crispelli calabresi
Strumenti
Passaggi Crispelle calabresi dolci e salate con ripieno aòlici ‘nduja e olive
Crispelle preparazione
1. Iniziamo a sciogliere il lievito nell’acqua leggermente tiepida in una ciotola grande.
2. Aggiungiamo poca per volta la farina, mentre mescoliamo l’impasto con un cucchiaio. Non usiamo tutta la farina, così lo lavoriamo poco per volta, più facilmente, a renderlo bello elastico. Aggiungiamo i lsale quando l’impasto è ancora bello morbido e continuiamo a mescolare. Se facciamo delle pause e poi riprendiamo a lavorare è meglio, così verrà un impasto perfetto. Lavoriamo bene l’impasto con il cucchiaio, allungando l’impasto sopra la ciotola. Una volta inglobata tutta la farina lasciamo riposare l’impasto per circa 3-4 ore, al caldo, in un ambiente umido, io lo metto nel fornetto con una tazza di acqua calda, e magari la scaldo a metà lievitazione, in modo da lasciare la temperatura più o meno costante.
3. Quando l’impasto sarà lievitato, inizierà a formare delle bollicine in superficie, andremo a friggere le nostre crispelle dolci o salate. Mettiamo abbondante olio in una padella dai bordi alti. Scaldiamo bene l’olio, almeno a 180°C. Mettiamo un po’ di olio nella ciotola dell’impasto, o anche a parte, e ci ungiamo le mani di olio, preleviamo un pezzo di impasto, lo buchiamo al centro e allarghiamo a formare una ciambella, la caliamo nell’olio caldo, vedrete tante bollicine formarsi tutto attorno, segno che l’olio è a temperatura. Prepariamo con le mani unte di olio altre due crispelle, non di più. Le facciamo dorare nell’olio caldo da entrambi i lati.
4. Quando le crispelle sono dorate e gonfie, le preleviam odall’olio e le asciughiamo su carta.
Crispelle dolci con zucchero o miele
5. Per una versione dolce delle crispelle, adesso basterà passarle nello zucchero semolato, o se volete anche nel miele, o miele cotto di fichi.
6. Proseguiamo fino a completare l’impasto, e teniamo sotto controllo la temperatura dell’olio, se diventa troppo caldo, se le crispelle diventano subito dorate, abbassiamo la fiamma.
7. Per preparare le crispelle farcite, basterà prendere un pezzo di impasto ocn le mani unte, allragarlo, e metttere all’interno il ripieno desiderato, olive, ‘nduja o acciughe, ma ottime anche con ricotta o altri ripieni. Chiudiamo in modo da lasciare il ripieno all’interno, soprattutto nel caso di alici e ‘nduja, per le olive non è necessario. Caliamo nell’olio caldo e come prima lasciamo dorare piano piano, in modo da cuocerle bene all’interno. Asciughiamo su carta quando sono dorate.
8. Per la ricetta possiam ousare farina 00 o 0, nel caso di farina 0 vi consiglio una lievitazione di 4 ore almeno, ma occhio sempre al vostro impasto, non deve superare il punto di lievitazione, come tutti i lievitati. Quando è pronto, raddoppiato di volume, e con le bollicine in superficie, possiamo procedere a friggere, senza aspettare oltre.
9. Le crispelle sono ottime da sole, senza farcitura, con un bicchiere di vino, o per accompagnare salumi nostrani, buonissime farcite, senza bisogno di altro, e dolci, che ve lo dico a fare, paradisiache.
10. Un consiglio, cercate di prepararle al momento di mettersi a tavola, sono stepitose appena fatte, esi mangiano propri oappena uscite dalla padella, proprio come si faceva a casa mia, quando era la nonna a prepararle con la mia mamma.
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