L’arte delle mani in pasta

Il calore del camino
L’odore del pane fatto in casa
Il profumo del sugo che borbotta sul fornello

Questi sono i ricordi d’infanzia, quando ci si svegliava a casa della nonna la domenica mattina o i giorni di festa.

La manualità delle nostre nonne è ormai un’arte in via d’estinzione. Quando non esistevano robot da cucina, sbattitori elettrici o planetarie, le nostre nonne realizzavano tutto in casa, dal dolce al pane e alla pasta, utilizzando le mani con vigore, coadiuvate al massimo da un mattarello e/o una forchetta.

Le dita esperte della nonna giocavano con la pasta fatta a mano, domavano l’impasto del pane. Le spianatoie di legno rappresentavano per le nonne le tavole degli artisti, dove con il solo utilizzo delle mani, della farina e di altri pochi e semplici ingredienti, davano vita ad opere d’arte culinarie.

L'arte delle mani in pasta

Le mani delle nostre nonne hanno rappresentato uno strumento attraverso il quale creare ma anche giocare. Ricordo ancora quando da bambina mia nonna, per farmi stare buona mi assegnava mansioni adatte a una bambina, da sbrigare con le mani, come ad esempio stendere, condire e cuocere la pizza nel mitico Dolce Forno ‘90.

Trascorrevo intere giornate ad osservare mia madre e mia nonna mettere le mani in pasta, e ricordo quanto fosse educativo ma anche spassoso provare a fare lo stesso sotto l’occhio attento di mia nonna. Le nonne sono un tesoro delle tradizioni e un patrimonio culturale, del cui valore ci si rende conto solo in età adulta.

Mettere le mani in pasta è un’antica abilità che si tramandava di generazione in generazione, fatta di piccoli gesti e per la quale occorre molta pratica. Dalle nonne si apprendevano i trucchi del mestiere, perché molti fattori entrano in gioco quando si realizza la pasta, il pane o qualsiasi altra preparazione con le mani. Con l’esperienza e con molto allenamento si acquisivano tutte le buone pratiche di lavoro ma, soprattutto, ciò che si apprendeva dalle nonne era l’avere cura di ciò che si stava realizzando. Che tu stessi tagliando una carota, cuocendo il ragù o stessi realizzando la pasta fatta in casa, l’importante era che tu lo facessi con l’ingrediente segreto: la passione!

L’arte delle mani in pasta

Fare la pasta in casa è anche terapeutico, ci si rilassa nell’impastare con le mani. Ci sono ancora oggi signore ultra novantenni che realizzano la pasta in casa: per loro è così naturale che privarle di ciò, rappresenterebbe togliere loro una boccata d’aria fresca!

La campagna e la cucina rappresentavano per i nostri nonni la loro vita, campi nei quali erano grandi maestri: ci insegnavano il rispetto della terra, delle stagioni, l’avere pazienza dell’attesa e l’avere cura per ogni forma di vita. L’importanza di un semplice ingrediente era il risultato della gratitudine e della fatica, ma anche dell’avere l’umiltà di fronte ad un rovescio della sorte e il coraggio nell’accettare una sfida, la perseveranza e la pazienza, l’abilità di trasformare il poco in molto, e di esaltare materie prime povere e dimenticate.

I nostri nonni erano grandi lavoratori della terra e della campagna, da cui traevano meravigliosi frutti: dalla realizzazione del vino a quella delle bottiglie di pomodoro, fino ad arrivare alla raccolta delle olive per fare l’olio di oliva in casa. Ricordo ancora che, nonostante tutto il duro lavoro svolto nei giorni della raccolta delle olive e l’attesa per la realizzazione dell’olio, non c’era soddisfazione più bella di tornare a casa e degustare l’olio nuovo, rigorosamente su delle fette di pane fatto in casa. Con un “semplice” assaggio si veniva ripagati da tutto lo sforzo effettuato nei giorni di lavoro.

L’arte delle mani in pasta

L’arte della manualità rappresentava anche convivialità e socialità: spesso si riunivano tutta la famiglia e gli amici in casa per poter trascorrere dei piacevoli momenti con il buon cibo a fare da cornice. Ricordo ancora quando i miei nonni imbandivano grandi tavolate, si mangiavano pietanze rigorosamente fatte in casa e si beveva vino e liquori (spesso fatti anch’essi in casa) fino a tarda notte tra racconti e risate.

Ricordare queste occasioni mi fa venire l’acquolina in bocca e tanta sana nostalgia; quei sapori e quegli odori unici e caratteristici della cucina di mia nonna, a cui sono legati i ricordi e le emozioni più belle che non potrò più riprovare ma che ho avuto la gran fortuna di viverle. Li conservo gelosamente nel mio cuore, perché ad essi è legato l’amore per i miei nonni che non ci sono più.

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