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L’Angel cake è di una leggerezza e sofficità unica. L’ho mangiato per la prima volta in America e me ne sono innamorata subito! 😀

Angelcake aperto

Ricetta di Luca Montersino

Ingredienti:

360 gr. di albume (corrispondono a circa 11 uova medio piccole)
200 gr. di zucchero semolato
5 gr. di cremor tartaro (si trova o in farmacia o nei grandi supermercati)
150 gr. di farina povera
150 gr. di zucchero semolato
10 gr. di amaretto
2 gr. di scorza di limone
2 gr. di sale
1 bacca di vaniglia (a piacere)

Ovviamente si può usare un liquore a piacere o magari anche le essenze al posto della buccia di limone e della bacca di vaniglia.

Montare a neve ferma gli albumi con il primo zucchero. (Montersino consiglia di scaldare le chiare con lo zucchero a 35/40 gradi per far inglobare più aria, io lo faccio al micronde e vengono benissimo, ma mai usare le chiare appena uscite dal frigo).

montata di albumi

Contemporaneamente si setacciano e si mescolano assieme tutte le polveri in una ciotola. Aggiungere i semi della bacca di vaniglia e mescolate bene.

A questo punto incorporare le polveri delicatamente alla montata degli albumi in 3 tempi e mescolare dall’alto verso il basso.

Aggiungere il liquore.

Versare l’impasto in una tortiera non imburrata (meglio se antiaderente a ciambella e alta di bordi) e mettere nel forno a 170°C per 30/35 minuti. Io uso posizione dolce.

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Fate raffreddare il dolce, ancora dentro lo stampo, in posizione capovolta (io lo capovolgo facendo appoggiare la parte centrale dello stampo su una tazza alta e stretta).

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Una volta freddo,  farcire il dolce a piacere o mangiarlo al naturale con una spolverata di zucchero a velo sopra.

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Con questa ricetta partecipo alla raccolta “la ricetta che devi provare” di Alessia perchè è un dolce soffice delicato e si presta bene anche ad essere farcito e decorato e poi perchè è il mio preferito!!!!!

 

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20 Comments on Angel cake

    • Grazie Martina, era un mio post già pubblicato su GZ, l’ho solo copiato qui per movimentare il blog.
      Però è vero questo dolce è divinooooo

    • Grazie Paola, l’avevo mangiata in America 5 anni fa e da quando sono tornata non ho fatto altro cercare ricette in giro per rifarla.
      Dopo aver buttato non so quante chiare, alla fine ho trovato questa. PERFETTA!!!
      Montersino è un mito!!!!

    • L’ho fatto anche oggi, avevo parecchie chiare nel frigo e quindi con 5 minuti l’ho preparato. E’ stato letteralmente divorato. Provalo e mi dirai quanto è buono e leggero! Devi fare solo attenzione alle dosi. Devono essere precise. Ciao carissima a presto

    • In questi giorni ne ho fatte una decina aromatizzate alla vaniglia arancio limone cannella e sono finite in un attimo.
      Se vedi la torta con le apette http://blog.giallozafferano.it/unatappaincucina/?p=1484 l’ho anche farcita e decorata e non si è mossa di un millimetro.
      Provala e fammi sapere! Ah se vuoi una dritta, per avere gli albumi ho trovato al supermercato il brick da un litro degli albumi pastorizzati. Si montano una favola!

    • La farina povera, anzi il termine tecnico sarebbe farina 180 W (DB) è quella farina debole o povera di glutine. Per non sbagliare i termini tecnici ti riporto un passaggio di Wikipedia:
      … Leader mondiale nella produzione di sistemi per determinare la Forza della farina è la Chopin col suo Alveografo[senza fonte]. Tale macchina è in grado di determinare il fattore di panificabilità W, cioè l’area del tracciato finale che disegna l’Alveografo dato dalla resistenza P e dall’elasticità L.
      La metodologia consiste nell’impastare 250 gr di farina con acqua leggermente salata per otto minuti, ricavare da questo impasto cinque “pastine” rotonde. Queste riposeranno 15 minuti circa a 25 °C in un apposito scomparto dell’Alveografo, per poi venire poste su un sistema di insufflaggio di aria che ne testerà la resistenza. Le “pastine” si gonfieranno e in base al volume della sfera ricavato, si avrà il P, L e il W della farina. Va da sé che, più grande sarà la sfera, più forza avrà la farina.
      Un alto valore di W indica un alto contenuto di glutine; questo vuol dire che la farina assorbirà molta acqua e che l’impasto sarà resistente e tenace, e che lieviterà lentamente perché le maglie del reticolo di glutine saranno fitte e resistenti. Viceversa, un W basso indica una farina che ha bisogno di poca acqua e che lievita in fretta, ma che darà un impasto (e un pane) leggero e poco consistente.
      Ecco un indice di massima:
      Fino a W 170 (deboli): per biscotti, cialde e dolci friabili; anche per besciamella e per rapprendere salse. Assorbono circa il 50% del loro peso in acqua.
      Da W 180 a W 260 (medie): pane francese, panini all’olio, pizza, pasta: assorbono dal 55% al 65% del loro peso in acqua.
      Da W 280 a W 350 (forti): pane classico, pizza, pasta all’uovo, pasticceria a lunga lievitazione: babà, brioche. Assorbono dal 65% al 75% del loro peso in acqua.
      Oltre i W 350 (farine speciali): in genere fatte con particolari tipi di grano, vengono usate per “rinforzare” farine più deboli, mescolandovele, oppure per prodotti particolari. Assorbono fino al 90% del loro peso in acqua.
      Le farine in commercio al dettaglio hanno una forza variabile. Solitamente quella delle farine 0 e 00 generiche si aggira sul W 150, quella delle 00 specifiche per prodotti non lievitati (creme, torte a lievitazione chimica come il plum cake, biscotti, crostate) dal W 80 al W 150, quella delle 00 e 0 specifiche per pizza dal W 200 al W 280, quella delle 00 specifiche per dolci lievitati (farine 00 rinforzate che producono pochissime aziende, ideali per babà, savarin etc.) intorno al W 300, quella delle farine vendute come manitoba (quasi tutte 0) dal W 260 al W 420….

  1. ciao!! è da poco che seguo il tuo blog, fai dei dolci sfiziosissimi! questa angel cake la devo proprio provare! volevo chiederti, come la farciresti tu una torta del genere? volevo un pò dare sfogo alla creatività ma nn mi viene in mente nulla di particolare. tu csa consigli?

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