Raccolta delle olive e olio nuovo

La raccolta delle olive è una delle tradizioni contadine più sentite e praticate della mia zona. Vivo in un paesino di collina in provincia di Teramo, a 300 metri di altezza sul mare, circondata da vigne ed ulivi.

Raccolta delle olive e olio nuovo

Ogni autunno, tra ottobre e novembre, molte famiglie si riuniscono con parenti e amici per andare a raccogliere le olive. Questa pratica si svolge dall’alba al tramonto, inframezzata dalla pausa pranzo e da due altre brevi pause ristoro. La raccolta può durare un solo weekend o per una settimana e oltre per i possessori di grandi appezzamenti di terreno con più di cento piante.

La sottoscritta faceva parte della seconda categoria. I miei nonni avevano un’azienda agricola, e possedevano grandi terreni con ulivi secolari; la raccolta delle olive era ovviamente tra le mansioni più importanti da svolgere. Personalmente ho raccolto le olive poche volte in tutta la mia vita, ma ciò è bastato per farmi capire quanto sia dura tale pratica.

Raccolta delle olive e olio nuovo

La raccolta delle olive avviene attraverso lo svolgimento di due compiti: quelli che fanno cadere le olive dai rami, e quelli che mettono le reti e le raccolgono. Il primo compito spetta tradizionalmente agli uomini; di norma, per far cadere le olive dai rami si utilizzavano dei piccoli rastrelli e ci si doveva arrampicare sulla pianta. Ma con il progresso sono stati inventati dei pettini pneumatici (abbacchiatori/scuotiolive) che simulano le tecniche di raccolta manuale. Detto così, sembrerebbe tutto molto più semplice, e certamente lo è; anzi, ritengo che sia molto più sicuro in quanto evitano incidenti traumatici. Ma questi pettini “tecnologici” sono attaccati a dei bastoni lunghi almeno due metri e pesanti circa 5kg, tenuti tutto il giorno verso l’alto per scuotere le olive: lo scuotitore si ritroverà durante la sera ad avere le braccia che continueranno a vibrare e le spalle indolenzite.

Prodotti: Scuotiolive Abbacchiatore Olive

Alle donne invece spetta l’altro compito, suddiviso in più fasi: stendere le reti, raccogliere le olive e trasferirle nelle casse, e se rimane del tempo, raccogliere le olive dai rami più bassi. Le reti meritano una menzione speciale, perché devono essere posizionate in modo strategico, al fine di non far sfuggire alcuna oliva, perché ogni oliva è preziosa! Questo può accadere specialmente in collina, dove appunto si raccolgono le olive in terreni ripidi e, di conseguenza, possono rotolare verso il fondo. Le reti devono essere pulite e prive di buchi; sono molto insidiose poiché sono più scivolose dell’olio, e posizionate in terreni ripidi possono indurre la donna alla caduta mentre lavora, con conseguente frattura alla caviglia (tratto da una storia vera).

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Penserai che una volta che le olive sono state raccolte, il lavoro sia terminato, e invece no! Bisogna riporre tutte le attrezzature, potare le piante, ma soprattutto portare le olive al frantoio (in dialetto trappete/trappìte)! Le olive vengono portate in quei pochi e antichi frantoi che aprono solo durante il periodo della raccolta; capirai quindi che il frantoio sarà pieno di lavoro e per poter realizzare il tuo olio devi attendere anche più giorni… a meno che tu non sia un amico del proprietario del frantoio che riesce a trovarti un posto, magari a notte fonda!

In Abruzzo, terra ricca di tradizioni e piatti tipici, non poteva mancare un piatto dedicato a questo evento: la pasta alla trappitara. Questo primo piatto veniva realizzato al frantoio (da cui deriva il nome) e veniva offerto ai contadini che attendevano il proprio turno per la realizzazione dell’olio nuovo. Un piatto che è un elogio all’olio di oliva nuovo, che ovviamente veniva utilizzato per la realizzazione di questa ricetta. Regola importantissima per la buona riuscita del piatto è usare l’olio senza parsimonia: gli anziani dicono che la pasta deve cuocere nell’olio, non nell’acqua!

Ricetta: Spaghetti alla trappitara

Dopo tutto il duro lavoro svolto nei giorni della raccolta e l’attesa per la realizzazione dell’olio, non c’è soddisfazione più bella di tornare a casa e gustare l’olio nuovo, rigorosamente su delle fette di pane (fresco o bruschetta). Con un “semplice” assaggio si viene ripagati per tutto lo sforzo effettuato nei giorni precedenti e per le preoccupazioni estive sullo stato di salute dell’oliva: “La farà? Quanta ne farà?“.

Amo l’autunno, le giornate iniziano ad accorciarsi e le prime giornate fresche mi riempiono lo spirito e mi fanno sentire viva più che mai. Adoro i colori dell’autunno ma anche gli odori, come quello che senti quando sei in macchina a pochi metri dal frantoio e vieni pervaso da quell’odore forte, unico, che puoi sentire solo in tale periodo e che ti scalda il cuore; una lacrima scende lenta sul viso e con la mente torno a quando ero bambina e andavo con i miei nonni a raccogliere le olive.

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