Cuddureddi di Caltagirone con il vino cotto, o collorelle di Caltagirone per alcuni. “Cuddureddi” in dialetto siciliano significa coroncina e a dirla tutta in Sicilia, di dolci che si chiamano “cuddureddi” ce ne sono un’infinita e ogni provincia ne conta almeno una almeno. I “cuddureddi” di Caltagirone, che alcuni italianizzando il nome chiamano collorelle, sono dei dolci tipici del calatino legati alle festività natalizie, realizzati con una base di frolla all’acqua senza uova e farciti con vino cotto, oppure mandorle o ancora miele. Qualche giorno fa vi ho spiegato come realizzare i “Cuddureddi di Caltagirone alle mandorle), oggi invece le prepareremo con il vino cotto, uno sciroppo che si confeziona durante il periodo della vendemmia e che si ottiene facendo restringere il mosto fino ad ottenere un liquido dolce, denso e profumato. Nell’ Italia meridionale i dolci realizzati con il mosto cotto sono davvero tantissimi, in Sicilia forse ancora di più e i “Cuddureddi di Caltagirone col vino cotto”, ne sono un pregevole esempio. Decoratissime, ricce e sontuose, le collorelle di Catagirone non sono solo buone, ma anche bellissime, decorate finemente con le pinze e gli strumenti da pasticceria, sono un dono speciale da scambiarsi durante le feste e un dolce delizioso. Oggi le prepareremo insieme, quindi armatevi di pazienza e seguitemi in cucina, ma prima di metterci ai fornelli, vi ricordo che se volete restare aggiornati su tutte le nuove ricette del blog, potete seguire mia pagina Facebook (qui) e il mio profilo Instagram (qui).
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- DifficoltàMedia
- CostoMedio
- Tempo di preparazione3 Minuti
- Tempo di riposo12 Ore
- Tempo di cottura15 Minuti
- Porzioni80 pezzi circa
- Metodo di cotturaForno
- CucinaItaliana
- StagionalitàAutunno, Inverno
Ingredienti per fare i Cuddureddi di Caltagirone con vino cotto
Ingredienti per la base
Ingredienti per fare il ripieno
Strumenti
Passaggi
La preparazione di questi dolci non è difficile, ma occorre organizzarsi la sera prima e occorre poi usare un po’ di pazienza nella meticolosa decorazione.
Come fare i Cuddureddi di Caltagirone con vino cotto
Versate la farina in una spianatoia, fate una fontana e aggiungete lo strutto. Lavoratelo insieme alla farina fino ad ottenere uno sfarinato, poi aggiungete l’acqua poco per volta e quella che prende (piò o meno la dose indicata), fino ad ottenere una messa liscia e omogenea.
Avvolgetela nella pellicola e lasciatela riposare in frigo per una notte.
Raccogliete le mandorle in una teglia insieme alla scorza d’arancia e tostate tutto per 10 minuti a 180°, o fino a quando le mandorle non avranno preso colore e la scorza d’arancia non sarà diventata secca e rigida. La mia scorza d’arancia era verde, perché avendole preparate a fine ottobre le arance del mio albero erano ancora acerbe, ma comunque profumate. Lasciate raffreddare tutto e poi tritate sia le mandorle che la scorza d’arancia, fino ad ottenere una farina il più fine possibile. Fate attenzione a non scaldare troppo la frutta secca, perché espellerebbe l’olio, diventando un po’ ingestibile.
Raccogliete la farina in una pentola e stemperatela aggiungendo il vino cotto poco per volta, fino ad ottenere un composto senza grumi.
Ponete sul fuoco e lasciate che si addensi mescolando di continuo, una volta ottenuta una crema densa, spostatela in una ciotola e lasciatela freddare rimestando spesso.
Coprite con pellicola e lasciate riposare tutta la notte, al mattino successivo unite la farina di mandorle e scorza d’arancia e abbondante cannella in polvere, mescolate per amalgamare tutto.
E’ il momento di preparare i dolci.
Stirate la pasta con la sfogliatrice poco per volta, lavorandola più volte fino ad ottenere delle sfoglie lisce e perfette. Partite dallo step più ampio e ripassate più volte fino ad arrivare allo step 5.
Aiutandovi con il tagliapasta zigrinato io ho utilizzato quello in foro che era di nonna e uno più ricco che ho preso online, ritagliate dei rettangoli spessi circa 4cm e lunghi quanto la lunghezza della sfoglia.
Riempite la sac a poche con la crema di mosto cotto e estrudetene una bella striscia su ogni rettangolo.
Ripetete per tutto l’impasto, avvolgete la crema nella sfoglia e da questo momento in poi, armatevi di pazienza e fantasia e realizzate le decorazioni aiutandovi con gli attrezzi e gli zuccherini colorati.
Questi sono esempi delle decorazioni che ho fatto, ho anche realizzato dei piccoli cuscini con il ripieno al loro interno.
Una volta pronti, informate le “collorelle” a 180°C per 15-20 minuti in forno statico, ottenuta una leggerissima e blanda doratura sfornate e lasciate freddare prima di spostare dalla teglia.
I “cuddureddi di Caltagirone” vanno conservate in luogo fresco e asciutto, in un vassoio coperto da un telo di cotone e consumate entro quindici giorni o in ogni caso prima che perdano la loro fragranza e la loro freschezza.
Questi sono gli strumenti che ho utilizzato per le decorazioni, potete vedere stampi ad espulsioni, attrezzi per pasta di zucchero, pinzette decorative, rotella tagliapasta, coltello e forbici, la rondella che vedete nella foto di copertina è una rondella per dolci sardi e la trovate su Amazon.
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Dosi variate per porzioni